UBIBANCA, IL PIANO INDUSTRIALE NON CONVINCE I SINDACATI

La forte riduzione di forza lavoro con il taglio di oltre 2.000 dipendenti (più del 10%) e la chiusura di almeno 175 filiali generano forte preoccupazione per le organizzazioni sindacali. Scola: «Già dal primo incontro ufficiale sul tavolo sindacale, saremo pronti nel richiedere dati più concreti e specifici e soprattutto a rivendicare un forte numero di assunzioni». Citterio:«I nostri obiettivi, oltre ad un adeguato ricambio generazionale di 1 a 2, saranno concentrati ad evitare nuove operazioni di esternalizzazione e a prevedere adeguati interventi di riqualificazione per i 2.400 colleghi che vedranno cambiare la propria attività».

UBIBANCA, IL PIANO INDUSTRIALE NON CONVINCE I SINDACATI

I vertici di Ubi banca hanno presentato oggi il piano industriale 2020-2022 annunciando una riduzione di 2.030 lavoratori (garantendo un parziale ricambio generazionale), la chiusura di circa 175 filiali e la riduzione del 35% degli sportelli “full cash”. Le uscite includono le 300 già concordate con i sindacati a dicembre 2019.

«Un piano industriale assai articolato e sfidante. Abbiamo apprezzato il coinvolgimento che avrà tutto il personale del Gruppo per poter raggiungere il risultato, ma siamo preoccupati e sicuramente attenti sul dato di 175 filiali in chiusura insieme a circa 2000 nuovi esuberi previsti» ha commentato il segretario nazionale Fabi, Fabio Scola .
«Già dal primo incontro ufficiale sul tavolo sindacale- ha continuato Scola - saremo pronti nel richiedere dati più concreti e specifici e soprattutto a rivendicare un forte numero di assunzioni che non potrà essere inferiore almeno al 50% delle previste fuoriuscite. Solo il proseguire di buoni rapporti di relazioni sindacali, potrà dare un risulto positivo e lungimirante al piano d’impresa stesso. La centralità della persona che lavora in UBI , insieme anche alle nuove regole del nuovo CCNL, saranno fondamentali al buon esito di tutta la prossima trattativa in merito» ha concluso Scola.

E sulla trattativa di è espresso anche il coordinatore Fabi gruppo Ubi, Paolo Citterio: «Solo quando inizierà la trattativa sindacale si comprenderanno realmente gli effetti di quando presentato oggi dai vertici del Gruppo. I nostri obiettivi, oltre ad un adeguato ricambio generazionale di 1 a 2, saranno concentrati ad evitare nuove operazioni di esternalizzazione e a prevedere adeguati interventi di riqualificazione per i 2.400 colleghi che vedranno cambiare la propria attività – ha proseguito il coordinatore Fabi – Il fatto che il nuovo piano industriale impatterà in totale sul 25% del personale, circa 4.500 su 20.000, ci dà l’idea di come le banche debbano abituarsi sempre più al cambiamento se vogliono rimanere competitive» ha concluso il coordinatore Citterio

«Il Piano industriale illustrato stamani dall’amministratore delegato Victor Massiah indica gli obiettivi generali senza entrare nel merito dei singoli aspetti – commentano in una nota congiunta i coordinatori del gruppo Ubi delle sigle sindacali- la forte riduzione di forza lavoro con il taglio di oltre 2.000 dipendenti (più del 10%), la riqualificazione di altri circa 2.400 e la chiusura di almeno 175 filiali generano forte preoccupazione per le organizzazioni sindacali. Capiremo i reali impatti solamente una volta che verrà fornita la comunicazione di Informativa sindacale che verrà inviata solo nei prossimi giorni alle organizzazioni sindacali. Obiettivo già dichiarato da tutte le sigle sarà un robusto piano di assunzioni (di almeno 1 persona ogni due uscite) per mantenere adeguati livelli occupazionali e di servizio su tutti i territori dove UBI è presente».

Roma, 17 febbraio 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ubi: Fabi, assunzioni almeno 50% uscite volontarie = (AGI) – Roma, 17 feb. – “Un piano industriale assai articolato e sfidante. Quanto abbiamo apprezzato il coinvolgimento che avra’ tutto il personale del Gruppo per poter raggiungere il risultato, quanto siamo preoccupati e sicuramente attenti sul dato di 175 filiali in chiusura insieme a circa 2000 nuovi esuberi previsti. Gia’ dal primo incontro ufficiale sul tavolo sindacale, saremo pronti nel richiedere dati piu’ concreti e specifici e soprattutto a rivendicare un forte numero di assunzioni che non potra’ essere inferiore almeno al 50% delle previste fuoriuscite. Solo il proseguire di buoni rapporti di relazioni sindacali, potra’ dare un risalto positivo e lungimirante al Piano d’Impresa stesso. La centralita’ delle persona che lavora in Ubi, insieme anche alle nuove regole del nuovo ccnl, saranno le impronte fondamentali al buon esito di tutta la prossima trattativa in merito”. Lo dichiara il segretario nazionale Fabi, Fabio Scola, commentando il piano industriale del gruppo Ubi presentato oggi. Secondo il coordinatore Fabi Gruppo Ubi, Paolo Citterio, “solo quando iniziera’ la trattativa sindacale si comprenderanno realmente gli effetti di quando presentato oggi dai vertici del Gruppo. I nostri obiettivi, oltre ad un adeguato ricambio generazionale di 1 a 2, saranno concentrati ad evitare nuove operazioni di esternalizzazione e a prevedere adeguati interventi di riqualificazione per i 2.400 colleghi che vedranno cambiare la propria attivita’. Il fatto che il nuovo piano industriale impattera’ in totale sul 25% del personale, circa 4.500 su 20.000, ci da’ l’idea di come le banche debbano abituarsi sempre piu’ al cambiamento se vogliono rimanere competitive”. (AGI)Mau 171525 FEB 20 NNNN

 

Ubi Banca, Fabi: Assunzioni pari almeno a 50% uscite volontarie Milano, 17 feb. (LaPresse) – “Un piano industriale assai articolato e sfidante. Quanto abbiamo apprezzato il coinvolgimento che avrà tutto il personale del Gruppo per poter raggiungere il risultato, quanto siamo preoccupati e sicuramente attenti sul dato di 175 filiali in chiusura insieme a circa 2000 nuovi esuberi previsti. Già dal primo incontro ufficiale sul tavolo sindacale, saremo pronti nel richiedere dati più concreti e specifici e soprattutto a rivendicare un forte numero di assunzioni che non potrà essere inferiore almeno al 50% delle previste fuoriuscite. Solo il proseguire di buoni rapporti di relazioni sindacali, potrà dare un risalto positivo e lungimirante al Piano d’Impresa stesso. La centralità delle persona che lavora in UBI, insieme anche alle nuove regole del nuovo CCNL, saranno le impronte fondamentali al buon esito di tutta la prossima trattativa in merito”. Lo dichiara il segretario nazionale Fabi, Fabio Scola, commentando il piano industriale del gruppo Ubi presentato oggi. (segue) ECO NG01 taw 171531 FEB 20

Ubi Banca, Fabi: Assunzioni pari almeno a 50% uscite volontarie-2- Milano, 17 feb. (LaPresse) – Secondo il Coordinatore Fabi Gruppo Ubi, Paolo Citterio, “solo quando inizierà la trattativa sindacale si comprenderanno realmente gli effetti di quando presentato oggi dai vertici del Gruppo. I nostri obiettivi, oltre ad un adeguato ricambio generazionale di 1 a 2, saranno concentrati ad evitare nuove operazioni di esternalizzazione e a prevedere adeguati interventi di riqualificazione per i 2.400 colleghi che vedranno cambiare la propria attività. Il fatto che il nuovo piano industriale impatterà in totale sul 25% del personale, circa 4.500 su 20.000, ci dà l’idea di come le banche debbano abituarsi sempre più al cambiamento se vogliono rimanere competitive”. ECO NG01 taw 171531 FEB 20

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