“Tracciamo le nostre rotte per il lavoro, le riforme e non solo…”, la FABI di Salerno è pronta ad affrontare le sfide del cambiamento in uno scenario, quello bancario, in profonda mutazione. La relazione del Segretario Coordinatore, Egidio Cerino, nel tracciare un bilancio degli ultimi quattro anni, non ha mancato di porre l’attenzione sulla situazione generale del Paese, riflettendo sulle problematiche del settore bancario e lanciando idee e proposte per affrontare il prossimo futuro.

“Veniamo chiamati a formulare riflessioni di ampio respiro, senza prescindere dalla situazione socio-politica da cui la nostra attività è comunque condizionata – ha esordito Cerino -. Lo sviluppo e l’utilizzo delle nuove tecnologie nel lavoro bancario hanno portato, fino ad ora, chiusura di sportelli e tagli di personale. Come FABI crediamo che sia arrivato il momento di invertire la rotta in merito alla concezione manageriale che spesso traduce la sua azione in obiettivi di breve termine. Ora – ha continuato Cervino – la prospettiva del cambiamento è proprio quella che il sistema bancario potrà risollevarsi se saprà far convergere le direzioni aziendali sulla visione che il lavoratore dipendente è un consulente professionale del cliente e non un mero esecutore materiale”.

Non è mancato, da parte del Coordinatore, un excursus sulle vicende che il sindacato ha affrontato negli ultimi anni: dalla trasformazione delle Popolari in SpA, alle crisi di Monte dei Paschi di Siena, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, delle quattro banche “salvate” e delle Casse di Cesena, Rimini e San Miniato.

“Tutto questo scenario non poteva non avere conseguenze sul sistema bancario italiano. Le lacune della classe manageriale sono venute a galla. In questa situazione – ha detto Cerino – ci sono da mettere in risalto due aspetti: la fiducia dei risparmiatori è stata tradita, come pure è andato svanito il legame locale della banca con il territorio. A questo scenario di crisi generalizzato non sfugge il mondo del Credito Cooperativo, il cui processo di autoriforma sta facendo emergere contraddizioni e spinte centrifughe”.

Quindi la FABI di Salerno. Un SAB in ottima salute, come confermano numeri sempre in crescita.

“I nostri dirigenti oggi possono vantare risultati sia in termini di iscritti che di rappresentatività nelle aziende – ha sottolineato Cerino – Un sindacato non si rappresenta solo nei numeri, ma anche per il suo carattere, per la sua personalità politica e soprattutto per la capacità di superare delle difficoltà nel momento in cui il mare non è tranquillo, durante la tempesta”.

Poi c’è l’importanza della comunicazione, interna ed esterna. Argomento cui ha posto l’accento anche il Segretario Nazionale Organizzativo, Franco Casini.

“Oggi la comunicazione è importante. Molti hanno confuso i bancari con i banchieri. Noi ci abbiamo messo la faccia. Il nostro Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, c’ha messo la faccia. E non lo ha fatto per sé, l’ha fatto per tutti i colleghi che ogni giorno hanno dovuto affrontare sul posto di lavoro i momenti di crisi”. E che la vicinanza del Segretario Generale è ben percepita è stato dimostrato dal forte applauso che a questo punto ha interrotto Casini.

“Saranno momenti difficilissimi, inutile nasconderci. Ma noi vogliamo rilanciare questa categoria. In questi anni abbiamo affrontato grandi sfide, a partire dal Contratto Nazionale del 2015 firmato dopo uno sciopero generale senza pari. Quel Contratto c’ha salvato, c’ha permesso di evitare i licenziamenti grazie al Fondo esuberi. C’ha permesso di dare risposte concrete ai giovani grazie al FOC. Come FABI abbiamo gestito i piani industriali di banche in difficoltà, così come il fallimento di altre cercando di arginare le ripercussioni sui lavoratori. Perché i lavoratori fino ad ora hanno solo pagato per gli errori fatti da altri. Siamo stati additati come quelli che hanno bruciato i risparmi della clientela vendendo prodotti a rischio. Salvo poi scoprire che i lavoratori avevano acquistato quegli stessi prodotti. A febbraio – ha continuato Casini – abbiamo firmato in ABI un importante accordo sulle pressioni commerciali. Quell’accordo ci permette di vigilare sull’operato interno da parte delle aziende così che i colleghi potranno denunciare eventuali’pressioni dall’alto’ nella vendita dei prodotti a rischio. Da parte del Segretario Generale e di tutta la Segreteria Nazionale, posso garantirvi che la FABI proseguirà su questa strada, per difendere, salvare, ma soprattutto rilanciare la categoria”.

Alla fine del dibattito, le elezioni del Comitato Direttivo Provinciale, della Segreteria e dei Delegati al prossimo Congresso Nazionale di marzo 2018.

Salerno, 29/11/2017