BANCOBPM, ACCORDO SUGLI NPL ED ESTERNALIZZAZIONI BLINDATE

Firmata dalla Fabi e dagli altri sindacati l’intesa, che riguarda 152 lavoratori, sul trasferimento di un pacchetto di sofferenze al gruppo Credito fondiario. Marioli: «Ampie garanzie per tutti i dipendenti di First Servicing»

BANCOBPM, ACCORDO SUGLI NPL ED ESTERNALIZZAZIONI BLINDATE

Ampie garanzie occupazionali ed economiche per i 152 dipendenti del BancoBpm che sono interessati dall’operazione di cessione dei prestiti deteriorati a Credito fondiario, società specializzata nel settore. Per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo sono state previste numerose tutele sia per l’eventuale riassunzione sia per altri aspetti come le condizioni praticate sui prodotti e sui servizi di BancoBpm, il sistema di welfare aziendale, la mobilità. L’accordo è stato firmato ieri sera dalla Fabi e dagli altri sindacati con l’azienda e riguarda la cessione di First Servicing da BancoBpm a Credito fondiario.

Ai dipendenti verrà mantenuto il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore credito. Restano in piedi anche gli accordi sui premi aziendali sia per chi sceglie la soluzione cash sia per chi preferisce il pagamento in welfare. L’attuale struttura territoriale di First Servicing è distribuita in 16 città, mentre in futuro resteranno aperti sette uffici (Bergamo, Genova, Lodi, Milano, Napoli, Roma, Verona): gli effetti della chiusura dei nove poli saranno gestiti nel rispetto dei vincoli sulla mobilità e comunque con la possibilità della riassunzione in BancoBpm.

Possibilità di rientro che – secondo quanto stabilito con l’accordo firmato ieri – viene concessa in molti casi, con l’obiettivo di assicurare ampie garanzie ai dipendenti “esternalizzati”: trasferimento collettivo di lavoratori a distanza superiore ai 50 chilometri (nei prossimi 10 anni); tensioni occupazionali, cessione di ramo d’azienda, cessione di quota di BancoBpm a soggetto diverso da Credito fondiario (15 anni); raggiungimento dei requisiti per la pensione e conseguente accesso al fondo di solidarietà nell’ambito di misure e accordi sugli esodi collettivi (15 anni); malattie, esigenze di carattere personale e familiare (a esempio titolari di legge 104/92 o con figli minori).

Domani partolo le assemblee per illustrare l’accordo, che è stato sottoscritto fuori della procedura e, pertanto, non inficia le cause future. «Pur non condividendo l’intera operazione di cessione di crediti non performanti, abbiamo ottenuto, nel negoziato con l’azienda, garanzie assai importanti. I lavoratori esternalizzati hanno, di fatto, un biglietto di ritorno in tasca. Le possibilità di riassunzione sono molteplici, soprattutto per i più giovani che avranno finestre di rientro per cinque anni. Ma anche per chi, a esempio, avrà i requisiti per un eventuale accesso al fondo di solidarietà per un prepensionamento volontario nei prossimi 10 anni. Le salvaguardie che abbiamo preteso dall’azienda sono tante e significative, con attenzione estrema per i casi di malattia e per chi ha figli piccoli» dichiara il coordinatore Fabi in BancoBpm, Piero Marioli. «Terremo la situazione sotto controllo e non lasceremo mai soli i colleghi: con un monitoraggio continuo, valuteremo gli sviluppi e le eventuali criticità o cause individuali saranno gestite con la massima attenzione e rapidità» aggiunge Marioli.

Roma, 16 maggio 2019

 

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