BANCA INTERMOBILIARE, PER I SINDACATI “SI PARTE MALE”

L’Azienda non fornisce risposte esaustive sulle filiali da accorpare e sulla modalità di uscita dei 140 esuberi previsti. Marras: «Nessuna cura dimagrante ha mai aiutato il rilancio del business, tantomeno se prevede esuberi di dimensioni inaccettabili socialmente».

BANCA INTERMOBILIARE, PER I SINDACATI “SI PARTE MALE”

Milano, 10 ottobre 2019 – Posizione ancora rigida da parte dei sindacati nei confronti di Banca Intermobiliare. Questo quanto emerso durante il primo incontro tra sindacati e azienda per gestire gli esuberi previsti dal gruppo in relazione alla ristrutturazione in corso: procedura che riguarderà 140 lavoratrici e lavoratori ed è seguita con grande attenzione da tutte le Segreterie Nazionali del credito.

«Abbiamo manifestato il nostro dissenso – si legge in un comunicato unitario dei sindacati - ad un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del Gruppo BIM attraverso il sacrificio dei colleghi, senza alcuna garanzia di buona riuscita». I sindacati manifestano la loro disponibilità al confronto, ma sottolineano la necessità di non distaccarsi dall’impianto normativo contrattuale.

«Auspichiamo – si legge ancora nel comunicato – il medesimo senso di responsabilità da parte dell’Azienda in questa delicata trattativa, a differenza di quanto avvenuto nell’incontro odierno, durante il quale le informazioni indispensabili per l’avvio della procedura non ci sono state fornite, nonostante nostra richiesta preventiva. L’evidenza dei dati presenti nella procedura fornisce una fotografia al 30 giugno che non tiene conto delle uscite dei mesi successivi».

Al momento gli unici dati certificati dall’Azienda sono quelli relativi all’accorpamento di due filiali delle 9 previste (aggregazione di Bologna su Modena e di Pavia su Milano). «E le altre 7?» chiedono i sindacati. La banca non l’ha comunicato limitandosi a specificare che le filiali saranno comunque oggetto di efficientamento. «La nostra posizione – concludono i sindacati – è che ogni ulteriore intervento sulle 7 filiali a noi non note, non sarà oggetto di questa procedura».

«La Fabi – ha detto Roberto Marras, segreteria Fabi Torino – è convinta che il rilancio della Banca Intermobiliare possa passare solamente dal mantenimento delle professionalità e dal lavoro che i colleghi hanno sempre profuso in questi anni. Nessuna “cura dimagrante” ha mai aiutato il rilancio del business, tantomeno se prevede esuberi di dimensioni inaccettabili socialmente. La Fabi è sempre stata a fianco dei lavoratori del settore e ne difenderà l’occupazione con tutte le armi a disposizione».

 

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