MAZZUCCHI: «INCOMPRENSIBILE IL SILENZIO DEI VERTICI DI CASSA CENTRALE BANCA»
A due anni dal processo di trasformazione delle banche di credito cooperativo, il coordinamento Fabi Cassa Centrale Banca fa il punto della situazione e chiede nuovi incontri con i vertici del gruppo per la gestione e tutela dei dipendenti.
«Il Gruppo si trova ad affrontare delle sfide molto impegnative e, per superarle positivamente, è fondamentale il ruolo dei lavoratori e del sindacato. Proprio per questo è incomprensibile il silenzio dei vertici di Cassa Centrale Banca dopo la richiesta formale del sindacato ad aprire il confronto». È il commento del segretario coordinatore Fabi Cassa Centrale Banca, Domenico Mazzucchi, dopo il mancato appuntamento con l’amministratore delegato del gruppo, richiesto lo scorso 21 dicembre.
A due anni dall’inizio del processo di riorganizzazione delle Bcc, in una nota, il coordinamento CCB Fabi fa il punto della situazione: i processi di fusione, ancora in corso, che dal 1 gennaio 2019 a oggi hanno ridotto a 77 le banche di credito cooperativo dalle iniziali 81; l’attivazione del fondo di solidarietà che ha consentito il ricambio generazionale con 289 uscite volontarie a fronte di 156 nuove assunzioni e, senza dimenticare, il cambiamento dei modelli di rete. A tutto questo vanno ad aggiungersi altri elementi importanti quali: l’ipotesi di “unione” dei gruppi bancari cooperativi, gli effetti economici causati dall’emergenza sanitaria ancora in corso e, inoltre, al possibile processo di acquisizione di Carige da parte di Cassa Centrale Banca. Diventa quindi necessario, continua la nota del sindacato Fabi, “un incontro con i vertici del gruppo”.
Secondo il coordinatore Mazzucchi: «Difficile prevedere quali saranno gli sviluppi sui diversi fronti ma, in ogni caso, le ripercussioni sui oltre 11 mila lavoratori non saranno di poco conto e, per tutelare al meglio i colleghi, sarà necessario un sindacato forte e deciso, qual è la Fabi!»
Trento, 8 febbraio 2021