XAUSA: «ALLA POPOLARE DI BARI VOGLIONO UNA STRAGE»

Oggi primo incontro tra i sindacati e i commissari straordinari dell’istituto di credito pugliese sul nuovo piano industriale. Il segretario nazionale Fabi: «Numeri improponibili, daremo battaglia»

XAUSA: «ALLA POPOLARE DI BARI VOGLIONO UNA STRAGE»

«Quella delineata per la Banca Popolare di Bari è una visione miope, senza progetti, senza alcuna prospettiva, senza un futuro. È soltanto un modo per far pagare le colpe ai soliti innocenti con un conto salatissimo: 900 esuberi, 510 ipotesi di riconversioni e mobilità, 94 filiali chiuse, esternalizzazioni, revisione del contratto integrativo aziendale». È uno dei passaggi principali dell’intervento del segretario nazionale della Fabi, Giuliano Xausa, durante il primo incontro fra i sindacati e i commissari straordinari dell’istituto di credito pugliese. Xausa ha sottolineato che complessivamente il piano industriale dovrebbe interessare 1.560 unità pari al 60% del personale «perciò si tratta di una strage, non di una ristrutturazione».

 

«Il nostro primo obiettivo è il futuro di questa azienda e il futuro di tutti i lavoratori e le lavoratrici e le loro famiglie» ha detto subito Xausa rigettando i numeri messi sul tavolo dai commissari della Popolare di Bari.
«Che fine ha fatto il piano industriale per il quale eravamo stati convocati più volte, la prima delle quali il 21 gennaio 2019?» ha chiesto il segretario nazionale della Fabi, sottolineando che il contratto collettivo nazionale di lavoro stabilisca una trattativa e un accordo, che deve essere frutto di soluzioni condivise e non di ricatti ed imposizioni. «È fondamentale una vera discontinuità, non è accettabile che le stesse persone rimangano nei medesimi ruoli» ha aggiunto Xausa, che ha poi denunciato una situazione generale estremamente complessa e discutibile sotto molti punti di vista, compreso quello dei compensi: «È inaccettabile che la famiglia Jacobini, nel 2015, abbia percepito 1,3 milioni su un patrimonio di 1.054; nel 2016, 1,2 milioni su un patrimonio di 1.068; nel 2017, 2,5 milioni su un patrimonio di 1.073. E nel 2018, 3,781 (+2,5 di pregressi) su un patrimonio di 498. Nel frattempo, i lavoratori hanno subito un taglio del versamento al fondo pensione pari a 4,6 milioni e 60.000 giornate/anno di solidarietà per un sacrificio di 10milioni all’anno». Xausa ha detto di essere comunque «aperto al dialogo, pronto al confronto: non ci sottrarremo, questo è certo: preparatevi alla battaglia. E, soprattutto, preparate il piano industriale, che è condizione sine qua non per qualsiasi tipo di intesa».

Della vicenda si è occupato, pochi giorni fa, anche il segretario generale della Fabi. «Servono azioni e comportamenti concreti per risarcire quanto i clienti della Popolare di Bari hanno perso e pene esemplari per chi ha commesso reati, a iniziare dall’auspicato sequestro di ogni bene e proprietà » ha detto lunedì in audizione alla Camera dei deputati, Lando Maria Sileoni, chiedendo «ai commissari straordinari il massimo rispetto delle norme contrattuali e di legge e a concordare, insieme con i sindacati interni, l’attuazione del prossimo piano industriale, con la preghiera e l’esortazione di trovare concrete soluzioni per tutta la clientela dell’istituto pugliese che ha visto distrutto il risparmio di una vita di sacrifici e di lavoro».

Roma, 30 aprile 2020

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