Presidio a Bologna contro la decisione del Gruppo di applicare il contratto del commercio ai lavoratori che confluiranno in UnipolRec, newco per il recupero crediti. Milazzo: "Operazione ingiustificata e brutto precedente per l'intero settore. Ci opporremo"
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UNIPOL, LAVORATORI IN PIAZZA CONTRO L?ESTERNALIZZAZIONI

Presidio a Bologna contro la decisione del Gruppo di applicare il contratto del commercio ai lavoratori che confluiranno in UnipolRec, newco per il recupero crediti. Milazzo: “Operazione ingiustificata e brutto precedente per l’intero settore. Ci opporremo”
UNIPOL, LAVORATORI IN PIAZZA CONTRO L?ESTERNALIZZAZIONI

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I lavoratori di Unipol banca scendono in piazza per ribadire il loro no all’esternalizzazione della divisione recupero crediti del gruppo prevista nell’ambito del nuovo piano industriale 2018-20.
Domani a Bologna sotto la sede legale dell’azienda si svolgerà il primo presidio che segna l’inizio della mobilitazione dei lavoratori.
L’iniziativa, promossa dalla FABI e dagli altri sindacati, è stata approvata a larga maggioranza dai dipendenti di Unipol al termine di un’assemblea tenuta ieri nel capoluogo emiliano.
All’origine della protesta la decisione del Gruppo di applicare il contratto del commercio ai lavoratori della divisione recupero crediti, che dal primo gennaio 2018 confluiranno in Unipol Rec, una newco che resterebbe nel perimetro del gruppo Unipol.
La procedura di trasferimento di ramo d’azienda si è, infatti, conclusa senza accordo tra le parti poiché i sindacati hanno manifestato la loro netta contrarietà a questo tipo di operazione, che, se messa in atto, aprirebbe un grave precedente per il settore.
“Si tratta di una vera e propria aggressione all’area contrattuale dei lavoratori”, dichiara Giuseppe Milazzo, Segretario Nazionale FABI, “Il cambio di contratto per i lavoratori della divisione recupero crediti non trova alcuna giustificazione neppure da un punto di vista degli assetti societari, poiché il controllo della newco resterebbe in mano al gruppo Unipol.
Questa operazione rischia di rappresentare un precedente per l’intero settore e si pone in contraddizione rispetto ai principi stabiliti nell’ultimo contratto nazionale, nel quale le banche si sono impegnate per un rafforzamento, e non per un indebolimento, dell’area contrattuale.
Non comprendiamo l’intransigenza dell’azienda e crediamo che si possano ricercare soluzioni condivise e rispettose dei diritti contrattuali dei lavoratori”.
Bologna 21/11/2017
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