UBI, MENO MOBILIT? CON LO SMART WORKING
La FABI e le altre organizzazioni hanno firmato l’accordo che regola il trasferimento delle attività da Macerata a Jesi. Citterio: «Dimostrazione che l’innovazione tecnologica pu ò e deve essere utilizzata in modo intelligente per coniugare le esigenze dell’azienda con quella dei dipendenti»
Lo smart working per gestire i disagi della mobilità. E' quanto previsto nell'accordo firmato oggi in UBI dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali, in merito al trasferimento delle attività da Macerata a Jesi.
L'intesa dà una risposta concreta alle esigenze personali e familiari legate ai disagi di mobilità territoriale, prevedendo non solo il potenziamento del servizio di'navette aziendali', ma anche dando applicazione all'accordo sperimentale stipulato nel Gruppo UBI il 31 agosto scorso in tema di smart working.
I 92 lavoratori coinvolti dalla riorganizzazione, con questo accordo, vedono dunque rafforzate le tutele di legge, le previsioni del Contratto Collettivo Nazionale e la normativa di Gruppo in tema di mobilità e trasferimenti. Nello specifico, l'intesa prevede la creazione, da parte dell'azienda, di due postazioni di co-working a Macerata e a Civitanova Marche, così da permettere ai lavoratori interessati dal trasferimento di svolgere, per dieci giorni al mese, le loro attività senza raggiungere la sede di Jesi.
«Riuscire a gestire queste pesanti ristrutturazioni aziendali è sempre più difficile - dichiara Paolo Citterio, coordinatore FABI Gruppo UBI - ma al termine di un lungo negoziato con l'azienda siamo riusciti a limitare al massimo i disagi che l'operazione comporta per i tanti lavoratori coinvolti.
L'utilizzo dello Smart working dimostra poi che l'innovazione tecnologica pu ò e deve essere utilizzata in modo intelligente per coniugare le esigenze dell'azienda con quella dei dipendenti» conclude Citterio.
Bergamo, 04/10/2018
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