BANCO BPM, ANCORA PRESSIONI COMMERCIALI

Nota unitaria della Fabi e delle altre sigle per denunciare le politiche commerciali del gruppo nei confronti dei dipendenti: i continui richiami per la pianificazione di appuntamenti con la clientela nonostante il Dpcm del 2 marzo vieti gli spostamenti nelle zone rosse del Paese. Fontana: « Chiediamo un’assunzione di responsabilità da parte dell’azienda a tutela della salute dei colleghi e della clientela. Ci aspettiamo inoltre che vengano bloccate le attività commerciali in presenza nelle zone rosse»

BANCO BPM, ANCORA PRESSIONI COMMERCIALI

«Denunciamo con fermezza le costanti e inaccettabili pressioni che l'Azienda continua a porre in atto come se l'emergenza sanitaria non esistesse o stesse scemando. Chiediamo da parte dell’azienda un'assunzione di responsabilità e una dimostrazione di sensibilità a tutela della salute dei colleghi e della clientela. Ci aspettiamo inoltre che, finalmente, vengano date ai colleghi indicazioni chiare riguardo le modalità di approccio commerciale e, in particolare, che vengano bloccate le attività commerciali in presenza nelle zone rosse». Commenta così il coordinatore Fabi gruppo Banco Bpm, Paolo Fontana, il comunicato unitario sindacale inviato ieri per “denunciare” le continue pressioni commerciali nei confronti dei dipendenti del gruppo bancario.

 

Nonostante il Dcpm, emanato dal Governo Draghi il 2 marzo, vieti “ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori in zona rossa, nonché all’interno dei medesimi territori” l’azienda, sostengono i sindacati, continua ad avere un “distacco dalla realtà”. Un esempio è il progetto W- sprint, recentemente introdotto dai vertici dell’azienda, che sostanzialmente consisterebbe in continui richiami per la pianificazione, da parte dei dipendenti, di appuntamenti con la clientela per la vendita di prodotti finanziari. Secondo le organizzazioni sindacali queste operazioni spesso non sono “necessarie e tantomeno urgenti, unicamente figlie della campagna commerciale del momento e che dovrebbero invece essere responsabilmente rinviate a tempi migliori”.

In sintesi, la Fabi e le altre sigle ribadiscono con forza che “la logica delle produzione commerciale, e degli utili a tutti i costi, non può essere assolutamente perseguita a discapito della salute dei lavoratori e della clientela”.
“Ricordiamo – concludono le sigle nel comunicato – che nel dicembre 2018 è stato firmato un accordo, tutt’ora vigente, in materia di politiche commerciali e organizzazione del lavoro nel quale la dignità dei lavoratori, le esigenze dei clienti e l’applicazione della normativa eteronoma devono sempre essere rispettati Non è ammissibile che in questo contesto di emergenza sanitaria, che impone una limitazione dei contatti fisici, questa azienda faccia finta di nulla insistendo nel fare inaccettabili pressioni sui colleghi”.

Milano, 22 marzo 2021

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