FABI ROMA, MORELLI COME NAPOLEONE
Oltre 300 delegati al XXI Congresso Provinciale della FABI romana. Presente, nonostante i numerosi impegni istituzionali, anche Sileoni che dona al Coordinatore Morelli un quadro con l’immagine dello storico condottiero: “Avanti per la tutela dei lavoratori”
Salvaguardare il lavoro, governare il cambiamento. Il titolo del XXI Congresso Provinciale della FABI romana suona come un manifesto programmatico per il futuro.
Al Congresso in corso oggi a Roma partecipano oltre 300 delegati sindacali del territorio per rinnovare le strutture direttive provinciali ma anche per fare il punto della situazione su quanto fatto negli ultimi anni e discutere le strategie che il sindacato dovrà mettere in campo per affrontare le inevitabili trasformazioni di settore.
Ad aprire i lavori è il Segretario Nazionale, nonché Coordinatore della FABI di Roma, Mauro Morelli.
Morelli traccia un bilancio delle sfide affrontate dalla FABI in questi anni. "Voglio parlarvi di quello che abbiamo realizzato senza ideologie", esordisce, passando in rassegna le più importanti conquiste sindacali dell'ultimo decennio: dal Contratto Nazionale rinnovato nel 2015 al Fondo esuberi, costituito con grande lungimiranza politica dai sindacati nel 2000 e grazie al quale fino a oggi nel settore le ristrutturazioni aziendali sono state gestite in maniera morbida con uscite volontarie e senza licenziamenti, fino ad arrivare al Fondo per la nuova Occupazione che ha permesso negli ultimi 4 anni oltre 16 mila assunzioni stabili di giovani nelle banche.
"Il rinnovo del Contratto non era affatto scontato. L'ABI si era seduta al tavolo delle trattative dichiarando 90mila esuberi. Voleva smantellare le tutele contrattuali, non concedere alcun recupero salariale e introdurre i pensionamenti obbligatori. Noi abbiamo tenuto duro e alla fine siamo riusciti a sottoscrivere un accordo che deve rimanere un punto di riferimento del sistema e che ci dobbiamo tenere stretti", rivela Morelli.
Tante le battaglie vinte, alcune ancora da combattere, ma sempre nel segno dell'equilibrio e della lungimiranza, perché come ricorda il Segretario Nazionale, "non siamo il sindacato del no, siamo propositivi, guardiamo avanti, sappiamo individuare soluzioni concrete ai problemi della categoria, ma siamo anche equidistanti dalla politica e dalle ideologie e non chiniamo la testa di fronte al capo di turno".
"Siamo stati gli unici a difendere sia in trattativa sia di fronte all'opinione pubblica i bancari dimostrando, dati alla mano, che nelle recenti vicende di risparmio tradito i lavoratori sono le vittime e non i carnefici. Non un caso che solo nell'ultimo anno abbiamo registrato una crescita di quasi il 4% arrivando a superare i 110 mila iscritti, in assoluta controtendenza, considerato anche al fatto che gli organici delle banche sono in contrazione".
"Oggi abbiamo la leadership assoluta della categoria: un grande orgoglio ma anche una grande responsabilità", osserva il Segretario Nazionale, "perché il peggio non è ancora passato".
Le sfide del prossimo futuro? Il rinnovo dei contratti, in particolare quello delle BCC ("Se fino a oggi non è stato fatto, la colpa non è certo dei sindacati ma della controparte che è latitante", attacca) e l'allargamento della rappresentanza anche ad altre categorie di lavoratori contigui al comparto creditizio, per continuare a mantenere la leadership e a tutelare al meglio i bancari, creando una confederazione autonoma, "allargando i nostri orizzonti perché il settore è in contrazione", sottolinea.
Ma a cambiare prossimamente dovrà essere pure il ruolo del sindacato e il modello di banca, come già proposto a Milano due anni fa dalla stessa FABI.
"Oggi il nostro compito deve essere anche quello di controllare i gruppi bancari. Bisogna tutelare le aziende perché senza di queste non ci sono i lavoratori e contrastare quella tipologia di gestione aziendale dell'uomo solo al comando che ha portato solo disastri, come i recenti fatti ci insegnano".
Quanto al nuovo modello di banca da supportare, Morelli ha le idee chiare: dovrà puntare sulla riqualificazione dei lavoratori per consentire il mantenimento dei livelli occupazionali e contrastare il calo dei ricavi. "Il bancario non dovrà essere più solo un venditore, ma bisognerà valorizzarne la professionalità. Le nuove tecnologie dovranno essere governate e rappresentare un'opportunità per i lavoratori, non l'alibi delle aziende per tagliare posti di lavoro", conclude Morelli, a lungo applaudito dai delegati territoriali.
I quadri sindacali intervengono, discutono dei temi all'ordine del giorno e poi, a sorpresa, arriva il Segretario Generale Lando Maria Sileoni. Nonostante i moltissimi impegni istituzionali, Sileoni non manca all'appuntamento congressuale del SAB di Roma e sale sul palco, travolto dagli applausi della platea, per parlare della sua FABI, cresciuta nei numeri e nella rappresentatività.
Il Segretario Generale, unito a Morelli non solo da un lungo rapporto di militanza nell'organizzazione ma anche di amicizia, regala poi al Segretario Nazionale un quadro con l'immagine di Napoleone a cavallo.
Un omaggio che vuole essere un attestato di stima e di simpatia verso Morelli, in ambienti sindacali soprannominato proprio come lo storico condottiero in virtù della sua determinazione e abilità politica.
Roma 04/12/2017
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