GRUPPO ANIMA, PER I SINDACATI LE TUTELE OCCUPAZIONALI NON SONO IN VENDITA

Con un comunicato unitario di ieri la Fabi, e le atre organizzazioni, hanno spiegato i motivi del mancato accordo per il trasferimento dei dipendenti del Gruppo Anima alla società State Street Bank, ossia le assenze di tutele in caso di tensioni occupazionali. Milazzo: «Nel corso degli ultimi anni State Street Bank ha già attivato procedure di riduzione degli organici, per questo motivo la cessione di operatività di Anima ci ha portato a tenere fermo il riferimento sulla tutela occupazionale»

GRUPPO ANIMA, PER I SINDACATI LE TUTELE OCCUPAZIONALI NON SONO IN VENDITA

È la mancata concessione di garanzie occupazionali per i 15 dipendenti del Gruppo Anima (azienda del settore del risparmio gestito) coinvolti nel passaggio alla società State Street Bank a mettere in allarme i sindacati. Dopo una lunga e difficile trattativa la Fabi, e le altre sigle, hanno inviato ieri un comunicato unitario in cui spiegano i motivi del mancato accordo di trasferimento del ramo d’azienda, ossia “l’assenza di tutele in caso di tensioni occupazionali nella nuova società, in un momento in cui il comparto bancario è, e sarà, interessato da operazioni trasversali”.

Nella nota unitaria i sindacati riconoscono le proposte economiche che la società Anima si è impegnata a garantire per i dipendenti del gruppo, ma queste “non possono essere in alcun modo valutate come merce di scambio per la conservazione dei posti di lavoro”, hanno precisato le sigle.

«Nel corso degli ultimi anni State Street Bank ha già attivato procedure di riduzione degli organici che ci hanno impegnato come Fabi e che si sono concluse con i migliori accordi possibili nella circostanza» ha commentato il segretario provinciale Fabi Milano, Carlo Milazzo.

«Per questo motivo la cessione di operatività di Anima ci ha portato, con le altre organizzazioni sindacali presenti nelle aziende e con la loro piena collaborazione, a tenere fermo il riferimento sulla tutela occupazionale» ha continuato Milazzo spiegando che «Ciò che preoccupa maggiormente è l’eventualità che le aziende possano cedere attività a terzi accompagnate da gruppi di dipendenti per non affrontare in proprio i problemi derivanti dagli eventuali esuberi».
In conclusione il segretario provinciale Fabi ha precisato che «Nonostante il mancato accordo, su ogni altra richiesta anche economica trattata e pattuita, l’azienda ha già confermando di rispettare in ogni contenuto le condizioni di maggior favore per i dipendenti».

Milano, 1 luglio 2021

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