SCIOPERO DOBANK, ADESIONI ALL’85%

Alla protesta della Fabi e degli altri sindacati hanno aderito 1.062 dipendenti su 1.250. Presidi a Roma, Milano, Verona, Palermo e Messina. Il segretario nazionale Morelli: «Grande risposta dei lavoratori»

SCIOPERO DOBANK, ADESIONI ALL’85%

Grande adesione allo sciopero di doBank, la società attiva nel mercato degli npl (non performing loan) e del recupero crediti. Le lavoratrici e i lavoratori che ieri, complessivamente, hanno partecipato alla protesta della Fabi e degli altri sindacati rappresentano l’85% del totale dei dipendenti. Su 1.250 addetti, hanno scioperato o non hanno lavorato, appoggiando le manifestazioni, 1.062 persone. Secondo il segretario nazionale della Fabi, Mauro Morelli, si tratta di «una grande risposta dei lavoratori a questa azienda che rifugge il confronto, fa dichiarazioni non reali e in netto contrasto con i comportamenti, attuando una evidente politica del mordi e fuggi che né il sindacato né i lavoratori possono accettare. Chiediamo un comportamento serio e costruttivo e questa grande partecipazione deve darci ancora più forza e determinazione».

La protesta contro doBank - che nelle ultime settimane, ottenuta la revoca della licenza bancaria, è diventata doValue - trae fondamento dal piano industriale dell’azienda che prevede 160 esuberi e la chiusura di 7 sedi. Tagli proposti nonostante i conti siano in ordine e i risultati di bilancio assai positivi: lo scorso anno gli utili sono aumentati del 17% a 52,6 milioni di euro, il portafoglio dei crediti deteriorati passato da 76 a 82,2 miliardi di euro.

In particolare, per quanto riguarda le strutture territoriali, verrebbero chiusi gli uffici di: Brescia (coi dipendenti dirottati su Milano e Verona), Padova (lavoratori a Verona), Firenze (addetti a Bologna e Roma), Lecce (lavoratori a Bari), Messina e Reggio Calabria (dipendenti a Catania), Perugia (addetti a Roma). Decine di lavoratori sarebbero costretti, quotidianamente, a percorrere tra gli 80 e i 300 chilometri; quelli di Messina sarebbero obbligati anche a un passaggio in traghetto via mare. Le sedi che resterebbero operative sarebbero dunque nove: Bari, Bologna, Catania, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona.

«Sono preoccupato – aggiunge Morelli – perché, avendo rinunciato alla licenza bancaria, DoBank si è sottratta alla vigilanza di Bankitalia. La gestione degli Npl va ricondotta all’interno del settore creditizio con regole certe e socialmente sostenibili, altrimenti rappresenterà a breve il vero problema del Paese. Le società di recupero devono rimanere a sostegno della parte produttiva e sana dell’imprenditoria».

Roma, 29 giugno 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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