CASSA CENTRALE BANCA, SI ARENA IL NEGOZIATO SU ALLITUDE
Trattativa ferma sulla riorganizzazione della “Macchina Operativa di Gruppo” e la costituzione di una nuova società. L’incontro del 12 dicembre ha cristallizzato le distanze tra Cassa Centrale Banca e i sindacati. Mazzucchi(Fabi): «In questo contesto l’atteggiamento di chiusura della Capogruppo e l’insensibilità verso le necessità dei lavoratori ci preoccupa e ci obbliga ad alzare i toni del confronto»
Trattativa ferma tra sindacati e azienda sulla riorganizzazione di Cassa Centrale Banca.
Le posizioni tra la Fabi, le altre organizzazioni sindacali e i vertici di Cassa Centrale Banca sono distanti in relazione alla gestione delle ricadute occupazionali coinvolte nel processo di riorganizzazione della “Macchina Operativa di Gruppo” e la costituzione della società Allitude.
L’operazione riguarda 650 dipendenti distribuiti nelle sedi di Trento, Cuneo, Padova, Bologna, Palazzo sull’Oglio e Bari.
Durante l’incontro di ieri i sindacati hanno inviato all’azienda una proposta di accordo di fusione che riguarda:la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato e part time; il mantenimento a partire dalla fusione della attuale sede di lavoro con le modalità di fruizione previste da contratto compreso lo strumento dello smart working.
È stata inoltre ribadita da parte delle organizzazioni sindacali l’importanza del rafforzamento delle relazioni sindacali sulle riorganizzazioni aziendali, con il conseguente impatto sui lavoratori, e soprattutto che il passaggio di tutti i lavoratori in Allitude avvenga secondo quando previsto dal codice civile in materia di mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda (art. 1221 cc) con ulteriore proposta di applicazione del contratto integrativo aziendale a tutti i 650 lavoratori coinvolti.
L’azienda, come spiegato nella nota unitaria delle sigle sindacali, «ancora prima di entrare nel merito delle richieste fatte, ha presentato le proprie istante “indisponibili e non trattabili”».
Nello specifico: il gruppo bancario avrebbe richiesto la Cassa Mutua e Fondo pensione obbligatori a tutti a partire dal 1 gennaio 2020; nessuna disponibilità alla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato; nessun trattamento di diaria, di straordinario per missioni extra aziendali e per i trasferimenti.
La Fabi e le altre sigle ritengono le proposte aziendali «irricevibili, lontane dalle esigenze dei lavoratori e non coerenti con il progetto inizialmente proposto. Se nei prossimi incontri, previsti per il 16 e 17 dicembre, non ci saranno da parte dell’azienda delle sostanziali aperture di trattativa verranno attivati tutti gli strumenti a disposizione per la tutela dei lavoratori, compreso lo sciopero».
«Il progetto di aggregazione delle società del sistema in una unica società è strategico per tutto il gruppo Cassa Centrale Banca e il suo successo è fondamentale per i futuro, non solo dei 650 colleghi interessati, ma di tutti gli 11.000 lavoratori del gruppo. In questo contesto l’atteggiamento di chiusura della Capogruppo e l’insensibilità verso le necessità dei lavoratori ci preoccupa e ci obbliga ad alzare i toni del confronto» ha commentato il coordinatore Fabi gruppo Cassa Centrale Banca, Domenico Mazzucchi.
«I prossimi incontri saranno fondamentali per cercare di far cambiare idea a controparte e far partire la nuova società senza tensioni sindacali e con soddisfazione reciproca di azienda e lavoratori. Le relazioni sindacali nel gruppo sono partite da qualche mese e, fino ad ora, l’atteggiamento della Capogruppo è stato positivo. Registriamo però in questo ultimo periodo un irrigidimento ingiustificato non solo in questa procedura ma anche nella procedura di risanamento della Bcc Valdostana. Se così non sarà come Fabi faremo valere la nostra forza per tutelare gli interessi dei colleghi perché siamo convinti sia una battaglia a favore di tutti i lavoratori del gruppo» ha concluso Mazzucchi.
Roma, 13 dicembre 2019