«SERVE PIÙ TEMPO ALLE BANCHE PER APPLICARE LE MISURE DEL DECRETO IMPRESA»

L’intervista al Giornale del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, sui tempi di erogazione di liquidità per l’emergenza Covid-19 ripresa da Coffee Break La7, Mi Manda Raitre, Radio Rai 1. E da tutte le principali agenzie di stampa (Ansa, AdnKronos, Askanews, La Presse, 9 Colonne, Dire). Interviste su TgCom24, Tg4 Rete4, Studio Aperto Italia 1

«SERVE PIÙ TEMPO ALLE BANCHE PER APPLICARE LE MISURE DEL DECRETO IMPRESA»

L’intervista al Giornale del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, sui tempi di erogazione di liquidità per l’emergenza Covid-19 ripresa da Coffee Break La7, Mi Manda Raitre, Radio Rai 1. E da tutte le principali agenzie di stampa (Ansa, AdnKronos, Askanews, La Presse, 9 Colonne, Dire). Interviste su TgCom24, Tg4 Rete4, Studio Aperto Italia 1

 

Dl Imprese: Sileoni, almeno 10 giorni per applicare misure (ANSA) – ROMA, 8 APR – “Per adeguare le procedure interne alle banche al decreto sulle nuove garanzie per i prestiti alle imprese servono almeno 10 giorni. In questo momento il 65% del personale bancario in Italia e’ in smart working. La conseguenza e’ che ogni rapporto quotidiano tra i dirigenti rimasti nelle direzioni, i dipendenti nella trincea delle filiali e chi sta a casa e’ molto rallentato. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio. Inoltre, chi sta al governo deve considerare la complessita’ di un’operazione di finanziamento bancario”. E’ quanto ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in una intervista al GIORNALE, spiegando l’applicazione dell’ultimo decreto-legge approvato dal governo sull’emergenza Coronavirus. “qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti sconta un periodo di tempo. Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Faccio un esempio: di fronte a una richiesta di credito la banca si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti. Inoltre, a seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario. Tutti gli importi sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla banca. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare” aggiunge Sileoni.(ANSA). DOA 08-APR-20 10:04 NNNN

 

Coronavirus, Fabi: almeno 10 giorni per applicare Dl in banca Intervista al Giornale Roma, 8 apr. (askanews) – Per adeguare le procedure interne alle banche al decreto sulle nuove garanzie per i prestiti alle imprese servono «almeno 10 giorni. In questo momento il 65% del personale bancario in Italia è in smart working. La conseguenza è che ogni rapporto quotidiano tra i dirigenti rimasti nelle direzioni, i dipendenti nella trincea delle filiali e chi sta a casa è molto rallentato. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio. Inoltre, chi sta al governo deve considerare la complessità di un’operazione di finanziamento bancario». È quanto ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in una intervista al Giornale, spiegando l’applicazione dell’ultimo decreto-legge approvato dal governo sull’emergenza Coronavirus. “Qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti – ha aggiunto – sconta un periodo di tempo. Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Faccio un esempio: di fronte a una richiesta di credito la banca si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti. Inoltre, a seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario. Tutti gli importi sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla banca. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare”. Mlp 20200408T095503Z

 

Coronavirus, Sileoni: Almeno 10 giorni per applicare decreto garanzie in banca Milano, 8 apr. (LaPresse) – Per adeguare le procedure interne alle banche al decreto sulle nuove garanzie per i prestiti alle imprese servono “almeno 10 giorni. In questo momento il 65% del personale bancario in Italia è in smart working. La conseguenza è che ogni rapporto quotidiano tra i dirigenti rimasti nelle direzioni, i dipendenti nella trincea delle filiali e chi sta a casa è molto rallentato. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio. Inoltre, chi sta al governo deve considerare la complessità di un’operazione di finanziamento bancario”. È quanto ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in una intervista al Giornale, spiegando l’applicazione dell’ultimo decreto-legge approvato dal governo sull’emergenza Coronavirus. “Qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti – ha aggiunto – sconta un periodo di tempo. Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Faccio un esempio: di fronte a una richiesta di credito la banca si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti. Inoltre, a seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario. Tutti gli importi sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla banca. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare”. ECO NG01 fct 080948 APR 20

 

R. STAMPA / CORONAVIRUS, SILEONI (FABI): ALMENO 10 GIORNI PER ADEGUARE BANCA (9Colonne) Roma, 8 apr – Per adeguare le procedure interne alle banche al decreto sulle nuove garanzie per i prestiti alle imprese servono “almeno 10 giorni. In questo momento il 65% del personale bancario in Italia è in smart working. La conseguenza è che ogni rapporto quotidiano tra i dirigenti rimasti nelle direzioni, i dipendenti nella trincea delle filiali e chi sta a casa è molto rallentato. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio. Inoltre, chi sta al governo deve considerare la complessità di un’operazione di finanziamento bancario”. È quanto ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in una intervista al Giornale, spiegando l’applicazione dell’ultimo decreto-legge approvato dal governo sull’emergenza Coronavirus. “Qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti sconta un periodo di tempo. Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Faccio un esempio: di fronte a una richiesta di credito la BANCA si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti. Inoltre, a seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario. Tutti gli importi sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla BANCA. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare” aggiunge Sileoni. (red)

 

CORONAVIRUS. SILEONI: ALMENO 10 GIORNI PER APPLICARE DECRETO GARANZIE IN BANCA (DIRE) Roma, 8 apr. – Per adeguare le procedure interne alle banche al decreto sulle nuove garanzie per i prestiti alle imprese servono “almeno 10 giorni. In questo momento il 65% del personale bancario in Italia e’ in smart working. La conseguenza e’ che ogni rapporto quotidiano tra i dirigenti rimasti nelle direzioni, i dipendenti nella trincea delle filiali e chi sta a casa e’ molto rallentato. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio. Inoltre, chi sta al governo deve considerare la complessita’ di un’operazione di finanziamento bancario”. È quanto ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, in una intervista al Giornale, spiegando l’applicazione dell’ultimo decreto-legge approvato dal governo sull’emergenza Coronavirus. “Qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti sconta un periodo di tempo. Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Faccio un esempio: di fronte a una richiesta di credito la banca si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti. Inoltre, a seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario. Tutti gli importi sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla banca. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare”, aggiunge SILEONI. — (Vid/ Dire) 10:00 08-04-20 NNNN

 

CORONAVIRUS: SILEONI, ‘CON 65% BANCARI IN SMART WORKING, TEMPI LUNGHI PER LIQUIDITA”** = Roma, 8 apr. (Adnkronos) – “Due dipendenti su tre lavorano da casa in modalità smart working: è inevitabile che ci siano effetti, sul piano organizzativo, nella gestione delle nuove misure sulla liquidità per le imprese”. Lo dice, all’AdnKronos, il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni. “Il dialogo tra i le lavoratrici e i lavoratori in trincea nelle agenzie e quelli a casa con i dirigenti rimasti in direzione è gioco-forza più lento. E qualunque tipo di nuova norma deve scontare questo passaggio”, ribadisce il leader sindacale. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 08-APR-20 12:13 NNNN

 

CORONAVIRUS: SILEONI, ‘CON 65% BANCARI IN SMART WORKING, TEMPI LUNGHI PER LIQUIDITA” (2) = (Adnkronos) – “Il governo deve tenere in considerazione la complessità di un’operazione di finanziamento bancario. Qualunque nuova disposizione per regolare i rapporti con i clienti sconta un periodo di tempo”, rincara Sileoni che aggiunge: per arrivare a erogare i nuovi finanziamenti garantiti dallo Stato, prosegue il segretario della Fabi, ci vorranno “almeno 10 giorni, poi il meccanismo sarà messo a punto e tutto funzionerà perfettamente. A seconda dell’importo, ci sono diversi livelli decisionali: si va da semplici comitati crediti fino al cda stesso del gruppo bancario”. “Tutti gli importi – sottolinea Sileoni- sono oggetto di valutazione in base alle organizzazioni interne alla banca. Se viene richiesto di modificare la procedura standard, le banche si devono adeguare. Ammesso che tutti fossero normalmente sul posto di lavoro, Le procedure, che sono standard, vanno adeguate. Di fronte a una richiesta di credito la banca si attiva per chiedere molte informazioni a molteplici soggetti”. Il segretario generale della Fabi guarda anche a un altro aspetto da chiarire per quanto riguarda l’erogazione dei nuovi prestiti, quello di un eventuale scudo penale per “concorso in bancarotta o ricorso abusivo del credito. Sono criticità legate ai finanziamenti di cui il decreto deve tener conto. Ci sono troppe casistiche determinanti che dovranno essere vagliate per ora non previste, ad esempio quella di un’azienda che chiede una importante affidamento, ma sta per fallire, o una che ha già avuto problemi con le banche. Questa casistica deve essere chiarita bene ed è molto ampia”. Secondo Sileoni, comunque, “è corretto aver posto le banche al centro del rilancio dell’economia perché conoscono a fondo il territorio e tutto il tessuto economico produttivi del nostro Paese”, conclude. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 08-APR-20 12:18 NNNN​

ANSA/ Imprese al Nord premono, ripartire a breve o si chiude Pressing anche su liquidita’.Sindacati a Conte, allerta sicurezza (di Silvia Gasparetto e Massimo Lapenda) (ANSA) – MILANO, 8 APR – Riprendere a produrre il prima possibile, con un tabella di marcia che consenta una riapertura ordinata e in sicurezza. Arriva dagli industriali di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto il pressing per riaprire in tempi brevi evitando il “rischio che l’Italia spegna definitivamente il motore”. La richiesta di accelerare verso la fase 2 arriva mentre il governo sta lavorando al dossier in vista del nuovo decreto sulle restrizioni anti-Coronavirus: provvedimento per il quale i sindacati chiedono al premier Giuseppe Conte un incontro urgente, soprattutto per fare un ‘tagliando’ al protocollo sulla sicurezza. Se si deve iniziare a riaprire, e’ il messaggio, vanno tutelati i lavoratori. Gli industriali delle quattro regioni del Nord che rappresentano il 45% del Pil italiano, rompono ogni indugio e sottoscrivono l’agenda per la riapertura e la difesa dei luoghi di lavoro. Nel documento arriva la richiesta di definire un piano di aperture programmate “mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale”. Anche tra gli imprenditori, infatti, le parole d’ordine sono “riapertura” e “sicurezza”, perche’ il prolungamento del lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e non fatturare con l’effetto che “molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese”. Intanto la Ferrari, simbolo del Made in Italy, presenta il suo piano di ‘fase 2′, per la ripartenza post emergenza sanitaria. Il progetto prevede tre fasi tra cui l’uso di una app per tracciare i contatti. Non c’e’ solo la produzione a preoccupare gli imprenditori. Sul fronte della liquidita’ si guarda con grande interesse alle misure adottate dal governo: nel complesso la valutazione di Confindustria e’ “positiva” date le garanzie di “coperture elevate per imprese di tutte le dimensioni”. Il problema, pero’, potrebbe essere la tabella di marcia: le aziende hanno bisogno di fondi freschi subito ma, inevitabilmente, gli schemi con Sace e Fondo di garanzia per le Pmi messi in campo dall’esecutivo avranno bisogno di qualche giorno per entrare a regime. Una volta che il testo sara’ pubblicato in Gazzetta ufficiale partira’ subito la notifica a Bruxelles per ottenere il via libera – che dovrebbe arrivare in un paio di giorni al massimo. Subito dopo Pasqua, ragionevolmente, l’intera macchina sara’ pronta a partire ma, avverte la FABI, ci sara’ poi bisogno almeno di una decina di giorni perche’ le banche rivedano le procedure. Abi e Sace, intanto, gia’ si sono messe attorno al tavolo per accelerare il piu’ possibile, mentre il Fondo centrale di garanzia e’ strumento gia’ rodato che, probabilmente, potra’ attivarsi piu’ velocemente. Resta comunque il rischio che la corsa al credito delle tante imprese in carenza di liquidita’ crei ‘strozzature’ nella concessione dei prestiti: oltre ai tempi minimi indispensabili per aprire le pratiche e rispettare le norme c’e’ poi il nodo dei controlli su eventuali abusi. Il decreto ha allargato le maglie anche alle imprese di maggiori dimensioni. Il tema si pone specie per quella classe di imprese medie (sotto i 50 milioni) che in Italia soffrono a volte di sottocapitalizzazione e di una governance non adeguata al loro ruolo e che potrebbero, in potenza, creare perdite allo Stato per decine di milioni ciascuna. Certo i tassi di entrata in sofferenza sono piu’ elevati per le micro e le piccole ma si tratta di entita’ piu’ contenute e inoltre quest’ultime sono quelle che trovano piu’ difficolta’ a reperire finanziamenti nel canale bancario. Ad accendere un faro sulle nuove garanzie, e sui lavori della task force tra ministero dell’Economia, Banca d’Italia, Abi ed Mcc, cui si unira’ ora anche Sace, e’ la commissione d’inchiesta sulle banche guidata dalla M5S Carla Ruocco che avviera’ i suoi lavori a partire proprio dal capo della Vigilanza di via Nazionale. La mission “assicurarsi che la liquidita’ messa a disposizione dallo Stato, arrivi direttamente e velocemente alle imprese, senza oneri e aggravi burocratici”. (ANSA). GAS-LE 08-APR-20 20:38 NNNN

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