BANCO DESIO, FABI: NO FORZATURE SU SMART WORKING
Il coordinamento sindacale di Gruppo lascia il tavolo della trattativa per documentata deroga al contratto di lavoro nazionale. Cornaglia: «la bozza che ci hanno presentato era unilateralmente sbilanciata a favore delle esigenze organizzative, tecniche e produttive della banca, con l’unico obiettivo esplicitato di incrementare la produttività del lavoro»
Troppe deroghe al Contratto nazionale ed è scontro sul lavoro agile in Banco Desio. Nell’incontro di ieri la Fabi ha deciso di lasciare il tavolo della trattativa. Le motivazioni del gesto sono state raccolte in un volantino che i rappresentanti sindacali di Gruppo hanno rivolto a lavoratrici e lavoratori.
Secondo il coordinamento Fabi, in piena linea con quanto condiviso con la segreteria nazionale, lo strumento dello smart working è un tema di discussione centrale e che chiede una regolamentazione dettagliata nel contratto nazionale. Largamente usato nel periodo emergenziale per ridurre la presenza dei lavoratori nei luoghi di lavoro e preservarne, dunque, la loro sicurezza e salute, il lavoro agile non può essere utilizzato in modo strumentale dalle aziende per ridurre i costi.
«Come constatato in questo periodo, lo smart working può diventare un boomerang laddove, ad esempio, i lavoratori non riescano a mantenere i propri orari di lavoro. Così mentre il legislatore pensava al lavoro agile come uno strumento per conciliare i tempi di vita e lavoro, accade che la gestione ne diventi ancora più complicata» spiega Francesco Cornaglia, coordinatore Fabi Banco Desio.
La Fabi prosegue nel volantino spiegando in modo dettagliato quali sono le ripercussioni a cui sarebbero sottoposti i lavoratori in caso di una fuga in avanti dell’azienda, al solo scopo di ridurre i costi di gestione degli immobili e applicando riduzioni dei riconoscimenti economici ai dipendenti; basti pensare al venir meno dei buoni pasto, della retribuzione del lavoro straordinario/banca ore, alle riduzioni del concorso spese di trasporto, alle indennità di trasferta, ad altri benefici come auto e telefono aziendale.
«Il lavoro agile, come prospettatoci nella bozza preparata dalla direzione, ha una serie di deroghe al Contratto nazionale che sono inaccettabili, a partire dall’esclusione di tutto il personale delle filiali, che si troverebbe in chiara disparità di trattamento – prosegue Cornaglia – Cosa che il sindacato non può consentire. Inoltre, è impostato unilateralmente a favore delle esigenze organizzative-tecniche-produttive della banca, con l’obiettivo esplicitato di incrementare la produttività del lavoro, senza tener conto di quello che sarebbe il vero scopo della norma, ossia il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Il nostro obiettivo rimane quello della tutela dei lavoratori del Gruppo che può passare solo da una normativa chiara e uniforme, che non prescinda dalla deroga al contratto nazionale. Auspichiamo dunque che anche le altre organizzazioni sindacali del tavolo si rendano conto che accordi come quelli proposti sono decisamente dannosi per i colleghi, per il lavoro in senso generale e per l’economia del nostro amato Paese e che, di conseguenza, non accettino di sottoscriverli in questo particolare periodo storico» ha concluso Cornaglia.
Desio, 23 marzo 2021