A MILANO 1.000 DIRIGENTI FABI PER L’AVVIO DI CONTRATTO ON THE ROAD
Ha preso il via stamattina il giro d’Italia della Federazione per il nuovo contratto. Sileoni: “Negoziato con Abi entro giugno, il Fintech non risolve i problemi”
«Se qualcuno di voi pensa che il Fintech porterà all’eliminazione dei problemi (come migliorare la qualità del credito o ridurre le sofferenze), si sbaglia, perché nella realtà peggiorerà la situazione. È la mucca da mungere perché la banca che utilizza sistemi tecnologici avanzati ottiene sicuramente più profitti (nella valutazione del merito di credito e nell’erogazione di mutui), ma non se ne servirà al momento giusto». È uno dei messaggi chiave lanciati oggi dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante “Contratto on the road”, l’evento a Milano con 1.000 rappresentanti sindacali e dirigenti della Federazione autonoma bancari italiani. A Milano, oggi, è ufficialmente partito il giro d’Italia della Fabi organizzato in vista del rinnovo del contratto nazionale di lavoro che riguarda, a livello nazionale, 300.000 lavoratrici e lavoratori, scaduto lo scorso 31 dicembre e prorogato al 31 maggio. In tutto 16 tappe (dal 3 al 15 aprile) sull’intero territorio nazionale. Un lungo tour durante il quale tutta la segreteria nazionale della Fabi illustra, ai rappresentanti sindacali e ai dirigenti dell’organizzazione, la piattaforma per il rinnovo del contratto.
«Non vogliamo passare alla storia – ha aggiunto Sileoni – come quelli che hanno avviato il declino contrattuale e politico della categoria. Con noi i trucchi non reggeranno, vogliamo un confronto serio con argomenti credibili e con reciproco senso di responsabilità. Sono certo che riusciremo ad avere il nostro contratto nazionale. Poi la partita si sposterà nei gruppi bancari e nelle aziende: è lì che dovremo tenere, evitare ogni forzatura. In ogni caso, la piattaforma messa a punto dai sindacati è per la prima volta dopo anni offensiva e non difensiva».
“Contratto on the road” coincide con l’avvio delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori chiamati a votare la piattaforma rivendicativa, approvata dai segretari generali di tutti i sindacati di categoria lo scorso 15 marzo. Le consultazioni fra i dipendenti si concluderanno entro il 24 maggio, poi il documento con le richieste per il nuovo contratto sarà formalmente presentata all’Abi e partirà il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale. “Le trattative dovrebbero cominciare entro giugno” ha detto Sileoni. “Ecco i dettagli delle richieste. Ampliamento dell’area contrattuale, tutela dell’occupazione attraverso la conferma del Foc (Fondo per l’occupazione), una cabina di regia sui processi di digitalizzazione, rivendicazione salariale di 200 euro medi mensili (circa +6,5%) per lavoratore, l’abolizione del salario di ingresso per i giovani, miglioramento delle tutele dei dipendenti (reintegra in caso di licenziamento illegittimo col superamento del Jobs Act che aveva modificato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori), una revisione degli inquadramenti, il diritto alla disconnessione, una regolamentazione specifica per il whistleblowing (denunce anonime “interne”), regole nazionali per lo smart working, lo stop alle indebite pressioni commerciali, riduzione al 10% del divario salariale dei contratti complementari.
Alla mattinata di lavori, oltre a Sileoni, erano presenti i segretari generali aggiunti Fabi, Mauro Bossola e Giuliano De Filippis, i segretari nazionali Franco Casini, Mauro Morelli, Giuseppe Milazzo, Mauro Scarin, Giuliano Xausa, Luca Bertinotti, Fabio Scola e Mattia Pari. Sileoni si è confrontato, in una tavola rotonda, con i capi del personale dei principali gruppi bancari italiani: il presidente del Casl Abi, Salvatore Poloni (Banco Bpm), Giuseppe Corni (Bper), Ilaria Dalla Riva (Monte dei paschi di Siena), Alfio Filosomi (Intesa Sanpaolo), Mario Napoli (Ubibanca), Emanuele Recchia (Unicredit). Tavola rotonda animata dalle domande dei giornalisti Cristina Casadei del Sole 24 Ore e Luca Gualtieri di Milano Finanza.
I capi del personale delle banche hanno risposto anche alle domande dei coordinatori Fabi di gruppo: Roberto Aschiero (Intesa Sanpaolo), Piero Marioli (Banco Bpm), Stefano Cefaloni (Unicredit), Cosimo Torraco (Mps), Antonella Sboro (Bper), Paolo Citterio (Ubibanca). Durante il dibattito, i saluti dei rappresentanti delle altre organizzazioni: il segretario generale della Fisac Cgil, Giuliano Calcagni, il segretario generale di Unisin, Emilio Contrasto, il segretario nazionale della Uilca, Fulvio Furlan, e il responsabile dei coordinamenti aziendali First Cisl, Domenico Iodice.
Banche, futuro e destino del settore del credito al centro dei lavori e focus sulle proposte per il rinnovo del contratto nazionale. Argomenti dibattuti nella relazione introduttiva del segretario generale aggiunto Giuliano de Filippis, che ha tracciato un quadro dello scenario politico-sindacale, nell’intervento del segretario nazionale Giuseppe Milazzo che ha illustrato la piattaforma e infine nell’intervento del segretario generale Sileoni.
“Oggi abbiamo a disposizione una quantità di dati inimmaginabile” ha detto De Filippis. “Si sta istituendo un nuovo credo che afferma qualcosa di rivoluzionario: tutto quello di cui la società ha bisogno sono dati, che vanno raccolti e interpretati. Chi ha i dati? In teoria potrebbero essere liberi e a disposizione di tutti, ma chi li sa interpretare? Nessuna mente umana è in grado di elaborare queste quantità di dati. Ecco perché l’intelligenza artificiale si sta facendo largo. Ma la nuova tecnologia che avanza va governata e messa al servizio delle persone. È necessario un nuovo modello sindacale che difenda l’esistente e abbia conto del futuro, che tenga conto degli scenari complessivi e allo stesso tempo sia al fianco dei lavoratori anche se alle banche non piace. Che non sia succube dell’agenda delle banche. Questo nuovo modello assomiglia tanto alla Fabi”.
Quindi uno sguardo più specifico alla piattaforma. “Non vogliamo fare sconti a nessuno” ha esordito Milazzo. “Questo è un contratto da conquistare, certo tenendo conto delle mutate condizioni del settore, ma anche del ruolo imprescindibile dei lavoratori e dei sacrifici già fatti. Per questo abbiamo realizzato una piattaforma che prevede proposte molto concrete come gli aumenti economici per i lavoratori a fronte del ritorno agli utili delle banche e la riduzione di 30 minuti dell’orario di lavoro settimanale. Vogliamo un nuovo contratto che elimini il salario d’ingresso e quindi la distinzione tra vecchi e nuovi assunti, che metta fine alle indebite pressioni commerciali, che punti al recupero della fiducia della clientela, elemento imprescindibile perché le banche continuino a svolgere il loro ruolo sociale. Vogliamo - ha detto Milazzo - che l’area contrattuale comprenda tutto il perimetro vigilato da Banca d’Italia, Bce e Consob”.
Numerose anche le osservazioni dei dirigenti sindacali che dal pubblico si sono confrontati con i segretari nazionali Fabi - Giuliano Xausa, Fabio Scola e Mattia Pari – che con Milazzo hanno confezionato la piattaforma.
“La sola contrattazione di secondo livello non è sufficiente” ha detto il segretario generale aggiunto Mauro Bossola. “Basta farsi un giro tra i colleghi, sempre più incattiviti. Norme e tutele acquisite vengono messe continuamente in discussione e l’unico collante che tiene insieme la categoria è il contratto nazionale: un riferimento normativo per regolare la vita nelle nostre aziende ed evitare il far west. Questa piattaforma – ha concluso Bossola - non è ambigua, è fatta molto bene e risponde alle esigenze dei lavoratori dal punto di vista economico e politico. Se i bancari approveranno queste proposte credo che saremo assolutamente in grado di mantenere le promesse fatte”.
Milano, 03/04/2019
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