LA FABI A UBI BANCA: «BASTA ESTERNALIZZAZIONI, SOLUZIONI INTERNE PER GLI ESUBERI»
Vertice tra le organizzazioni sindacali e il gruppo. Citterio (Fabi): «Salvaguardiamo l’area contrattuale»
Il caso esternalizzazioni al centro del vertice, ieri mattina, tra la Fabi, con gli altri sindacati, e i dirigenti di Ubi Banca. La riunione – a cui hanno partecipato il responsabile delle risorse umane del gruppo, Mario Napoli, il responsabile delle relazioni sindacali , Andrea Merenda, e il vice direttore Ubi, Elvio Sonnino – è stata convocata dopo la massiccia partecipazione dei lavoratori alle manifestazioni, che si sono svolte nelle 10 piazze delle città colpite dall’annuncio di cessioni all’esterno delle attività Ubisse Accenture BCube.
I sindacati chiedono di escludere altre operazioni di esternalizzazione, ma la banca ha risposto che il piano industriale del 2017, tenuto conto dell’acquisizione delle tre bridge bank, fissa un numero massimo di filiali e dipendenti a fine 2020.
La Fabi e gli altri sindacati ora chiedono di gestire i processi di riduzione d’organico attraverso soluzioni interne al gruppo e che i percorsi di realizzazione del piano industriale, in relazione agli organici fino al 2020, siano approvati dalle organizzazioni sindacali.
“L’obiettivo della segreteria nazionale è chiaro: salviamo l’area contrattuale! Perseguiremo questo obiettivo nella trattativa che prende avvio oggi. Per il futuro le organizzazioni sindacali di UBI devono entrare in una cabina di regia per fare in modo che il problema esuberi venga gestito con soluzioni interne al gruppo e che l’istituto delle esternalizzazioni non diventi un semplice alibi utilizzabile a piacimento dall’azienda” ha commentato il coordinatore Fabi gruppo Ubi Banca, Paolo Citterio.
Roma, 19 settembre 2019