CORONAVIRUS, BANCHE NON RISPETTANO A PIENO PROTOCOLLI SICUREZZA
Riunione con i rappresentati degli istituti di credito per verificare l’attuazione degli accordi del 16 e del 24 marzo. Chieste risposte all’Abi. Allarme sugli episodi di violenza contro agenzie e lavoratori: rafforzare i servizi di vigilanza
Non vengono completamente rispettati, dalle banche, i protocolli di sicurezza sottoscritti dai sindacati e dall’Abi il 16 e il 24 marzo per far fronte all’emergenza Coronavirus. I sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, nella riunione in videoconferenza di questa mattina con l’Abi, hanno infatti denunciato il mancato adeguamento di alcuni istituti di credito rispetto alle protezioni individuali e alla sanificazione degli ambienti di lavoro. Durante la riunione, a cui hanno preso parte i segretari delle cinque organizzazioni sindacali, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto, è stata posta l’attenzione, poi, sui sempre più numerosi e violenti atti di violenza verso agenzie e, in casi più sfortunati, anche verso le lavoratrici e i lavoratori.
Il prossimo incontro di verifica sui protocolli di sicurezza è stato fissato per mercoledì 8 aprile. I segretari generali hanno chiesto ad Abi di dare risposte su questi punti anche garantendo un servizio supplementare di guardie giurate e una maggiore accuratezza e frequenza nei processi di sanificazione, da estendere a tutte le agenzie operative e non solo a quelle in cui si siano verificati casi di positività. Abbiamo chiesto risposte chiare rispetto alle procedure di moratoria di mutui, prestiti per privati e aziende, oltre un elenco chiaro e dettagliato delle associate che aderiscono alla convenzione per la Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria. Secondo Sileoni, Colombani, Calcagni, Masi e Contrasto «è importante non allentare l’attenzione in questa fase così delicata e, soprattutto, continuare a lavorare in modo unitario e condiviso con Abi rispetto all’efficientamento delle misure già in vigore, anche con decisione rispetto al contenuto di tutti i provvedimenti di sostegno al reddito, per evitare che le lungaggini burocratiche o difficoltà interne agli istituti di credito ne impoveriscano la portata sostanziale. Occorre garantire la possibilità di utilizzo e di implementazione di tutti gli strumenti e pratiche a distanza inclusa anche la registrazione telefonica al fine di ridurre, come più volte abbiamo sottolineato, la presenza fisica della clientela nelle agenzie. È essenziale che si giunga ad una condizione di omogeneità in tutto il settore, anche prevendendo la consegna, per chi ne fosse sprovvisto, di una tessera bancomat gratuita per sei mesi proprio per contribuire ad una maggiore efficacia delle misure di diradazione della presenza della clientela nelle filiali. È necessario continuare a gestire insieme questa difficile fase emergenziale a supporto di condizioni di lavoro sicure che tutelino lavoratrici lavoratori e clientela».
Roma, 2 aprile 2020