«PRETENDIAMO UN CONFRONTO APERTO E TRASPARENTE CON I VERTICI DI CCB»

In un’ampia intervista a MF Milano Finanza, il coordinatore Fabi in Cassa centrale banca, Domenico Mazzucchi, espone la posizione del sindacato in vista del piano industriale del gruppo

«PRETENDIAMO UN CONFRONTO APERTO E TRASPARENTE CON I VERTICI DI CCB»

«Pretendiamo un confronto aperto e trasparente sulle strategie che il gruppo intende adottare. E ci aspettiamo di essere convocati per il nuovo piano industriale». Intervistato dal quotidiano Mf Milano Finanza, il coordinatore Fabi in Cassa centrale banca, Domenico Mazzucchi, mette subito in chiaro la priorità della Fabi, in attesa del piano industriale del gruppo. In una realtà partita da poco più di un anno, sono ben 18 le operazioni di fusione affrontate, che hanno coinvolto 4mila lavoratrici e lavoratori e contato 137 uscite - solo su base volontaria - a fronte dell’assunzione di 66 giovani, che hanno favorito un importante ricambio generazionale. Risultati soddisfacenti, raggiunti anche grazie a un positivo rapporto con il nuovo responsabile delle relazioni sindacali, proveniente dall’ambito federativo del movimento. Tuttavia, quello che ancora manca «è un confronto aperto e trasparente sulle strategie che il gruppo intende adottare – dichiara Mazzucchi - e vogliamo sapere, in particolare, il modello che la capogruppo intende perseguire e gli impatti sul numero di bcc, sul numero di sportelli e sul personale».

Per la Fabi, il modello di riferimento è chiaro e intoccabile: il gruppo dovrà mantenere la sua vocazione mutualistica e rafforzare il legame con il territorio. È infatti il binomio impresa-cooperativa a costituire la fonte principale del successo delle Bcc. Fondamentale, insomma, investire nel rapporto con i soci e con il territorio e «sul patrimonio più importante, che è rappresentato dai collaboratori, dalla loro professionalità e competenza e dal loro grande senso di appartenenza» sottolinea il coordinatore Fabi.

Con un diktat imprescindibile: esuberi solo volontari e collegati a un congruo ricambio generazionale, una adeguata valorizzazione del personale e una mobilità territoriale sostenibile.

Roma, 28 febbraio 2020

 

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