Studio FABI sulla presenza femminile nel settore bancario, che ha raggiunto quasi il 48% del totale. Sileoni: “Nel prossimo Contratto ci batteremo per colmare i gap nelle carriere e nella qualità della vita professionale”
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QUASI 50% ADDETTI IN BANCA SONO DONNE, MA POCHE AL VERTICE

Studio FABI sulla presenza femminile nel settore bancario, che ha raggiunto quasi il 48% del totale. Sileoni: “Nel prossimo Contratto ci batteremo per colmare i gap nelle carriere e nella qualità della vita professionale”
QUASI 50% ADDETTI IN BANCA SONO DONNE, MA POCHE AL VERTICE
COMUNICATO STAMPA

BANCHE: FABI, QUASI 50% ADDETTI SONO DONNE MA POCHE AL VERTICE
 
Roma, 8 marzo 2019. È alta la presenza femminine nel mercato del lavoro bancario: secondo una indagine della Fabi relativa ai primi otto gruppi bancari del Paese, quasi un dipendente su due è donna. Sul totale di 264.990 addetti, il 47,9% degli addetti sono donne (126.927 unità), mentre il 52,1% sono uomini (138.071 unità). Negli istituti di credito di dimensione più piccola le donne rappresentano, invece, circa il 43% dei dipendenti. Il personale femminile, però, resta concentrato in settori specifici e gli avanzamenti di carriera rimangono limitati, con la presenza delle donne nelle posizioni lavorative di responsabilità che resta limitata. Per quanto riguarda il turnover e i nuovi “ingressi”, si registra un sostanziale equilibrio con il 49% circa degli assunti di genere femminile e il 51% circa di genere maschile. Nei ruoli manageriali non apicali, solo lo 0,5% sono donne, percentuale che risulta ancora più bassa nei ruoli apicali.  «Nonostante la presenza femminile sia in aumento, rimane netta la disparità nello sviluppo professionale. Solo il 20% arriva a ricoprire posizioni apicali e tra gli amministratori delegati le donne sono solo il 3%. Nel prossimo contratto nazionale la Fabi si batterà affinché si colmi il gap fra uomini e donne, sia in termini di carriera sia in termini di qualità della vita professionale» dichiara il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni.
 
In allegato un’analisi della Fabi sull’occupazione femminile in banca, con la dichiarazione del Segretario Generale, Lando Maria Sileoni.
 
 
 
 
 
 
LE ANALISI DELLA FABI

BANCHE: FABI, QUASI 50% ADDETTI SONO DONNE MA POCHE AL VERTICE

È alta la presenza femminine nel mercato del lavoro bancario: secondo una indagine della Fabi relativa ai primi otto gruppi bancari del Paese, quasi un dipendente su due è donna. Sul totale di 264.990 addetti, il 47,9% degli addetti sono donne (126.927 unità), mentre il 52,1% sono uomini (138.071 unità). Negli istituti di credito di dimensione più piccola le donne rappresentano, invece, circa il 43% dei dipendenti. Il personale femminile, però, resta concentrato in settori specifici e gli avanzamenti di carriera rimangono limitati, con la presenza delle donne nelle posizioni lavorative di responsabilità che resta limitata. Per quanto riguarda il turnover e i nuovi “ingressi”, si registra un sostanziale equilibrio con il 49% circa degli assunti di genere femminile e il 51% circa di genere maschile. Nei ruoli manageriali non apicali, solo lo 0,5% sono donne, percentuale che risulta ancora più bassa nei ruoli apicali.
 
Nonostante la crescente partecipazione nel mercato del lavoro bancario, la carriera delle donne rimane concentrata in specifici settori e gli avanzamenti di carriera verso posizioni apicali rimangono limitati. In particolare, sulla base delle indagini condotte sui bilanci dei principali gruppi bancari italiani, la presenza femminile è mediamente alta, ma le donne sono particolarmente sottorappresentate nelle posizioni lavorative di responsabilità.
Se focalizziamo l’attenzione sulla proporzione tra uomini e donne nei ruoli apicali, nella maggior parte dei casi le donne occupano meno dello 0,5% delle posizioni manageriali e rappresentano meno del 35% nei consigli di amministrazione. In aggiunta a ciò, circa il 90% della forza lavoro nelle prime otto banche italiane non ricopre ruoli di management, con differenti proporzioni tra uomini e donne, in pressoché tutte le categorie (dirigenti, quadri direttivi e aree professionali) di governo.
Il divario risulta ancora più evidente per la presenza femminile nei comitati direttivi e nei consigli di amministrazione degli stessi istituti bancari, in considerazione della scarsa rappresentatività delle donne in tali organismi e l’assenza in posizioni strategiche di tali organismi (presidente e/o vicepresidente).
L’analisi dei primi otto gruppi bancari in Italia mostra che la quota di donne impiegate nel settore finanziario italiano si colloca mediamente tra il 45% e il 50% per i grandi gruppi e con un’incidenza intorno al 43% per gli istituti di minore dimensione.
 
Forza lavoro 2017
Intesa
UBI
BPM
BPER
CARIGE
CREDEM
UNICREDIT
Uomini
        45.427  
        12.361  
           10.236  
             6.544  
             2.421  
             4.070  
               57.012  
Donne
        48.605  
          9.062  
           13.027  
             5.142  
             2.221  
             2.111  
               46.759  
Tot
        94.032  
        21.423  
           23.263  
           11.686  
             4.642  
             6.181  
             103.771  
Uomini
48,3%
57,7%
44,0%
56,0%
52,2%
65,8%
54,9%
Donne
51,7%
42,3%
56,0%
44,0%
47,8%
34,2%
45,1%
Fonte. Elaborazioni FABI su bilanci gruppi bancari
 
I dati relativi alla composizione della forza lavoro dimostrano che la percentuale di donne, in ciascuna delle categorie lavorative quali “dirigenti”, “quadri” e “aree professionali”, risulta inferiore a quella degli uomini in ciascuna delle banche analizzate, con un maggior divario per quelle riconducibili a posizioni apicali.
 
 
Mentre la categoria dei lavoratori delle aree professionali è quella maggiormente equilibrata, con circa il 37% della forza lavoro rappresentata da donne – rispetto al 35% degli uomini – la percentuale media delle stesse nei ruoli direttivi risulta più contenuta, con circa l’11% del personale femminile impiegato negli stessi, contro un 20% della componente maschile.
Se guardiamo poi alla differenza tra uomini e donne in ruoli non apicali, in relazione alla complessiva popolazione lavorativa delle banche analizzate, il differenziale di genere è ancora più elevato visto che in media solo lo 0,5% dei ruoli di management è ricoperto da donne.
Con particolare riferimento all’impiego e turnover, l’analisi della dinamica del personale mostra come l’assunzione di nuova forza lavoro sia stata ampiamente equilibrata tra i due generi e addirittura in alcuni casi abbia assicurato una maggiore presenza femminile rispetto a quella maschile. Nel 2017, rispetto ai complessivi posti di lavoro generati, circa il 49% – media degli otto istituti bancari – ha riguardato le donne, in linea con il tasso di occupazione maschile.
Infine, in controtendenza rispetto al dato precedente, i processi di crescita professionale e di avanzamento di carriera hanno interessato in maniera diversa la forza lavoro complessiva, con un maggior numero della componente maschile interessata da promozioni, rispetto a quella femminile.
 
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA FABI LANDO MARIA SILEONI

«Nonostante la presenza femminile sia in aumento, rimane netta la disparità nello sviluppo professionale. Solo il 20% arriva a ricoprire posizioni apicali e tra gli amministratori delegati le donne sono solo il 3%. Nel prossimo contratto nazionale la Fabi si batterà affinché si colmi il gap fra uomini e donne, sia in termini di carriera sia in termini di qualità della vita professionale» dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

Il servizio realizzato dalla FABI TV

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