A Milano i segretari generali di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin spiegano ai giornalisti i punti principali della piattaforma rivendicativa che sarà sottoposta ai lavoratori in vista del confronto con Abi sul rinnovo del contratto
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PIATTAFORMA CONTRATTO SOTTO I RIFLETTORI DELLA STAMPA

A Milano i segretari generali di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin spiegano ai giornalisti i punti principali della piattaforma rivendicativa che sarà sottoposta ai lavoratori in vista del confronto con Abi sul rinnovo del contratto
PIATTAFORMA CONTRATTO SOTTO I RIFLETTORI DELLA STAMPA
“Un contratto da conquistare per valorizzare il ruolo dei bancari e per il rilancio del settore del credito, quali fattori centrali per lo sviluppo del Paese, la tutela del risparmio e della clientela, la crescita occupazionale e l’inclusività sociale”. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, apre subito la conferenza stampa con il titolo della piattaforma per il nuovo contratto di lavoro presentata a Milano insieme con gli altri segretari generali di First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto.
 
Le rivendicazioni, come ha spiegato Sileoni, partono dalla consapevolezza del ritorno agli utili delle banche: oltre 10,9 miliardi di euro nel 2019 e 14,2 miliardi nel 2020 (secondo una stima Abi). “In un contesto simile non ha senso che le banche si preoccupino solo degli azionisti – ha precisato – e per questo noi abbiamo chiesto riconoscimenti economici anche per i lavoratori. È grazie a loro, infatti, se il settore si è salvato”. Uno dei punti della piattaforma, infatti, prevede 200 euro di aumento mensile.
 
Ma non solo. Sarà mantenuto il fondo per l’occupazione, un fondo autofinanziato da lavoratori e banche e che ha consentito di assumere giovani in questi anni. Sarà abolito il salario d’ingresso per evitare disparità e favorire i giovani. Salario che inoltre, come ha detto Sileoni, non dovrà marciare a due velocità: una fissa e una legata agli obiettivi raggiunti. E contratto che dovrà essere professionalizzante, ma non ibrido: nessuna commistione tra bancari e promotori: “Se lo sognano” ha detto Sileoni “o perlomeno, se vedremo questa intenzione, faremo in modo che per loro diventino incubi e non sogni”.
 
Quindi il concetto di disconnessione, per ribadire l’importanza di dividere il lavoro dalla vita privata e rimarcare il sacrosanto diritto al riposo. Tema strettamente collegato alla lotta alle pressioni commerciali. E ancora il fintech e l’esigenza, espressa in piattaforma, di una cabina di regia nazionale per prevenire e gestire l’avanzata della tecnologia, per evitare la ‘macelleria sociale’. E infine la tutela dell’area contrattuale, in un periodo in cui le banche esternalizzano lavorazioni, chiudono sportelli sui territori, devono competere con altri soggetti come Poste italiane, in cui i gruppi, autonomamente, interpretano norme e derogano al contratto nazionale e in cui si punta su prodotti dai profitti facili come le assicurazioni. Avere una forte cornice contrattuale diventa quindi indispensabile. Indispensabile anche tutelare i bancari esposti alle pressioni commerciali dall’alto e alla delusione dell’opinione pubblica che vede in loro l’ultimo anello di una catena, chi “ci mette la faccia” e spesso viene, a torto, ritenuto responsabile dei dissesti e delle truffe, troppo spesso confuso con i banchieri.
 
Questa piattaforma, hanno sottolineato in maniera unanime i segretari generali, serve a tutelare i bancari e a fare in modo che ci sia più formazione e informazione: si punta ad un contratto, in definitiva, che tuteli anche la clientela, non solo i lavoratori di settore. Fondamentale, infatti, è recuperare la fiducia in un periodo in cui sono all’ordine del giorno scandali bancari, casi di risparmio tradito, banche commissariate per mala gestione.
 
 
“Se i lavoratori approveranno queste richieste ci batteremo fino alla morte per ottenerle” ha concluso Sileoni, fiducioso, come gli altri segretari generali del buon esito delle assemblee. E infine: 'Noi siamo per il dialogo, ma i banchieri non ci devono provocare perché come siamo già scesi in piazza, siamo pronti a rifarlo oggi”. Adesso “la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori” ha aggiunto il segretario generale Fabi. Le assemblee partiranno il 2 aprile e si concluderanno entro il 27 maggio. Subito dopo, la piattaforma verrà formalmente presentata in Abi per dare il via al negoziato sul rinnovo del contratto nazionale.
 
Milano, 25/03/2019
 

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