BANCO DESIO, IL VAP È SOLO IN WELFARE
La Fabi e le altre organizzazioni non hanno firmato l’accordo per l’erogazione del Vap 2020, a valere sull’esercizio 2019, con i vertici dell’istituto bancario. Motivo della rottura l’imposizione da parte dell’azienda di fruire del premio esclusivamente con servizi e benefit aziendali. Cornaglia: «Stiamo valutando iniziative di mobilitazione»
«Per la prima volta in 110 anni dalla storia di Banco Desio non c’è stato il raggiungimento di un accordo per l’erogazione del Vap 2020, a valere sull'esercizio 2019». Commenta così il coordinatore Fabi gruppo Banco Desio, Francesco Cornaglia, la chiusura della trattativa, durata sei giorni (dal 10 giugno al 8 luglio) tra la Fabi, le altre organizzazioni e i vertici dell’istituto bancario.
«Sin dall’inizio la Direzione del Personale ha dichiarato che quest’anno non vi sarebbe stata la possibilità di scelta tra erogazione del premio in busta paga o in servizi welfare come d’uso negli anni scorsi - – ha continuato il coordinatore Fabi - ma lo stesso sarebbe stato messo a disposizione solo come welfare, per presunti problemi fiscali di detassazione, a causa di pareri interpretativi dell’Agenzia delle Entrate emessi a metà dell’anno 2019, che riteniamo avrebbero potuto essere risolti per tempo, se solo, nello scorso anno solare, l’Azienda li avesse evidenziati alle Organizzazioni Sindacali».
La trattativa è naufragata per la mancata possibilità di scelta di erogazione tra busta paga e welfare in aggiunta alla proposta dell’azienda di riconoscere, solo in servizi e benefit, un importo inferiore del 9% rispetto allo scorso anno, che non teneva conto dell’incremento dell’utile di Bilancio al 31/12/2019 di un ulteriore 13,9%, per un totale mancante di circa 22 punti percentuali.
Solo durante la sesta giornata di incontri, con una nuova imprevista convocazione da parte dell’azienda al tavolo negoziale e per voce dell’amministratore delegato, i vertici dell’istituto hanno ribadito che le condizioni per l’erogazione del Vap non sarebbero variate.
«Non dimentichiamoci che stiamo lavorando in un gruppo bancario dove il contratto integrativo aziendale è scaduto da quasi 13 anni, il lavoro straordinario non viene retribuito da oltre 2 anni e mezzo – gravemente derogando ad una norma del contratto nazionale – il richiesto premio Covid-19 non è stato accettato e si è ancora in attesa di un accordo che tuteli professionalmente i colleghi che hanno lavorato in questi difficili mesi di pandemia, (Decreto liquidità e smart working non regolamentato), senza sottacere i continui problemi di mobilità dei dipendenti della rete, dovuti ad una cronica mancanza di personale» ha concluso il coordinatore Fabi, Cornaglia.
Desio, 16 luglio 2020