«DA CREDEM RINGRAZIAMENTI SOLO A PAROLE»

Dopo l’annuncio degli utili 2020 a 201,6 milioni di euro, il coordinatore Fabi di gruppo, Massimo Statuto, si rivolge ai vertici della banca: risultati raggiunti grazie ai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori nell’anno pandemico, l’azienda ha sempre negato riconoscimenti concreti. Vigileremo sui livelli occupazionali.

«DA CREDEM RINGRAZIAMENTI SOLO A PAROLE»

Molti utili e pochi riconoscimenti concreti ai dipendenti. Il gruppo Credem chiude il 2020 con un profitto netto consolidato in lieve crescita, a 201,6 milioni, in linea con il 2019 e con impieghi e raccolta cresciuti di quasi il 10%: tutto questo senza adeguati riconoscimenti ai lavoratori e alle lavoratrici. Secondo il coordinatore Fabi gruppo Credem, Massimo Statuto il risultato sottolinea «L’impegno e i grandi sacrifici profusi da tutti i lavoratori nell'anno “pandemico” appena concluso. Le colleghe e i colleghi della rete anche durante il lockdown hanno sempre aperto le filiali garantendo i servizi alla collettività ed i colleghi degli uffici centrali, in smart working, hanno svolto le loro attività seppure tra molte difficoltà».

Inoltre, continua il coordinatore Fabi «Ricordiamo all'azienda che questa "nuova organizzazione commerciale", che ha permesso al Credem questi ottimi risultati anche in un ciclo economico difficile, è fatta di persone, di lavoratrici e lavoratori. E la nostra amara constatazione è che l’azienda fino ad ora li ha ringraziati solo a parole».

Per Statuto, alle richieste da parte del sindacato di riconoscimenti concreti «L’azienda ha sempre risposto con un vero e proprio “piagnisteo greco” incentrato sull’incertezza del futuro dei lavoratori e dei profitti, che di fatto ha prodotto il blocco di meccanismi premianti».

«Terminata la fase emergenziale Credem ha interrotto il dialogo con la Fabi, nonostante sul tavolo ci siano molti temi di confronto, come i progetti NEWFIL e GEOVAR e la fusione della Cassa di risparmio di Cento che impatteranno sulle lavoratrici e i lavoratori e sulle realtà locali per la chiusura di sportelli, ed altri come ad esempio la “banca del Tempo” il cui cantiere si è inspiegabilmente arenato. In questo contesto la Fabi vigilerà sui livelli occupazionali, il rispetto delle professionalità e l’attenzione ai territori e chiede all’azienda di riavviare il confronto con le Organizzazioni Sindacali» ha concluso il coordinatore Fabi Statuto.

Roma, 9 febbraio 2021

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