SILEONI IN DIRETTA A RADIO24: «GOVERNO FACCIA COME DRAGHI, WHATEVER IT TAKES PER LE AZIENDE»

Il segretario generale della Fabi ospite di Vincenzo Miglietta a Focus Economia. Il punto sui prestiti, sulle banche dopo il Covid e sullo smart working

SILEONI IN DIRETTA A RADIO24: «GOVERNO FACCIA COME DRAGHI, WHATEVER IT TAKES PER LE AZIENDE»

«Il governo faccia come Mario Draghi nel luglio del 2012: quel whatever it takes deve essere applicato alle aziende italiane per le quali bisogna fare tutto il possibile affinché escano dalla crisi e dall’emergenza causata dal Covid». Ospite a Focus Economia su Radio 24, condotto da Vincenzo Miglietta, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, richiama l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, e invita a fare di più per salvare le imprese del nostro Paese. Il segretario generale Fabi ha tracciato un bilancio del decreto liquidità e dei prestiti garantiti dallo Stato. «Negli ultimi due mesi c’è stato un riavvicinamento tra clienti e banche e le banche hanno scontato nei primi mesi del Covid una pessima organizzazione da parte di chi doveva garantire questi affidamenti. Il decreto è stato molto farraginoso. Oggi siamo arrivati a 938.000 domande. La situazione oggi è nettamente migliorata. La media dei debiti per azienda è di 110.000 euro a testa, ecco perché i prestiti sono stati raccolti solo dal 20% degli aventi diritto» ha detto Sileoni . «Le banche hanno vissuto l’incertezza del periodo Covid, non sapevano quanto avrebbero dovuto spendere in termini di gestione emergenza. Le aziende, al contrario, avevano come ancora di salvezza questi prestiti, ma c’erano due incognite: Primo: non si sapeva bene se si sarebbe o meno dovuto fare l’istruttoria sul sito richiesto. Secondo: la maggior parte del personale lavorava in smart working. Le banche all’inizio non sono state pronte a gestire un numero così elevato di persone in smart working rispetto alle persone che lavoravano allo sportello. Questo – ha aggiunto il segretario generale della Fabi - ha prodotto una serie di inadempienze. Le grandi aziende hanno aspettato prima di chiedere prestiti per vedere che piega prendeva il Covid. C’è stata una riflessione importante da parte delle medie e grandi imprese. L’altro aspetto fondamentale da rimarcare è il fatto che sia mancato lo scudo per i direttori delle agenzie, esposti a problemi che non sono e non devono essere i loro. Serviva una manleva per evitare che potessero correre rischi relativi ai reati di concorso in bancarotta fraudolenta e concessione abusiva del credito».

Quando allo smart working, Sileoni ha spiegato che «viene imposto ai lavoratori e provoca, a vantaggio delle aziende, una riduzione complessiva dei costi pari al 7/8% perché non vengono pagati buoni pasto, corrente elettrica, le missioni, le trasferte, le diarie».

Roma, 4 agosto 2020

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