CORONAVIRUS, LE NUOVE NORME PER LA SICUREZZA DEI BANCARI

Sul Sole24Ore Cristina Casadei illustra il contenuto dell’ultimo accordo firmato dalla Fabi, le altre organizzazioni sindacali e l’Abi per tutelare le lavoratrici e i lavoratori delle banche

CORONAVIRUS, LE NUOVE NORME PER LA SICUREZZA DEI BANCARI

Sul Sole24Ore Cristina Casadei illustra il contenuto dell’ultimo accordo firmato dalla Fabi, le altre organizzazioni sindacali e l’Abi per tutelare le lavoratrici e i lavoratori delle banche

QUI SCARICATE L’ACCORDO E IL COMUNICATO STAMPA UNITARIO

Banche, sportelli alle 7.00 di mattina

LAVORO 

Per i positivi al Covid-19 rientro con certificato di tampone negativo 

Cristina Casadei

 

Appuntamento in banca? Potrà essere tra le 7 e le 19.30. Per evitare assembramenti in entrata e in uscita e tenere conto delle politiche di trasporto pubblico per i bancari «l’articolazione di orario per gruppi differenziati sarà fissata dall’azienda all’interno di un periodo compreso tra le 7 e le 19.30». L’intervallo? Possibilè ridurlo a mezz’ora. Essendo la motivazione di queste misure la salute pubblica, non sono previste indennità. Sempre per indurre la presenza nei luoghi di lavoro le aziende possono organizzare la presenza alternata di personale nelle sedi di lavoro, assicurando la sanificazione degli strumenti di lavoro durante i cambi di turno. Le aperture delle filiali al pubblico rimangono sempre su appuntamento e c’è un forte invito a utilizzare i servizi web e il bancomat. Le banche si preparano alla Fase 2 con nove regole. A definirle è un protocollo nazionale firmato da Abi e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin) che è stato inviato alla Presidenza del Consiglio, ai ministri e alle autorità competenti, oltre che al Presidente del Comitato di esperti Vittorio Colao. II documento, come spiega il presidente del Casl di Abi, Salvatore Poloni, «rappresenta per i servizi bancari, alla luce delle proprie peculiarità di settore, il riferimento delle regole di prevenzione essenziali per l’operatività al pari di quanto previsto dalle altre Associazioni imprenditoriali e le Confederazioni sindacali il 24 aprile 2020 per le imprese produttive industriali e commerciali». Entrerà in vigore dal 4 ma​ggio. Pochi giorni dopo, l’8 maggio, le parti si rivedranno per «individuare modalità di prosecuzione del servizio alla clientela in filiale, anche in alternativa alle modalità di lavoro che favoriscano la prenotazione con appuntamenti a favore dell’utenza», spiega il documento. All’inizio dell’emergenza gli istituti hanno chiuso molte filiali, soprattutto quelle più piccole, dove non c’erano i numeri per organizzare il lavoro con squadre alternate. In quelle rimaste aperte gli istituti hanno invece optato per l’erogazione di servizi solo su appuntamento, nel caso in cui le operazioni non potessero essere svolte al telefono o da remoto. Di settimana in settimana, con il miglioramento della situazione, molte filiali sono state riaperte e, oggi, secondo i dati forniti dalla Fabi, le filiali ancora chiuse sono tra il 10 e il 15%. La modalità di lavoro privilegiata rimane quella da remoto che, sempre secondo una stima della Fabi, in media, in questo momento, riguarda tra il 60 e il 70% dei bancari. Il protocollo stabilisce che «l’ampio e diffuso ricorso al lavoro agile continua a costituire un utile strumento di prevenzione, idoneo a contenere il numero delle presenze in contemporanea nei luoghi di lavoro, riducendo le occasioni di contatto all’interno dei luoghi stessi e favorendo il distanziamento». La distanza dovrà essere di almeno un metro e i lavoratori dovranno utilizzare in maniera idonea i dispositivi di protezione. Il mantenimento della distanza avverrà con un’adeguata gestione delle postazioni e delle presenze. Negli open space saranno introdotte barriere separatorie. Le regole valgono per tutti, anche per i fornitori (trasporto valori, pulizie, manutenzione e servizi informatici). Premesso che chi ha febbre e infezioni respiratorie non deve accedere in azienda, Abi e i sindacati si sono accordati anche sulla gestione di eventuali casi positivi. Le aziende collaboreranno con le autorità sanitarie per definire eventuali contatti stretti a cui verrà chiesto cautelativamente di lasciare l’ufficio, secondo le indicazioni dell’autorità sanitaria. Infine il rientro. Per tornare in ufficio servirà la certificazione medica da cui risulti l’avvenuta negativizzazione del tampone.​

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