«UNICREDIT IN FUGA DA REGGIO CALABRIA»

La Fabi denuncia il «costante e progressivo abbandono del territorio» e critica la chiusura massiccia di sportelli. Catalano e Ginestra: «Pronti ad ogni iniziativa, dobbiamo rilanciare il Sud Italia»

«UNICREDIT IN FUGA DA REGGIO CALABRIA»

«Più volte è stato denunciato il costante e progressivo abbandono del territorio di Reggio Calabria da parte degli istituti di credito. I dati sono sotto gli occhi di tutti e, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori, che vivono ogni giorno questa progressiva perdita di stabilità, anche la clientela percepisce l’inesorabile abbandono del territorio». È questo l’attacco del direttivo Fabi della provincia calabra a Unicredit. Un attacco che trae fondamento dall’analisi della situazione del territorio sempre più difficile e dai timori legati all’imminente presentazione del piano industriale del gruppo, dal quale potrebbero emerge fino a 10.000 esuberi. Una ipotesi che la segreteria nazionale della Fabi ha sempre respinto. In una intervista pubblicata oggi su Mf Milano Finanza, il segretario nazionale, Mauro Morelli, ha spiegato che il gruppo «ha chiuso negli ultimi anni più di 500 filiali. L’abbandono progressivo e incessante del territorio, specie al Centro e al Sud del Paese, denuncia probabili strategie aziendali che discostano dalla banca tradizionale per avvicinarsi sempre di più a un modello organizzativo di banca d’affari».

Anche il segretario coordinatore della Fabi di Reggio Calabria, Santo Catalano, tocca le stesse corde. «Il nostro territorio va pian piano desertificandosi a livello bancario, mettendo a rischio decine di lavoratori e le loro famiglie». I numeri sono evidenti ed estremamente preoccupanti, e riflettono i risultati dello studio condotto dall’Osservatorio di analisi monetaria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, tra il 2008 e il 2018, che conferma un calo di oltre il 20% degli sportelli registrato dal sistema bancario italiano.

«I centri decisionali sono stati progressivamente spostati lontano dal capoluogo, creando ulteriori problematiche che vanno ad aggiungersi a quelle ormai note: le pressioni commerciali, vere e proprie politiche del terrore nei confronti dei dipendenti con minacce di trasferimento, di demansionamento, innumerevoli contestazioni e sanzioni disciplinari» osserva il segretario provinciale Fabi, Paolo Ginestra.

«Queste vessazioni, diffuse in tutte le aziende di credito, espongono i lavoratori bancari ad una continua e costante pressione psicologica, ed è solo grazie alla loro onestà intellettuale, alla loro piena consapevolezza che non si verificano quotidianamente fatti come quelli balzati agli onori della cronaca in questi giorni» aggiunge Catalano,​ convinto che «i lavoratori siano le prime vittime di un sistema imposto dai vertici delle direzioni generali che non tiene mai conto delle specificità culturali/umane e degli interessi delle singole realtà territoriali».

«Da parte nostra – chiosa Ginestra – invitiamo tutti, lavoratori bancari, famiglie, imprese, istituzioni a fare quadrato e a remare nella stessa direzione, a difesa e tutela del nostro territorio, dichiarandoci disponibili ad intraprendere qualsiasi iniziativa congiunta che tuteli lavoratori bancari e consumatori di Reggio Calabria».

È proprio in tal senso che va l’iniziativa, dedicata all’educazione finanziaria, organizzata dalla Fabi di Reggio Calabria e che segue il percorso tracciato dalla Fabi a livello nazionale con la campagna di sensibilizzazione lanciata nello scorso mese di ottobre. L’evento, previsto per il 14 dicembre e realizzato in collaborazione con l’Adusbef, si terrà presso il Teatro Comunale F. Cilea del capoluogo calabro. «In quell’occasione – spiega Ginestra – Fabi e Adusbef insieme si faranno promotori di un percorso dedicato alla ‘promozione della consapevolezza finanziaria’ rivolto a tutti i cittadini. Lo scopo dell’iniziativa è quello di agire in sinergia con associazioni dei consumatori ed imprese del territorio al fine di far comprendere a tutti che in questo momento delicato di rinnovo del contratto nazionale, il mantenimento/rafforzamento dell’impianto normativo contrattuale che tuteli i lavoratori bancari è elemento essenziale per la diretta tutela della clientela bancaria; quest’ultima subisce spesso inerme, al pari dei dipendenti bancari, i diversi modelli di servizio delle aziende bancarie che mirano al progressivo svuotamento della clientela dalle filiali».

«Tali processi – conclude   Catalano – assumono toni drammatici nel Sud Italia, dove la progressiva desertificazione bancaria si accompagna al crescente esodo dei giovani che si collocano nelle sedi delle aziende bancarie site per lo più al Nord Italia; si rende pertanto indispensabile prevedere, a livello di contratto nazionale, la nascita di sedi dedicate a lavorazioni centralizzate anche al Sud Italia, al fine di ristabilire più adeguati livelli occupazionali ed un maggiore impegno nel tessuto economico del Sud da parte dei grandi gruppi bancari».

Reggio Calabria, 21 novembre 2019

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