CR SALUZZO IN BPER, DIETRO FRONT SUGLI ESUBERI
La FABI e le altre organizzazioni sindacali hanno ottenuto la ricollocazione dei 34 lavoratori inizialmente dichiarati in eccedenza dall’azienda. Antonella Sboro: «mantenuti i livelli occupazionali del territorio»
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I 34 esuberi inizialmente dichiarati da BPER saranno tutti ricollocati: è quanto è stato definito nell’accordo firmato venerdì 9 novembre dalla FABI, le altre organizzazioni sindacali, e la capogruppo. Tre mesi di trattative per arrivare a trovare la quadra sulla migrazione informatica e passaggio al modello distributivo del Gruppo BPER di CR Saluzzo, operazione straordinaria e fuori dal piano industriale 2015-2018.
La soluzione per il personale coinvolto, appunto 34 lavoratori su 183 complessivi, prevede la creazione di un polo decentrato della macchina operativa di BPERService denominato Polo middle office Nord Ovest, in cui i lavoratori saranno distaccati con la previsione del rientro in azienda in caso di eventuali eventi straordinari.
Per quanto riguarda la riorganizzazione complessiva, per far fronte alle difficoltà emerse nel passaggio al modello “Footprint”, già in essere in tutte le banche del Gruppo, e che prevede il passaggio dalle attuali filiali in Hub, Spoke e autonome, i sindacati hanno ottenuto norme per tutele contrattuali attinenti sia al perimetro della rete delle filiali, sia a quello dello sviluppo e ruolo degli uffici.
Oltre al mantenimento dei posti di lavori sul territorio, le organizzazioni sindacali sono riuscite ad ottenere la proroga dei contratti di somministrazione fino a dicembre e chiesta attenzione alla loro futura stabilizzazione.
«Siamo soddisfatti per essere riusciti ad ottenere il mantenimento dei livelli occupazionali del territorio – ha dichiarato Antonella Sboro, Coordinatrice FABI Gruppo BPER -. Le previsioni dell’accordo sono le medesime previste dal Gruppo per il Footprint e, come fatto in passato, abbiamo fin da subito espresso le nostre perplessità circa un modello che priva le filiali della figura del vice direttore e in molti, troppi casi, produce riconversioni prive di continuità professionale, che vanificano competenze e percorsi. Quindi, abbiamo fatto il possibile per ottenere tutele per i colleghi coinvolti, anche in relazione alla mobilità che la ristrutturazione ha innescato».
Modena, 12 novembre 2018
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