CARIGE, POSIZIONI ANCORA DISTANTI TRA I SINDACATI E L’AZIENDA

Proseguono gli incontri tra le parti sul piano industriale. Garbarino (Fabi): «Il problema principale di questa trattativa è che ci ritroviamo a confrontarci con una controparte che non riesce a rimuovere dal tavolo i reali ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un accordo soddisfacente e il ripristino di un minimo clima di fiducia»

CARIGE, POSIZIONI ANCORA DISTANTI TRA I SINDACATI E L’AZIENDA

«Il problema principale di questa trattativa è che ci ritroviamo a confrontarci con una controparte che non riesce a rimuovere dal tavolo i reali ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un accordo soddisfacente, vale a dire l'argomento del “Wealth Management” e il ripristino di un minimo clima di fiducia con essa». È il commento del segretario coordinatore Fabi gruppo Carige, Riccardo Garbarino dopo i primi tre incontri di trattativa sul piano industriale Carige, presentato il 9 ottobre, tra le organizzazioni sindacali e i vertici del gruppo ligure.

 

Per i sindacati al momento gli unici argomenti trattati dall’azienda durante questa trattativa sono la riduzione degli organici, la chiusura delle filiali e i processi di riorganizzazione del gruppo bancario. Alle 45 filiali in chiusura entro la fine del 2019, scrivono le sigle sindacali in un comunicato unitario, sono da aggiungere le uscite pensionistiche, la riorganizzazione delle filiali e dei dipendenti. La riduzione dell’organico dovrebbe essere gestita tramite il Fondo di Sostegno al Reddito per i dipendenti che maturano i requisiti pensionistici entro tutto il 2027; inoltre è previsto anche l’iter dello strumento “Quota 100” per ulteriori uscite volontarie.

 

«Il primo ostacolo, come pensato dall’azienda, rappresenta una minaccia concreta per la costituzione di una “Good Bank” nella Banca Cesare Ponti con il resto della banca abbandonato ad un futuro ignoto e senza prospettive, cosa che noi non potremo mai accettare» continua il coordinatore Garbarino «Come Fabi non abbiamo alcun pregiudizio a parlare e a trattare l’argomento con chi sarà il reale proprietario della  banca in futuro (CCB ???) attualmente non presente al tavolo»

 

«Dobbiamo purtroppo rilevare di aver a che fare con una controparte, che non avendo la possibilità di superare la pregiudiziale sopra esposta continua a ripetere come un disco rotto l’intangibile l’accordo chiuso tra Cassa Centrale Banca, FITD e Schema Volontario, senza però consentirci di prenderne visione, se non altro per le parti che determinano ricadute sui lavoratori. Questi sono i veri ostacoli, eminentemente politici, che impediscono il decollo della trattativa sul piano industriale che attualmente possiamo tranquillamente definire ferma» conclude il segretario coordinatore Fabi.

 

Intanto l’azienda ha calendarizzato con le organizzazioni sindacali i prossimi incontri per l’11, 12 e 13 novembre.

 

Roma, 31 ottobre 2019

 

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