RICHIESTE FINALI GARANZIE A QUOTA 2,5 MILIONI

La stima della Fabi sulle domande di finanziamento, coperte dal paracadute pubblico, entro dicembre 2020. Finora il 20% delle istanze è stato presentato in Lombardia, in Calabria solo il 2,6; in quattro regioni del Nord la metà delle operazioni (47,6%). Sileoni: «Alcuni territori vengono penalizzati dalle scelte delle banche, fatte sulla base di particolari convenienze, ma al Sud i finanziamenti sono pochi e, pertanto, cresce il rischio usura». In esclusiva tutti i dati per regione e provincia

RICHIESTE FINALI GARANZIE A QUOTA 2,5 MILIONI

La stima della Fabi sulle domande di finanziamento, coperte dal paracadute pubblico, entro dicembre 2020. Finora il 20% delle istanze è stato presentato in Lombardia, in Calabria solo il 2,6; in quattro regioni del Nord la metà delle operazioni (47,6%). Sileoni: «Alcuni territori vengono penalizzati dalle scelte delle banche, fatte sulla base di particolari convenienze, ma al Sud i finanziamenti sono pochi e, pertanto, cresce il rischio usura». In esclusiva tutti i dati per regione e provincia

 

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

COMUNICATO STAMPA

DL LIQUIDITÀ: FABI, RICHIESTE FINALI GARANZIE A QUOTA 2,5 MILIONI

La stima della Federazione autonoma bancari italiani sulle domande di finanziamento, coperte dal paracadute pubblico, entro dicembre 2020. Finora il 20% delle istanze è stato presentato in Lombardia, in Calabria solo il 2,6; in quattro regioni del Nord la metà delle operazioni (47,6%). Sileoni: «Alcuni territori vengono penalizzati dalle scelte delle banche, fatte sulla base di particolari convenienze, ma al Sud i finanziamenti sono pochi e, pertanto, cresce il rischio usura»

Roma, 23 maggio 2020. Potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni, in totale, le richieste di finanziamento,coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva. Entro la fine dell’anno, quando scadranno i termini stabiliti dal decreto liquidità, le domande presentate in banca dovrebbero attestarsi, nel dettaglio, tra i 2 e i 2,5 milioni. Ma l’operazione corre il rischio di penalizzare il Mezzogiorno, favorendo le sole aree settentrionali d’Italia considerato che quasi la metà (47,6%) delle richieste finora presentate è circoscritta ad appena quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il fenomeno interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, 1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare fuori per mancanza di requisiti o, al contrario, perché provvisto di mezzi finanziari adeguati. Queste le stime elaborate dalla Fabi che ha incrociato i dati sull’andamento dei fascicoli finora ricevuti dagli istituti, relativi ai finanziamenti accompagnati da coperture statali, con le indicazioni raccolte sul territorio e nelle agenzie bancarie. L’analisi dei dati realizzata dalla Fabi rivela pure che oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, è stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali più in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni. «Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

Secondo la Fabi, dunque, il totale delle domande di finanziamento fino a 25.000 euro e fino a 800.000 euro – ovvero quelli gestiti con il Fondo centrale di garanzia – oscillerà tra i 2 e i 2,5 milioni. Il calcolo della Fabiprende in considerazione il totale di 5 milioni di partite Iva e pmi, dal quale, in partenza, va sottratta una quota di circa 5-600 mila soggetti (pari al 10%) cosiddetti inattivi e che, quindi, non presenteranno mai alcuna domanda di liquidità. Un altro mezzo milione di partite Iva non è nelle condizioni di poter accedere a queste forme di finanziamento poiché in stato di difficoltà o dissesto già prima dell’emergenza Covid-19 ovvero prima del 31 gennaio 2020. E altre 500.000 pmi hanno incassi dichiarati di 15.000 euro annui: ne consegue che, considerando il tetto al 25% dei ricavi per i finanziamenti fino a 25.000 euro, questo mezzo milione di imprese potrebbe ottenere crediti di importo particolarmente contenuto (pochissime migliaia di euro), per cui l’intera procedura risulterebbe costosa e addirittura sconveniente. Dei restanti 3,5 milioni di soggetti, 1 milione di imprese potrebbe non avere le carte in regola per presentare domanda oppure avere in cassa liquidità sufficiente e, quindi, non aver bisogno di credito aggiuntivo.

 

LA FOTOGRAFIA DEL TERRITORIO: IN LOMBARDIA UNA RICHIESTA SU CINQUE

In totale, finora sono state presentate (dato al 21 maggio) 329.393 domande per un importo complessivo di 14,9 miliardi: sono 295.780 le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro per un totale di 6,1 miliardi (20.861 euro l’importo medio, mentre sono 33.613 le richieste di finanziamento fino a 800.000 euro (260.301 euro l’importo medio). In totale, sono state presentate 69.589 domande in Lombardia (il 21,1% del totale), la regione con il più alto numero di richieste per complessivi 3,3 miliardi (48.254 euro l’importo medio); segue l’Emilia-Romagna con 33.449 domande (10,2%) per 1,4 miliardi (44.714 euro l’importo medio); la terza regione per numero di richieste è il Lazio con 30.424 fascicoli (9,2%) per 1,3 miliardi (46.005 euro l’importo medio). Per trovare la prima regione meridionale bisogna arrivare fino al settimo posto della classifica e si incontra la Campania: le richieste sono 20.829 (6,3%) per 1,1 miliardi (56.617 euro l’importo medio); subito dopo, restando sempre al Sud, si trova prima la Puglia con 18.269 domande (5,5%) per 719 milioni (39.403 euro l’importo medio) e poi la Sicilia, con 16.185 domande (4,9%) per 760 milioni (46.969 euro l’importo medio). Dodicesima posizione per la Calabria con 8.631 richieste pari al 2,6% del totale e 236 milioni complessivi (27.369 l’importo medio). Quattro regioni hanno fatto la parte del leone: Lombardia (21,1%), Emilia-Romagna (10,2%), Veneto (8,7%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%).

Per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro, finora le domande presentate sono state 295.780 per complessivi 6,1 miliardi di euro e un importo medio di 20.861 euro. Anche in questo caso, il maggior numero di richieste in banca è arrivato in Lombardia: 63.792 domande per 1,3 miliardi (21.203 euro l’importo medio). Al secondo e terzo posto, Emilia-Romagna e Lazio con 30.377 (10,3%) e 27.249 (9,2%) domande per 577 milioni e 512 milioni (20.917 euro e 21.198 euro gli importi medi). Campania (18.043 richieste pari al 6,1% del totale), Puglia (16.859, 5,7%) e Sicilia (13.156, 4,4%) occupano il settimo, ottavo e nono posto nella graduatoria con domande di crediti per 376 milioni, 345 milioni e 271 milioni. Decima posizione per la Calabria con 8.264 richieste pari al 2,8% del totale e 161 milioni complessivi (19.558 l’importo medio). Anche per i “25.000” euro, nelle solite quattro regioni risulta la fetta maggiore di richieste: Lombardia (21,6%), Emilia-Romagna (10,3%), Veneto (8,0%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%).

 

LE MORATORIE E IL SUD CHE SOFFRE “IN SILENZIO”

Anche analizzando i numeri sulle moratorie di mutui e prestiti, emerge qualche preoccupazione per il Sud del Paese. I dati più recenti di settore rilevano che sale a quota 2,3 milioni – per un valore di 240 miliardi di euro il tetto delle domande di adesione alle moratorie sui mutui e finanziamenti. Il principale allarme sulla sospensione delle rate di finanziamenti arriva dal comparto dei mutui immobiliari (43,8%), seguito dalla categoria dei prestiti personali (3%) e dei prestiti finalizzati (13%). Il restante 10% delle richieste attiene ai mutui per liquidità e ai contratti di altra natura (leasing, etc.) Pure le statistiche sulla distribuzione territoriale confermano la massima concentrazione delle richieste nell’area del Centro Nord Italia, con più del 70% delle domande di moratoria distribuita prevalentemente tra le regioni Veneto, Lombardia, TrentinoAlto Adige, Piemonte, seguite da Lazio e Emilia Romagna. Circa un quarto delle sospensioni si registra invece nelle regioni del Sud dove potrebbe emergere, potenzialmente, un rischio di usura più marcato rispetto al resto della nazione. «Il “silenzio” delle regioni meridionali del Paese tradisce il fortissimo pericolo a cui vanno incontro sia le famiglie sia le imprese di quei territori: per far fronte a esigenze di liquidità, anche cagionate dall’emergenza Covid-19, ci si rivolge frequentemente a organizzazioni criminali» spiega il segretario generale della Fabi.

 

LE MODIFICHE AL DECRETO E LO “SCUDO” PENALE

Durante la prima fase di applicazione delle norme, sono stati riscontrati taluni problemi, sia per la difficoltà applicativa delle norme sia per le procedure sulle domande di garanzia sia per la burocrazia interna alle stesse banche. Per quanto riguarda le responsabilità dei direttori di filiale e di quei dirigenti che deliberano fidi di piccolo importo, gli emendamenti al decreto liquidità, approvati nei giorni scorsi in Commissione Finanze alla Camera, «sono un probabile passo in avanti: non si tratta di un vero e proprio scudo penale, che pure sarebbe necessario, tuttavia l’introduzione dell’autocertificazione sui dati aziendali rafforza la tutela dei dipendenti bancari spostando sulle imprese la responsabilità dei dati dichiarati, sia quelli relativi ai bilanci sia quelli fiscali sia, ancora, quelli relativi al “codice” antimafia. Al momento restano in vigore le norme del decreto 23/2020 così come pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 9 aprile, ma le correzioni proposte, comunque, dovrebbero in prospettiva velocizzare le procedure per concedere questo tipo di finanziamento. I reati a cui sono esposti anche i bancari sono il concorso in bancarotta e la concessione abusiva del credito» spiega Sileoni secondo cui «lo sforzo delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in questi mesi, è stato encomiabile: la categoria ha assicurato un contributo fondamentale, di altissimo livello professionale, nell’interesse di tutto il nostro Paese».

ANSA/Allarme Lamorgese, crisi liquidita’ terreno per mafie A 16 mld prestiti a garanzia 100%. Cna,ma solo il 30% lo ottiene (ANSA) – ROMA, 23 MAG – Una fase 2 durissima per le imprese, con la liquidita’ che fatica ad arrivare nonostante le garanzie al 100%, con le riaperture che non riportano i clienti. E l’allarme – lanciato oggi dalla ministra del’Interno Luciana Lamorgese – che a sfruttare l’opportunita’ siano le mafie. E’ il quadro che si presenta di fronte al governo, che trovate le risorse dopo il ‘congelamento’ delle regole di bilancio Ue ora fa i conti con la burocrazia della macchina pubblica, con i meccanismi del sistema bancario e con un’economia che stenta a ripartire. “Le mafie – avverte Lamorgese – “sfruttano ogni occasione utile, ora anche l’emergenza sanitaria”, un terreno ideale “per conquistare spazi di mercato ma anche per acquisire consenso sociale”. Con i meccanismi dell’usura, dell’acquisto delle attivita’ in crisi, e “l’intercettazione dell’enorme flusso di denaro pubblico”. Una consapevolezza che esprime anche il premier Giuseppe Conte: “le mafie si nutrono delle difficolta’ dei cittadini. Di fronte alla pandemia che sta danneggiando il tessuto occupazionale, il sistema produttivo, la risposta dello Stato deve essere forte, rapida e incisiva” C’e’ anche la criminalita’ organizzata ad aumentare la pressione sul governo per far arrivare liquidita’ al sistema produttivo. I dati di Mediocredito centrale indicano in 357.690, 16 miliardi in valore, le richieste pervenute al Fondo di garanzia al 22 maggio: di cui ben 322.997, per oltre 6,7 miliardi, riferite ai finanziamenti alle pmi e microimprese fino a 25.000 euro con garanzia al 100% concessa automaticamente e dove i finanziamenti, sulla carta, vanno concessi senza attendere istruttoria. In un solo giorno, il 22 maggio, l’Abi registra 28.000 domande, per un miliardo di euro, al Fondo di garanzia. Numeri “importanti e crescenti” che vanno sommati – dice l’Associazione bancaria ringraziando il personale delle banche per l’impegno nell’emergenza – a quelli assai maggiori delle moratorie sui prestiti a famiglie e imprese. Eppure il malcontento resta alto: ancora manifestazioni, oggi a Milano contro le “misure assolutamente insufficienti e tardive del governo”. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, nei giorni scorsi, ha riconosciuto di non essere soddisfatto dell’andamento dei prestiti anche se “abbiamo fatto il massimo”. I dati di Cna dicono che oltre il 70% delle imprese ha fatto ricorso ad almeno uno degli strumenti del governo: ma l’indagine su un campione di 7.000 imprese (specie ‘micro’ fino a 4 dipendenti), pur promuovendo la moratoria (“semplice” per il 90%) rivela “piu’ ombre che luci” sui finanziamenti a garanzia pubblica fino a 25.000 euro, in teoria velocissimi e invece lenti specie per le imprese piu’ piccole: con domande accolte ancora solo al 30% e il 65% ancora in lavorazione da parte delle banche, e i titolari spesso costretti a recarsi in filiale in pieno lockdown. Per i prestiti superiori, solo il 14% ha completato la procedura e circa l’80% delle imprese e’ ancora in attesa. Dati che contrastano con la lettura che ne da’ il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che parla dell’80% di richieste accolte, un 19% in corso d’esame e solo l’1% rigettate. Il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, parla di “uno scaricabarile indegno fra la politica e la finanza” in mezzo al quale finiscono “stritolati” i bancari, oggetto di un centinaio di episodi di violenza. Individuando una serie di problemi: l”assenza di sanzioni alle banche che rallentano le procedure, che il governo sarebbe in grado di individuare singolarmente. La penalizzazione nelle politiche bancarie del Mezzogiorno, dove “si sta allargando il rischio usura per le imprese”. Uno studio della Fabi, incrociando le richieste con i dati territoriali, rivela un preoccupante dato strutturale: chela garanzia sui prestiti arrivera’ a fine anno alla meta’ dei 5 milioni di platea potenziale di imprese. Vanno sottratti circa 5-600.000 inattivi, un altro mezzo milione di partite Iva in dissesto prima della pandemia, e un altro mezzo milione di microimprese che otterrebbe prestiti cosi’ bassi (per il tetto al 25% dei ricavi) da far risultare sconveniente l’intera procedura. Restano 3,5 milioni di soggetti, cui va tolto un milione di imprese che “potrebbe non avere le carte in regola” o ha gia’ liquidita’ sufficiente. E poi c’e’ il nodo della responsabilita’ per i bancari: gli emendamenti al Dl liquidita’ che prevedono l’autocertificazione per i dati aziendali sono “un probabile passo avanti”, dice Sileoni, ma non c’e’ un vero e proprio ‘scudo penale. (ANSA). DOC 23-MAG-20 17:55

 

Dl Imprese: FABI, 2,5 mln richieste di garanzia entro 2020 (ANSA) – ROMA, 23 MAG – Le richieste di prestiti garanzia pubblica da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni entro fine anno, quando scadranno i termini del Dl Liquidita’, su una platea potenziale di 5 milioni di cui, 1,5 milioni sono esclusi in partenza, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perche’ provvisto di mezzi finanziari adeguati. La stima e’ della FABI, secondo cui l’area piu’ sfavorita e’ il Mezzogiorno, con quasi la meta’ delle richieste finora presentate (il 47,6%) e’ circoscritta a Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. “Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato e’ che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perche’ chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalita’ organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari”, commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. Secondo Sileoni gli emendamenti al Dl Liquidita’ dopo i problemi nell’applicazione delle norme, con l’autocertificazione sui dati aziendali che pure non e’ un vero e proprio ‘scudo penale’, “sono un probabile passo avanti” e “dovrebbero in prospettiva velocizzare le procedure per concedere questo tipo di finanziamento”. (ANSA). DOC 23-MAG-20 10:17

 

Dl Imprese: FABI,2,5 mld richieste di garanzia entro 2020(2) (ANSA) – ROMA, 23 MAG – Sileoni, intervenuto stamani su Coffee break a La7, ha detto che “c’e’ uno scaricabarile indegno tra la politica e’ la finanza, in mezzo ci finiscono, stritolati, le lavoratrici e i lavoratori bancari, che hanno gia’ subito 100 atti di violenza, l’ultimo ieri a Opera in provincia di Milano con un cliente che ha fratturato il polso a un operatore di agenzia. Il premier Conte dice che serve un’accelerazione sui temi di erogazione dei finanziamenti garantiti dallo Stato, ma il problema nasce dal fatto che il decreto non ha introdotto un sistema di sanzioni per le banche che rallentano le procedure”. Secondo lo studio della FABI, che incrocia le richieste ricevute dalle banche con le indicazioni raccolte sul territorio e dalle agenzie bancarie, la garanzia sui prestiti interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, “1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perche’ provvisto di mezzi finanziari adeguati”. L’analisi rivela poi che “oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, e’ stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali piu’ in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni”. Secondo la FABI, che prende in considerazione il totale delle domande di finanziamento fino a 25.000 euro e fino a 800.000 euro – ovvero quelli gestiti con il Fondo centrale di garanzia – oscillera’ tra i 2 e i 2,5 milioni: lo studio parte dal totale di 5 milioni di partite Iva e pmi cui va sottratta una quota di circa 5-600 mila soggetti “inattivi” e che, quindi, non presenteranno mai alcuna domanda di liquidita’. Un altro mezzo milione di partite Iva non potra’ accedere “poiche’ in stato di difficolta’ o dissesto gia’ prima dell’emergenza Covid-19”. E altre 500.000 pmi hanno incassi dichiarati di 15.000 euro annui: considerando il tetto al 25% dei ricavi per i finanziamenti fino a 25.000 euro, otterrebbero crediti di pochissime migliaia di euro, per cui l’intera procedura risulterebbe costosa e addirittura sconveniente. Dei restanti 3,5 milioni di soggetti, un milione di imprese potrebbe non avere le carte in regola per presentare domanda oppure avere in cassa liquidita’ sufficiente e, quindi, non aver bisogno di credito aggiuntivo. Per le richieste di moratoria, sale a quota 2,3 milioni – per un valore di 240 miliardi di euro – il tetto delle domande: “il principale allarme – scrive la FABI – arriva dal comparto dei mutui immobiliari (43,8%), seguito dalla categoria dei prestiti personali (3%) e dei prestiti finalizzati (13%)” . Con una massima concentrazione nel centro-nord – piu’ del 70% – e circa un quarto nelle regioni meridionali, un “silenzio” – dice Sileoni – che “tradisce il fortissimo pericolo a cui vanno incontro sia le famiglie sia le imprese di quei territori: per far fronte a esigenze di liquidita’, anche cagionate dall’emergenza Covid-19, ci si rivolge frequentemente a organizzazioni criminali”. (ANSA). DOC 23-MAG-20 13:09

 

Dl imprese: Fabi, richieste finali garanzie a quota 2,5 milioni = (AGI) – Roma, 23 mag. – Potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni, in totale, le richieste di finanziamento, coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva. E’ quanto stima la Fabi, che ha incrociato i dati sull’andamento dei fascicoli finora ricevuti dagli istituti, relativi ai finanziamenti accompagnati da coperture statali, con le indicazioni raccolte sul territorio e nelle agenzie bancarie. Spiega in una nota il sindacato dei bancari: “Entro la fine dell’anno, quando scadranno i termini stabiliti dal decreto ‘liquidita”, le domande presentate in banca dovrebbero attestarsi, nel dettaglio, tra i 2 e i 2,5 milioni. Ma l’operazione corre il rischio di penalizzare il Mezzogiorno, favorendo le sole aree settentrionali d’Italia considerato che quasi la meta’ (47,6%) delle richieste finora presentate e’ circoscritta ad appena quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna”. (AGI)Red/Gav (Segue) 230932 MAG 20

 

Dl imprese: Fabi, richieste finali garanzie a quota 2,5 milioni (2)= (AGI) – Roma, 23 mag. – Il fenomeno – e’ l’analisi della Fabi – interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, 1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perche’ provvisto di mezzi finanziari adeguati. L’analisi dei dati realizzata dalla Fabi rivela pure che oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, e’ stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali piu’ in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni. “Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri – commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – il risultato e’ che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perche’ chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalita’ organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari”. (AGI)Red/Gav (Segue) 230932 MAG 20

 

Dl imprese: Fabi, richieste finali garanzie a quota 2,5 milioni (3)= (AGI) – Roma, 23 mag. – Secondo la Fabi, dunque, il totale delle domande di finanziamento fino a 25.000 euro e fino a 800.000 euro – ovvero quelli gestiti con il Fondo centrale di garanzia – oscillera’ tra i 2 e i 2,5 milioni. Il calcolo della Fabi prende in considerazione il totale di 5 milioni di partite Iva e pmi, dal quale, in partenza, va sottratta una quota di circa 5-600 mila soggetti (pari al 10%) cosiddetti inattivi e che, quindi, non presenteranno mai alcuna domanda di liquidita’. Un altro mezzo milione di partite Iva non e’ nelle condizioni di poter accedere a queste forme di finanziamento poiche’ in stato di difficolta’ o dissesto gia’ prima dell’emergenza Covid-19 ovvero prima del 31 gennaio 2020. E altre 500.000 pmi hanno incassi dichiarati di 15.000 euro annui: ne consegue che, considerando il tetto al 25% dei ricavi per i finanziamenti fino a 25.000 euro, questo mezzo milione di imprese potrebbe ottenere crediti di importo particolarmente contenuto (pochissime migliaia di euro), per cui l’intera procedura risulterebbe costosa e addirittura sconveniente. Dei restanti 3,5 milioni di soggetti, 1milione di imprese potrebbe non avere le carte in regola per presentare domanda oppure avere in cassa liquidita’ sufficiente e, quindi, non aver bisogno di credito aggiuntivo. (AGI)Red/Gav 230932 MAG 20

 

Di imprese: Fabi, in Lombardia una richiesta garanzia su 5 = (AGI) – Roma, 23 mag. – Sono state presentate finora 329.393 domande di finanziamento, coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva, per un importo complessivo di 14,9 miliardi (dato al 21 maggio). Di queste, sono 295.780 le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro per un totale di 6,1 miliardi (20.861 euro l’importo medio, mentre sono 33.613 le richieste di finanziamento fino a 800.000 euro (260.301 euro l’importo medio). E’ quanto rileva la Fabi, che spiega come complessivamente siano state presentate 69.589 domande in Lombardia (il 21,1% del totale), la regione con il piu’ alto numero di richieste per complessivi 3,3 miliardi (48.254 euro l’importo medio); segue l’Emilia-Romagna con 33.449 domande (10,2%) per 1,4 miliardi (44.714 euro l’importo medio); la terza regione per numero di richieste e’ il Lazio con 30.424 fascicoli (9,2%) per 1,3 miliardi (46.005 euro l’importo medio). Per trovare la prima regione meridionale – prosegue la Federazione autonoma bancari italiani – bisogna arrivare fino al settimo posto della classifica e si incontra la Campania: le richieste sono 20.829 (6,3%) per 1,1 miliardi (56.617 euro l’importo medio); subito dopo, restando sempre al Sud, si trova prima la Puglia – con 18.269 domande (5,5%) per 719 milioni (39.403 euro l’importo medio) – e poi la Sicilia, con 16.185 domande (4,9%) per 760 milioni (46.969 euro l’importo medio). Dodicesima posizione per la Calabria con 8.631 richieste pari al 2,6% del totale e 236 milioni complessivi (27.369 l’importo medio). Quattro regioni hanno fatto la parte del leone: Lombardia (21,1%), Emilia-Romagna (10,2%), Veneto (8,7%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la meta’ delle operazioni (47,6%). (AGI)Red/Gav (Segue) 230938 MAG 20

 

Di imprese: Fabi, in Lombardia una richiesta garanzia su 5 (2)= (AGI) – Roma, 23 mag. – Per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro, prosegue l’analisi della Fabi, finora le domande presentate sono state 295.780 per complessivi 6,1 miliardi di euro e un importo medio di 20.861 euro. Anche in questo caso, il maggior numero di richieste in banca e’ arrivato in Lombardia: 63.792 domande per 1,3 miliardi (21.203 euro l’importo medio). Al secondo e terzo posto, Emilia-Romagna e Lazio con 30.377 (10,3%) e 27.249 (9,2%) domande per 577 milioni e 512 milioni (20.917 euro e 21.198 euro gli importi medi). Campania (18.043 richieste pari al 6,1% del totale), Puglia (16.859, 5,7%) e Sicilia (13.156, 4,4%) occupano il settimo, ottavo e nono posto nella graduatoria con domande di crediti per 376 milioni, 345 milioni e 271 milioni. Decima posizione per la Calabria con 8.264 richieste pari al 2,8% del totale e 161 milioni complessivi (19.558 l’importo medio). Anche per i ‘25.000’ euro, nelle le solite quattro regioni risulta la fetta maggiore di richieste: Lombardia (21,6%), Emilia-Romagna (10,3%), Veneto (8,0%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la meta’ delle operazioni (47,6%). (AGI)Red/Gav 230938 MAG 20

 

CORONAVIRUS: FABI, RICHIESTE FINALI GARANZIE A QUOTA 2,5 MLN ENTRO 2020 = Finora il 20% delle istanze è stato presentato in Lombardia, in Calabria solo il 2,6% Roma, 23 mag. (Adnkronos) – Potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni, in totale, le richieste di finanziamento, coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva. Entro la fine dell’anno, quando scadranno i termini stabiliti dal decreto ‘liquidità’, le domande presentate in banca dovrebbero attestarsi, nel dettaglio, tra i 2 e i 2,5 milioni. E’ quanto stima la FABI in un’analisti. Ma l’operazione corre il rischio di penalizzare il Mezzogiorno, favorendo le sole aree settentrionali d’Italia considerato che quasi la metà (47,6%) delle richieste finora presentate è circoscritta ad appena quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il fenomeno interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, 1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perché provvisto di mezzi finanziari adeguati. Queste le stime elaborate dalla FABI che ha incrociato i dati sull’andamento dei fascicoli finora ricevuti dagli istituti, relativi ai finanziamenti accompagnati da coperture statali, con le indicazioni raccolte sul territorio e nelle agenzie bancarie. L’analisi dei dati realizzata dalla FABI rivela pure che oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, è stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali più in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni. “Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari”, commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 23-MAG-20 11:12 NNNN

 

CORONAVIRUS: FABI, RICHIESTE FINALI GARANZIE A QUOTA 2,5 MLN ENTRO 2020 (2) = (Adnkronos) – Secondo la FABI, dunque, il totale delle domande di finanziamento fino a 25.000 euro e fino a 800.000 euro – ovvero quelli gestiti con il Fondo centrale di garanzia – oscillerà tra i 2 e i 2,5 mln. Il calcolo della FABI prende in considerazione il totale di 5 mln di partite Iva e pmi, dal quale, in partenza, va sottratta una quota di circa 5-600 mila soggetti (pari al 10%) cosiddetti inattivi e che, quindi, non presenteranno mai alcuna domanda di liquidità. Un altro mezzo milione di partite Iva non è nelle condizioni di poter accedere a queste forme di finanziamento poiché in stato di difficoltà o dissesto già prima dell’emergenza Covid-19 ovvero prima del 31 gennaio 2020. E altre 500.000 pmi hanno incassi dichiarati di 15.000 euro annui: ne consegue che, considerando il tetto al 25% dei ricavi per i finanziamenti fino a 25.000 euro, questo mezzo milione di imprese potrebbe ottenere crediti di importo particolarmente contenuto (pochissime migliaia di euro), per cui l’intera procedura risulterebbe costosa e addirittura sconveniente. Dei restanti 3,5 mln di soggetti, 1milione di imprese potrebbe non avere le carte in regola per presentare domanda oppure avere in cassa liquidità sufficiente e, quindi, non aver bisogno di credito aggiuntivo. In totale, finora sono state presentate (dato al 21 maggio) 329.393 domande per un importo complessivo di 14,9 miliardi: sono 295.780 le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro per un totale di 6,1 mld (20.861 euro l’importo medio, mentre sono 33.613 le richieste di finanziamento fino a 800.000 euro (260.301 euro l’importo medio). Complessivamente, sono state presentate 69.589 domande in Lombardia (il 21,1% del totale), la regione con il più alto numero di richieste per complessivi 3,3 miliardi (48.254 euro l’importo medio); segue l’Emilia-Romagna con 33.449 domande (10,2%) per 1,4 mld (44.714 euro l’importo medio); la terza regione per numero di richieste è il Lazio con 30.424 fascicoli (9,2%) per 1,3 mld (46.005 euro l’importo medio). Per trovare la prima regione meridionale bisogna arrivare fino al settimo posto della classifica e si incontra la Campania: le richieste sono 20.829 (6,3%) per 1,1 mld (56.617 euro l’importo medio); subito dopo, restando sempre al Sud, si trova prima la Puglia – con 18.269 domande (5,5%) per 719 mln (39.403 euro l’importo medio) – e poi la Sicilia, con 16.185 domande (4,9%) per 760 milioni (46.969 euro l’importo medio). Dodicesima posizione per la Calabria con 8.631 richieste pari al 2,6% del totale e 236 milioni complessivi (27.369 l’importo medio). Quattro regioni hanno fatto la parte del leone: Lombardia (21,1%), Emilia-Romagna (10,2%), Veneto (8,7%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%). Per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro, finora le domande presentate sono state 295.780 per complessivi 6,1 mld di euro e un importo medio di 20.861 euro. Anche in questo caso, il maggior numero di richieste in banca è arrivato in Lombardia: 63.792 domande per 1,3 mld (21.203 euro l’importo medio). Al secondo e terzo posto, Emilia-Romagna e Lazio con 30.377 (10,3%) e 27.249 (9,2%) domande per 577 mln e 512 mln (20.917 euro e 21.198 euro gli importi medi). Campania (18.043 richieste pari al 6,1% del totale), Puglia (16.859, 5,7%) e Sicilia (13.156, 4,4%) occupano il settimo, ottavo e nono posto nella graduatoria con domande di crediti per 376 mln, 345 mln e 271 mln. Decima posizione per la Calabria con 8.264 richieste pari al 2,8% del totale e 161 mln complessivi (19.558 l’importo medio). Anche per i ‘25.000’ euro, nelle le solite quattro regioni risulta la fetta maggiore di richieste: Lombardia (21,6%), Emilia-Romagna (10,3%), Veneto (8,0%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%). (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 23-MAG-20 11:16 NNNN

 

Dl Liquidità, Fabi: richieste finali garanzie a quota 2,5 milioni 20% istanze presentato in Lombardia, in 4 regioni Nord il 47,6% Roma, 23 mag. (askanews) – Potrebbero arrivare fino a 2,5 milioni, in totale, le richieste di finanziamento, coperte da garanzia pubblica, da parte delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva. Entro la fine dell’anno, quando scadranno i termini stabiliti dal decreto “liquidità”, le domande presentate in banca dovrebbero attestarsi, nel dettaglio, tra i 2 e i 2,5 milioni. Ma l’operazione corre il rischio di penalizzare il Mezzogiorno, favorendo le sole aree settentrionali d’Italia considerato che quasi la metà (47,6%) delle richieste finora presentate è circoscritta ad appena quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il fenomeno interessa una platea potenziale di 5 milioni di pmi e partite Iva: di questi, 1,5 milioni saranno esclusi in partenza dagli strumenti di garanzia, mentre un altro milione potrebbe restare o per mancanza di requisiti o, al contrario, perché provvisto di mezzi finanziari adeguati. Queste le stime elaborate dalla Fabi che ha incrociato i dati sull’andamento dei fascicoli finora ricevuti dagli istituti, relativi ai finanziamenti accompagnati da coperture statali, con le indicazioni raccolte sul territorio e nelle agenzie bancarie. L’analisi dei dati realizzata dalla Fabi – si legge in una nota – rivela pure che oltre il 20% delle domande di prestiti, sia quelli fino a 25.000 euro sia quelli di importo fino a 800.000 euro, è stato presentato in Lombardia: si tratta di quasi 70.000 richieste sul totale di oltre 329.000 dossier, pari a 3,5 miliardi di euro su complessivi 14,9 miliardi; in Calabria, una delle regioni meridionali più in affanno, le istanze sono in tutto 8.264 pari al 2,6% del totale per complessivi 236 milioni. «Alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri: il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata. Sarebbe interessante conoscere i dati relativi ai tempi di erogazione da parte dei singoli gruppi bancari» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.  Roma,(Segue) BOL

 

Dl Liquidità, Fabi: richieste finali garanzie a quota 2,5 milioni -2- sottratta una quota di circa 5-600 mila soggetti (pari al 10%) cosiddetti inattivi e che, quindi, non presenteranno mai alcuna domanda di liquidità. Un altro mezzo milione di partite Iva non è nelle condizioni di poter accedere a queste forme di finanziamento poiché in stato di difficoltà o dissesto già prima dell’emergenza Covid-19 ovvero prima del 31 gennaio 2020. E altre 500.000 pmi hanno incassi dichiarati di 15.000 euro annui: ne consegue che, considerando il tetto al 25% dei ricavi per i finanziamenti fino a 25.000 euro, questo mezzo milione di imprese potrebbe ottenere crediti di importo particolarmente contenuto (pochissime migliaia di euro), per cui l’intera procedura risulterebbe costosa e addirittura sconveniente. Dei restanti 3,5 milioni di soggetti, 1milione di imprese potrebbe non avere le carte in regola per presentare domanda oppure avere in cassa liquidità sufficiente e, quindi, non aver bisogno di credito aggiuntivo.? LA FOTOGRAFIA DEL TERRITORIO: IN LOMBARDIA UNA RICHIESTA SU CINQUE In totale, finora sono state presentate (dato al 21 maggio) 329.393 domande per un importo complessivo di 14,9 miliardi: sono 295.780 le richieste di finanziamento fino a 25.000 euro per un totale di 6,1 miliardi (20.861 euro l’importo medio, mentre sono 33.613 le richieste di finanziamento fino a 800.000 euro (260.301 euro l’importo medio). Complessivamente, sono state presentate 69.589 domande in Lombardia (il 21,1% del totale), la regione con il più alto numero di richieste per complessivi 3,3 miliardi (48.254 euro l’importo medio); segue l’Emilia-Romagna con 33.449 domande (10,2%) per 1,4 miliardi (44.714 euro l’importo medio); la terza regione per numero di richieste è il Lazio con 30.424 fascicoli (9,2%) per 1,3 miliardi (46.005 euro l’importo medio). Per trovare la prima regione meridionale bisogna arrivare fino al settimo posto della classifica e si incontra la Campania: le richieste sono 20.829 (6,3%) per 1,1 miliardi (56.617 euro l’importo medio); subito dopo, restando sempre al Sud, si trova prima la Puglia – con 18.269 domande (5,5%) per 719 milioni (39.403 euro l’importo medio) – e poi la Sicilia, con 16.185 domande (4,9%) per 760 milioni (46.969 euro l’importo medio). Dodicesima posizione per la Calabria con 8.631 richieste pari al 2,6% del totale e 236 milioni complessivi (27.369 l’importo medio). Quattro regioni hanno fatto la parte del leone: Lombardia (21,1%), Emilia-Romagna (10,2%), Veneto (8,7%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%). Per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro, finora le domande presentate sono state 295.780 per complessivi 6,1 miliardi di euro e un importo medio di 20.861 euro. Anche in questo caso, il maggior numero di richieste in banca è arrivato in Lombardia: 63.792 domande per 1,3 miliardi (21.203 euro l’importo medio). Al secondo e terzo posto, Emilia-Romagna e Lazio con 30.377 (10,3%) e 27.249 (9,2%) domande per 577 milioni e 512 milioni (20.917 euro e 21.198 euro gli importi medi). Campania (18.043 richieste pari al 6,1% del totale), Puglia (16.859, 5,7%) e Sicilia (13.156, 4,4%) occupano il settimo, ottavo e nono posto nella graduatoria con domande di crediti per 376 milioni, 345 milioni e 271 milioni. Decima posizione per la Calabria con 8.264 richieste pari al 2,8% del totale e 161 milioni complessivi (19.558 l’importo medio). Anche per i “25.000” euro, nelle le solite quattro regioni risulta la fetta maggiore di richieste: Lombardia (21,6%), Emilia-Romagna (10,3%), Veneto (8,0%) e Piemonte (7,6%) hanno quasi la metà delle operazioni (47,6%).  BOL 20200523T123244Z​

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