DIETRO LE QUINTE DEI BILANCI BANCARI, TUTTE LE AGENZIE RIMBALZANO ANALISI FABI
Da istituti di credito a botteghe finanziarie. La Fabi passa in rassegna i conti degli istituti e ne delinea l’evoluzione: più prodotti finanziari venduti allo sportello e meno prestiti a imprese e famiglie. L’anno scorso lo stock di prestiti è salito di 52 miliardi, nonostante oltre 190 miliardi di garanzie dello Stato che, probabilmente, sono state usate per sostituire “vecchie” linee di credito. Il segretario generale Sileoni: «Da corsa a dividendi possibili danni a famiglie e imprese».
Da istituti di credito a botteghe finanziarie. La Fabi passa in rassegna i conti degli istituti e ne delinea l’evoluzione: più prodotti finanziari venduti allo sportello e meno prestiti a imprese e famiglie. L’anno scorso lo stock di prestiti è salito di 52 miliardi, nonostante oltre 190 miliardi di garanzie dello Stato che, probabilmente, sono state usate per sostituire “vecchie” linee di credito. Il segretario generale Sileoni: «Da corsa a dividendi possibili danni a famiglie e imprese».
ANSA
Banche: Fabi, attività creditizia produce margini con la Bce
Banche: Fabi, attività creditizia produce margini con la Bce Prestare denaro a imprese e famiglie ruolo sociale fondamentale (ANSA) – MILANO, 20 AGO – La Bce consente alle banche di mantenere redditizia l’erogazione di prestiti alle famiglie e alle imprese, per consentire agli Istituti di svolgere un autentico “ruolo sociale”. Lo sostiene la Fabi che sottolinea come “i finanziamenti alle imprese e alle famiglie assicurerebbero alle banche un margine di guadagno discreto, ancorche’ lieve e piu’ contenuto rispetto a quello di qualche anno fa, anche se erogati a tassi d’interessi quasi irrilevanti cioe’ di pochissimi punti percentuali”. “Le banche – prosegue la Fabi – sostengono che i tassi di interesse particolarmente contenuti rendano poco redditizia l’attivita’ creditizia”. “Laddove le banche lamentano scarsi profitti col margine d’interesse – spiega il Sindacato – occorre notare che i costi della ‘provvista’ di denaro sono assai bassi”. Secondo la Fabi infatti “l raccolta diretta da clientela di fatto non e’ remunerata e la liquidita’ fornita dalla Banca Centrale Europea con le operazioni di rifinanziamento a lungo termine viene acquistata addirittura a tassi negativi”. In questo quadro la scelta di trascurare il credito per spingere la vendita di prodotti finanziari “non sembra essere particolarmente premiante”. “Il Roe (return on equity, ritorno sul capitale, cioe’ l’indice che misura la redditivita’ di una banca) – si legge nell’analisi della Fabi – dopo aver toccato il picco nel 2018 attorno al 6% si e’ ulteriormente ridotto nel 2020, calando all’1,9% dal 5% dell’anno precedente”. La Fabi conclude l’analisi sottolineando come “impiegare denaro verso le imprese e le famiglie consentirebbe alle banche di svolgere quel ruolo sociale che non dovrebbe mancare mai”. (ANSA). VE 20-AGO-21 08:31 NNNN
Banche: Fabi, commissioni 2020 superano ricavi da prestiti
Banche: Fabi, commissioni 2020 superano ricavi da prestiti ++ Storico sorpasso prodotti finanziari su attivita’ di credito (ANSA) – MILANO, 20 AGO – Da istituti di credito a botteghe finanziarie. E’ l’evoluzione delle banche italiane secondo la Fabi, che ha analizzato i ricavi complessivi nel 2020. Su 78,1 miliardi di euro registrati, si legge in uno studio della Federazione, oltre la meta’, cioe’ 39,4 miliardi, arriva da commissioni su prodotti finanziari, mentre il credito garantisce ricavi per 38,7 miliardi. “La distanza tra le percentuali, 50,5% contro 49,5% – sottolinea il sindacato – sembra irrilevante, ma in realta’ si tratta di un ‘sorpasso’ storicamente importante che si riflette anche sulla clientela”. (ANSA). VE 20-AGO-21 08:30 NNNN
Banche: Fabi, commissioni superano ricavi da prestiti (2)
Banche: Fabi, commissioni superano ricavi da prestiti (2) (ANSA) – MILANO, 20 AGO – Secondo il sindacato autonomo dei bancari le banche italiane “sembrano sempre meno orientate all’attivita’ tradizionale, quella legata ai prestiti, e sempre piu’ indirizzate a vendere prodotti di risparmio e anche assicurativi”. Le banche “insomma, puntano su attivita’ poco rischiose”, prosegue l’Organizzazione alludendo alla vendita di prodotti finanziari, e “mettono in qualche modo in secondo piano i prestiti, ambito reso sempre piu’ complesso anche per le regole stringenti, forse troppo, scritte in Europa”. Una situazione che riporta “alla ribalta” il problema delle “indebite pressioni commerciali per la vendita di qualsiasi tipo di prodotto allo sportello”. In questo modo “l’attenzione corre verso i rischi di nuove stagioni di risparmio tradito”, aggiunge la Fabi. “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attivita’ – spiega il segretario generale della Fabi Lando Sileoni – e’ legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualita’ del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi”. Sileoni vede pero’ l’esistenza di “spazi per le banche piu’ lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese”. Secondo Sileoni “va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata”. Quanto ai ricavi il Sindacalista sottolinea come “i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e piu’ sono alti, piu’ gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice”. Un quadro che “potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potra’ sempre scegliere le soluzioni piu’ adeguate alle proprie esigenze”, conclude Sileoni. (ANSA). VE 20-AGO-21 08:31 NNNN
ADNKRONOS
BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI =
ADN0072 7 ECO 0 ADN ECO NAZ BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI = Con 39,4 mld sorpassano credito che si attesta a 38,7 mld, torna problema pressioni commerciali Roma, 20 ago. (Adnkronos) – Su 78,1 miliardi di euro di ricavi totali delle banche nel 2020, oltre la metà, cioè 39,4 miliardi, arriva dalle commissioni mentre il credito garantisce ricavi per 38,7 miliardi. E’ quanto rileva la FABI in una ricerca. La distanza tra le percentuali, 50,5% contro 49,5%, “sembra irrilevante, ma in realtà si tratta di un ‘sorpasso’ storicamente importante che si riflette anche sulla clientela. Torna così alla ribalta il problema delle indebite pressioni commerciali per la vendita di qualsiasi tipo di prodotto allo sportello e l’attenzione corre verso i rischi di nuove stagioni di risparmio tradito”, spiega il sindacato secondo cui gli istituti di credito “stanno diventando sempre più negozi finanziari” sempre “meno orientate all’attività tradizionale, quella legata ai prestiti, e sempre più indirizzate a vendere prodotti di risparmio e anche assicurativi.” Le banche “puntano su attività poco rischiose (la vendita di prodotti finanziari, appunto) e mettono in qualche modo in secondo piano i prestiti, ambito reso sempre più complesso anche per le regole stringenti, forse troppo, scritte in Europa”, spiega ancora la FABI. (segue) (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 20-AGO-21 08:34 NNNN
BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI (2) =
ADN0073 7 ECO 0 ADN ECO NAZ BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI (2) = (Adnkronos) – Quanto ai risultati nel dettaglio, sul totale di 78,1 miliardi di fatturato nel 2020, gli incassi legati ai prestiti (margine d’interesse), si sono attestati a quota 38,7 miliardi (49,5%), meno rispetto agli ‘altri ricavi’, che hanno raggiunto i 39,4 miliardi (50,5%), dei quali 29,9 (38,4%) miliardi derivanti da commissioni. La scelta delle banche, tuttavia, non sembra essere particolarmente premiante: il roe (return on equity, ritorno sul capitale, cioè l’indice che misura la redditività di una banca) dopo aver toccato il picco nel 2018 attorno al 6% si è ulteriormente ridotto nel 2020, calando all’1,9% dal 5% dell’anno precedente. Si tratta di una tendenza in atto da diversi anni, spiega la FABI, “a partire dal 2015, come fotografa il grafico della Banca d’Italia, le banche hanno spostato la loro ‘attenzione’ sulla vendita alla clientela di prodotti finanziari e assicurativi, puntando sempre meno sull’intermediazione creditizia ovvero sui finanziamenti sia alle imprese sia alle famiglie. L’argomento è di estrema importanza perché si incrocia con quello delle indebite pressioni commerciali subite dalle lavoratici e dai lavoratori bancari, a tutti i livelli, ‘spinti’ a vendere sempre di più qualsiasi tipo di prodotto allo sportello: dalle carte di credito ai servizi bancari, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi’. “Il ruolo delle crescenti, indebite pressioni commerciali sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari è sempre più al centro dell’attenzione nei confronti tra le organizzazioni sindacali e l’Abi oltre che nell’ambito dei tavoli aziendali e di gruppo. L’attenzione è rivolta anche ai pericoli per la clientela a cui vengono offerti prodotti e servizi nelle filiali sempre più simili a negozi finanziari. Il rischio, in assenza di una inversione di rotta, è di trovarsi a dover gestire nuovi casi di ”risparmio tradito”. (segue) (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 20-AGO-21 08:34 NNNN
BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI (3) =
ADN0074 7 ECO 0 ADN ECO NAZ BANCHE: FABI, IN 2020 RICAVI MAGGIORI DA COMMISSIONI, SONO SEMPRE PIU’ NEGOZI FINANZIARI (3) = (Adnkronos) – “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attività, è legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualità del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche più lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese. Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata”, commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. “Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e più sono alti, più gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice. Tutto questo quadro – dice ancora Sileoni – potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potrà sempre scegliere le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze”. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 20-AGO-21 08:34 NNNN
BANCHE: FABI, CON FETTA MAGGIORE PRESTITI GARANTITI SOSTITUITE LINEE DI CREDITO ESISTENTI = ADN0076 7 ECO 0 ADN ECO NAZ BANCHE: FABI, CON FETTA MAGGIORE PRESTITI GARANTITI SOSTITUITE LINEE DI CREDITO ESISTENTI = 190 mld con misure governo, ma saldo è pari a 52 mld, è stata soluzione per ridurre rischi Roma, 20 ago. (Adnkronos) – Non c’è corrispondenza tra l’ammontare dei prestiti erogati con le garanzie pubbliche introdotte nel corso dell’emergenza pandemica, oltre 190 miliardi, e il saldo positivo dello stock, pari a 52 miliardi, e questo perché le banche hanno utilizzato “per la fetta maggiore” gli impieghi garantiti “per sostituire linee di creditio in essere e non erogare liquidità aggiuntiva alle imprese, come auspicava, invece, il governo”. E’ quanto rileva la FABI in un’analisi sui ricavi degli istituti di credito nel 2020. “Se le garanzie statali fossero state sfruttate a pieno per sostenere nuove linee di credito, la variazione positiva avrebbe dovuto essere più vicina a 190 miliardi, invece la distanza risulta ampia. Le banche, in sostanza, hanno sfruttato la misura per aumentare il grado di copertura dei loro bilanci, alleggerendo il grado di rischio. Il ‘paracadute’ dello Stato, insomma, ha rappresentato una formidabile soluzione per ridurre i rischi del settore bancario”. Si tratta, scriva ancora il sindacato nell’analisi, di “una strategia, quella delle banche, legata, seppur non esplicitamente, anche dall’inasprimento delle regole imposte sia dall’Autorità bancaria europea sia dalla Banca centrale europea: nel corso degli ultimi anni è diventata più severa la gestione delle sofferenze e, in generale, dei crediti deteriorati; allo stesso tempo, alle banche europee vengono chiesti maggiori accantonamenti e coperture proprio per mitigare il rischio di credito. A partire dal 2017 – ricorda infatti la FABI – il tasso di copertura del credito è stabile sopra quota 50%, contemporaneamente l’incidenza lorda del totale delle sofferenze e dei crediti deteriorati è scesa sotto il 50% per arrivare sotto quota 20% nel 2020. Non a caso, le rettifiche di valore e gli accantonamenti, in linea con la rigidità normativa europea, sono passate da 14,4 miliardi del 2019 a 22,6 miliardi nel 2020, in netto aumento”. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 20-AGO-21 08:35 NNNN
BANCHE: FABI, IN 2020 RECORD CESSIONI NPL, SMALTITO PIU’ CHE IN TRIENNIO 2017-2019** =
ADN0078 7 ECO 0 ADN ECO NAZ **BANCHE: FABI, IN 2020 RECORD CESSIONI NPL, SMALTITO PIU’ CHE IN TRIENNIO 2017-2019** = Roma, 20 ago. (Adnkronos) – Nel corso del 2020 le banche italiane hanno ceduto 33 miliardi di Npl, un valore più alto rispetto a quanto preventivato. Nell’arco di soli 12 mesi, le banche hanno smaltito circa il 20% dell’ammontare totale delle sofferenze iscritte a bilancio alla fine del 2019; il risultato è più alto della media registrata nel triennio 2017-2019, pari a circa il 17%. E’ quanto emerge da un’analisi della FABI sui ricavi delle banche nel 2020. La dinamica, spiega il sindacato, “è stata favorita da una agevolazione fiscale contenuta in una norma del decreto ‘cura Italia’, approvato durante la pandemia da Covid, che ha consentito alle banche di convertire le imposte anticipate (dta: deffered tax asset) in crediti d’imposta, in occasione di cessione di crediti deteriorati”. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 20-AGO-21 08:41 NNNN
AGI
= Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico =
AGI0068 3 ECO 0 R01 / = Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico = (AGI) – Roma, 19 ago. – Su 78,1 miliardi di euro di ricavi totali delle banche italiane, oltre la meta’, 39,4 miliardi, arriva dalle commissioni mentre il credito garantisce ricavi per 38,7 miliardi. E’ quanto emerge da un’analisi di Fabi sui bilanci delle banche italiane nel 2020. In percentuale si tratta di un 49,5% di ricavi che arrivano dai margini di interesse, mentre altre attivita’ come risparmio gestito e assicurazioni arrivano al 50,5% una differenza che “sembra irrilevante”, spiega Fabi, “ma in realta’ si tratta di un ‘sorpasso’ storicamente importante che si riflette anche sulla clientela”. (AGI)Arc (Segue) 200830 AGO 21 NNNN
= Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico (2)=
AGI0069 3 ECO 0 R01 / = Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico (2)= (AGI) – Roma, 19 ago. – Per questo, spiega la Federazione autonoma bancari italiani, “torna alla ribalta il problema delle indebite pressioni commerciali per la vendita di qualsiasi tipo di prodotto allo sportello e l’attenzione corre verso i rischi di nuove stagioni di risparmio tradito”. “Si tratta di una tendenza in atto da diversi anni”, si legge nello studio. “A partire dal 2015, come fotografa il grafico della Banca d’Italia, le banche hanno spostato la loro “attenzione” sulla vendita alla clientela di prodotti finanziari e assicurativi, puntando sempre meno sull’intermediazione creditizia ovvero sui finanziamenti sia alle imprese sia alle famiglie”. (AGI)Arc (Segue) 200830 AGO 21 NNNN
= Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico (3)=
AGI0070 3 ECO 0 R01 / = Banche: Fabi, 50,5% fatturato da commissioni, sorpasso storico (3)= (AGI) – Roma, 19 ago. – “L’argomento e’ di estrema importanza perche’ si incrocia con quello delle indebite pressioni commerciali subite dalle lavoratici e dai lavoratori bancari, a tutti i livelli, “spinti” a vendere sempre di piu’ qualsiasi tipo di prodotto allo sportello: dalle carte di credito ai servizi bancari, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi”, prosegue Fabi. “Il ruolo delle crescenti, indebite pressioni commerciali sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari e’ sempre piu’ al centro dell’attenzione nei confronti tra le organizzazioni sindacali e l’Abi oltre che nell’ambito dei tavoli aziendali e di gruppo. L’attenzione e’ rivolta anche ai pericoli per la clientela a cui vengono offerti prodotti e servizi nelle filiali sempre piu’ simili a negozi finanziari. Il rischio, in assenza di una inversione di rotta, e’ di trovarsi a dover gestire nuovi casi di risparmio tradito”, viene spiegato nel rapporto. Arc 200830 AGO 21 NNNN
Banche: Sileoni, riduzione prestiti dovuto a faro su credito Bce = AGI0066 3 ECO 0 R01 / Banche: Sileoni, riduzione prestiti dovuto a faro su credito Bce = (AGI) – Roma, 19 ago. – “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attivita’, e’ legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualita’ del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche piu’ lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese”. commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. (AGI)Arc (Segue) 200830 AGO 21 NNNN
Banche: Sileoni, riduzione prestiti dovuto a faro su credito Bce (2)=
AGI0067 3 ECO 0 R01 / Banche: Sileoni, riduzione prestiti dovuto a faro su credito Bce (2)= (AGI) – Roma, 19 ago. – “Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata. Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e piu’ sono alti, piu’ gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice”, continua Sileoni, che conclude: “Tutto questo quadro potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potra’ sempre scegliere le soluzioni piu’ adeguate alle proprie esigenze”. (AGI)Arc 200830 AGO 21 NNNN
9 COLONNE
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (1)
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (1) (9Colonne) Roma, 20 ago – Stanno diventando sempre più negozi finanziari, le banche italiane: sembrano sempre meno orientate all’attività tradizionale, quella legata ai prestiti, e sempre più indirizzate a vendere prodotti di risparmio e anche assicurativi. Come sta evolvendo il settore bancario del nostro Paese lo fotografa la FABI, con una ricerca che analizza a fondo i ricavi degli istituti di credito: la struttura dei profitti delle banche, messa allo specchio, rivela quello che viene offerto alla clientela. La ricerca della Federazione autonoma bancari italiani rivela che, nel 2020, sul totale del fatturato del settore bancario, è in crescita la quota legata alle commissioni per la vendita di prodotti finanziari e assicurativi, mentre è in calo la fetta di profitti derivante dai prestiti. Le banche, insomma, puntano su attività poco rischiose (la vendita di prodotti finanziari, appunto) e mettono in qualche modo in secondo piano i prestiti, ambito reso sempre più complesso anche per le regole stringenti, forse troppo, scritte in Europa. Su 78,1 miliardi di euro di ricavi totali, infatti, oltre la metà, cioè 39,4 miliardi, arriva dalle commissioni mentre il credito garantisce ricavi per 38,7 miliardi: la distanza tra le percentuali, 50,5% contro 49,5%, sembra irrilevante, ma in realtà si tratta di un “sorpasso” storicamente importante che si riflette anche sulla clientela. Torna così alla ribalta il problema delle indebite pressioni commerciali per la vendita di qualsiasi tipo di prodotto allo sportello e l’attenzione corre verso i rischi di nuove stagioni di risparmio tradito. “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attività, è legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualità del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche più lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese. Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata. Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e più sono alti, più gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice. Tutto questo quadro potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potrà sempre scegliere le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze” commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. (SEGUE) 200830 AGO 21
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (2)
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (2) (9Colonne) Roma, 20 ago – Come guadagnano banche italiane? Quali sono le principali fonti di ricavo del settore bancario? Una risposta puntuale a questi interrogativi si trova analizzando i dati della relazione annuale della Banca d’Italia: secondo quanto emerge dall’analisi relativa al 2020, sul totale del “fatturato” degli istituti di credito, la quota legata alle commissioni risulta in crescita, mentre è in calo quella derivante dai prestiti (margine d’interesse); resta residuale, invece, la fetta definita “altri ricavi diversi dalle commissioni” nella quale sono ricomprese, tra altro, le attività di trading su titoli finanziari (ad esempio la compravendita di azioni). Si tratta di una tendenza in atto da diversi anni: a partire dal 2015 le banche hanno spostato la loro “attenzione” sulla vendita alla clientela di prodotti finanziari e assicurativi, puntando sempre meno sull’intermediazione creditizia ovvero sui finanziamenti sia alle imprese sia alle famiglie. L’argomento è di estrema importanza perché si incrocia con quello delle indebite pressioni commerciali subite dalle lavoratici e dai lavoratori bancari, a tutti i livelli, “spinti” a vendere sempre di più qualsiasi tipo di prodotto allo sportello: dalle carte di credito ai servizi bancari, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi. Il ruolo delle crescenti, indebite pressioni commerciali sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari è sempre più al centro dell’attenzione nei confronti tra le organizzazioni sindacali e l’Abi oltre che nell’ambito dei tavoli aziendali e di gruppo. L’attenzione è rivolta anche ai pericoli per la clientela a cui vengono offerti prodotti e servizi nelle filiali sempre più simili a negozi finanziari. (SEGUE) 200842 AGO 21
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (3)
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (3) (9Colonne) Roma, 20 ago – Il rischio, in assenza di una inversione di rotta, secondo la FABI, è di trovarsi a dover gestire nuovi casi di “risparmio tradito”. Quanto ai risultati, sul totale di 78,1 miliardi di “fatturato”, gli incassi legati ai prestiti (margine d’interesse), si sono attestati a quota 38,7 miliardi (49,5%), meno rispetto agli “altri ricavi”, che hanno raggiunto i 39,4 miliardi (50,5%), dei quali 29,9 (38,4%) miliardi derivanti da commissioni. La scelta delle banche, tuttavia, non sembra essere particolarmente premiante: il roe (return on equity, ritorno sul capitale, cioè l’indice che misura la redditività di una banca) dopo aver toccato il picco nel 2018 attorno al 6% si è ulteriormente ridotto nel 2020, calando all’1,9% dal 5% dell’anno precedente. Le banche sostengono che i tassi di interesse particolarmente contenuti rendano poco redditizia l’attività creditizia. Laddove le banche lamentano scarsi profitti col margine d’interesse, tuttavia, occorre notare che i costi della “provvista” di denaro sono assai bassi: la raccolta diretta da clientela di fatto non è remunerata e la liquidità fornita dalla Banca centrale europea con le operazioni di rifinanziamento a lungo termine viene acquistata addirittura a tassi negativi. Ne consegue che i finanziamenti a imprese e famiglie, anche se erogati a tassi d’interessi quasi irrilevanti, cioè di pochissimi punti percentuali, assicurerebbero comunque alle banche un margine di guadagno discreto, ancorché lieve e più contenuto rispetto a quello di qualche anno fa. Senza dimenticare che “impiegare” denaro verso le imprese e le famiglie consentirebbe alle banche di svolgere quel ruolo sociale che non dovrebbe mancare mai. (SEGUE) 200844 AGO 21
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (4)
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (4) (9Colonne) Roma, 20 ago – L’analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani sottolinea inoltre che soltanto grazie al Fondo centrale di garanzia e alle altre forme di sostegno pubblico a protezione dei prestiti – attivati dal governo per favorire un maggior apporto di liquidità all’economia reale, fiaccata dagli effetti della pandemia – è stata possibile, nell’ultimo anno, una crescita dello stock degli impieghi. Il positivo aumento registrato, tuttavia, merita di essere esaminato a fondo, poiché i numeri, da soli, non consentono una analisi trasparente. Dietro le statistiche si nascondono elementi di rilievo: non c’è corrispondenza tra l’ammontare dei prestiti erogati con le garanzie pubbliche e il saldo positivo dello stock. Se i finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati pari a oltre 190 miliardi di euro, infatti, l’aumento complessivo dell’ammontare dei finanziamenti bancari a imprese e famiglie si è attestato a 52 miliardi. Se le garanzie statali fossero state sfruttate a pieno per sostenere nuove linee di credito, la variazione positiva avrebbe dovuto essere più vicina a 190 miliardi, invece la distanza risulta ampia: l’anomalo scarto riscontrato è spiegabile col fatto che la garanzia statale è stata utilizzata, per la fetta maggiore, per sostituire linee di credito “in essere” (cioè vecchi prestiti) e non per erogare liquidità aggiuntiva alle imprese, come auspicava, invece, il governo nel varare quella norma del decreto legge 23 dell’8 aprile 2020. (SEGUE) 200901 AGO 21
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (5)
BANCHE, FABI: EVOLUZIONE IN “NEGOZI FINANZIARI”, 38,7 MLD DA CREDITO SU 78,1 MLD EURO PROFITTI (5) (9Colonne) Roma, 20 ago – Le banche, in sostanza, secondo la FABI, hanno sfruttato la misura per aumentare il grado di copertura dei loro bilanci, alleggerendo il grado di rischio. Il “paracadute” dello Stato, insomma, ha rappresentato una formidabile soluzione per ridurre i rischi del settore bancario. Una strategia, quella delle banche, legata, seppur non esplicitamente, anche dall’inasprimento delle regole imposte sia dall’Autorità bancaria europea sia dalla Banca centrale europea: nel corso degli ultimi anni è diventata più severa la gestione delle sofferenze e, in generale, dei crediti deteriorati; allo stesso tempo, alle banche europee vengono chiesti maggiori accantonamenti e coperture proprio per mitigare il rischio di credito. A partire dal 2017, il tasso di copertura del credito è stabile sopra quota 50%, contemporaneamente l’incidenza lorda del totale delle sofferenze e dei crediti deteriorati è scesa sotto il 50% per arrivare sotto quota 20% nel 2020. Non a caso, le rettifiche di valore e gli accantonamenti, in linea con la rigidità normativa europea, sono passate da 14,4 miliardi del 2019 a 22,6 miliardi nel 2020, in netto aumento. A riprova che il credito risulta sempre meno appetibile per le banche, è sufficiente scorrere le serie storiche: nel 2018, rispetto al 2017, il totale degli impieghi alla clientela è sceso di 27,6 miliardi, mentre nel 2019, rispetto al 2018, è diminuito d i 40,7 miliardi. Frattanto, sempre nell’ottica della pulizia dei bilanci, è proseguita la cessione di non performing loan: nel corso del 2020, le banche italiane hanno ceduto 33 miliardi di npl, un valore assai più alto rispetto a quanto preventivato. Nell’arco di soli 12 mesi, le banche hanno smaltito circa il 20% dell’ammontare totale delle sofferenze iscritte a bilancio alla fine del 2019; il risultato è più alto della media registrata nel triennio 2017-2019, pari a circa il 17%. La dinamica è stata favorita da una agevolazione fiscale contenuta in una norma del decreto “cura Italia”, approvato durante la pandemia da Covid, che ha consentito alle banche di convertire le imposte anticipate (dta: deffered tax asset) in crediti d’imposta, in occasione di cessione di crediti deteriorati. (red) 200908 AGO 21
ASKANEWS
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito Sileoni: fondi azionisti interessati solo a dividendi, rischio danni a clientela Roma, 20 ago. (askanews) – Lo scorso anno i ricavi da commissioni sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi hanno superato i ricavi d margine d’interesse delle banche italiane: su 78,1 miliardi di “fatturato” complessivo, 38,7 miliardi sono riferibili al credito, mentre 39,4 miliardi arrivano da altre attività (assicurazioni, risparmio gestito). E’ quanto rileva una ricerca della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, secondo la quale il settore, così, sta perdendo redditività: il roe era al 6% nel 2018 ed è sceso all’1,9% nel 2020. “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attività, è legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualità del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche più lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese. Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata. Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e più sono alti, più gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice. Tutto questo quadro potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potrà sempre scegliere le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. La tendenza a privilegiare i ricavi da commissione sul margine d’interesse è “in atto da diversi anni: a partire dal 2015… le banche hanno spostato la loro “attenzione” sulla vendita alla clientela di prodotti finanziari e assicurativi, puntando sempre meno sull’intermediazione creditizia ovvero sui finanziamenti sia alle imprese sia alle famiglie” afferma Fabi.(Segue) Red/Bea 20210820T083029Z
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -2-
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -2- Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -2- Roma, 20 ago. (askanews) – “L’argomento è di estrema importanza perché si incrocia con quello delle indebite pressioni commerciali subite dalle lavoratici e dai lavoratori bancari, a tutti i livelli, “spinti” a vendere sempre di più qualsiasi tipo di prodotto allo sportello: dalle carte di credito ai servizi bancari, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi. Il ruolo delle crescenti, indebite pressioni commerciali sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari è sempre più al centro dell’attenzione nei confronti tra le organizzazioni sindacali e l’Abi oltre che nell’ambito dei tavoli aziendali e di gruppo. L’attenzione è rivolta anche ai pericoli per la clientela a cui vengono offerti prodotti e servizi nelle filiali sempre più simili a negozi finanziari. Il rischio, in assenza di una inversione di rotta, è di trovarsi a dover gestire nuovi casi di “risparmio tradito””. “La scelta delle banche, tuttavia, non sembra essere particolarmente premiante – argomenta la Fabi – : il roe (return on equity, ritorno sul capitale, cioè l’indice che misura la redditività di una banca) dopo aver toccato il picco nel 2018 attorno al 6% si è ulteriormente ridotto nel 2020, calando all’1,9% dal 5% dell’anno precedente”. “Le banche sostengono che i tassi di interesse particolarmente contenuti rendano poco redditizia l’attività creditizia. Laddove le banche lamentano scarsi profitti col margine d’interesse, tuttavia, occorre notare che i costi della “provvista” di denaro sono assai bassi”. “Soltanto grazie al Fondo centrale di garanzia e alle altre forme di sostegno pubblico a protezione dei prestiti – attivati dal governo per favorire un maggior apporto di liquidità all’economia reale, fiaccata dagli effetti della pandemia – è stata possibile, nell’ultimo anno, una crescita dello stock degli impieghi” ma, afferma Fabi “non c’è corrispondenza tra l’ammontare dei prestiti erogati con le garanzie pubbliche e il saldo positivo dello stock. Se i finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati pari a oltre 190 miliardi di euro, infatti, l’aumento complessivo dell’ammontare dei finanziamenti bancari a imprese e famiglie si è attestato a 52 miliardi. Se le garanzie statali fossero state sfruttate a pieno per sostenere nuove linee di credito, la variazione positiva avrebbe dovuto essere più vicina a 190 miliardi, invece la distanza risulta ampia: l’anomalo scarto riscontrato è spiegabile col fatto che la garanzia statale è stata utilizzata, per la fetta maggiore, per sostituire linee di credito “in essere” (cioè vecchi prestiti) e non per erogare liquidità aggiuntiva alle imprese”. (Segue) Red/Bea 20210820T083037Z
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -3-
Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -3- Banche, Fabi: in 2020 sorpasso dei ricavi da commissioni sul credito -3- Roma, 20 ago. (askanews) – “Una strategia, quella delle banche, legata, seppur non esplicitamente, anche dall’inasprimento delle regole imposte sia dall’Autorità bancaria europea sia dalla Banca centrale europea: nel corso degli ultimi anni è diventata più severa la gestione delle sofferenze e, in generale, dei crediti deteriorati; allo stesso tempo, alle banche europee vengono chiesti maggiori accantonamenti e coperture proprio per mitigare il rischio di credito. Le rettifiche di valore e gli accantonamenti, in linea con la rigidità normativa europea, sono passate da 14,4 miliardi del 2019 a 22,6 miliardi nel 2020, in netto aumento”. “Frattanto, sempre nell’ottica della pulizia dei bilanci, è proseguita la cessione di non performing loan: nel corso del 2020, le banche italiane hanno ceduto 33 miliardi di npl, un valore assai più alto rispetto a quanto preventivato. Nell’arco di soli 12 mesi, le banche hanno smaltito circa il 20% dell’ammontare totale delle sofferenze iscritte a bilancio alla fine del 2019; il risultato è più alto della media registrata nel triennio 2017-2019, pari a circa il 17%. La dinamica è stata favorita da una agevolazione fiscale contenuta in una norma del decreto “cura Italia”, approvato durante la pandemia da Covid, che ha consentito alle banche di convertire le imposte anticipate (dta: deffered tax asset) in crediti d’imposta, in occasione di cessione di crediti deteriorati”. Red/Bea 20210820T083044Z
LA PRESSE
TOP Banche, Fabi: Nel fatturato più soldi da commissioni che da prestiti
TOP Banche, Fabi: Nel fatturato più soldi da commissioni che da prestiti Milano, 20 ago. (LaPresse) – Sempre meno orientate all’attività tradizionale, quella legata ai prestiti, e sempre più indirizzate a vendere prodotti di risparmio e anche assicurativi. E’ questa la fotografia delle banche italiane scattata dalla Fabi. Una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani rivela che, nel 2020, sul totale del fatturato del settore bancario, è in crescita la quota legata alle commissioni per la vendita di prodotti finanziari e assicurativi, mentre è in calo la fetta di profitti derivante dai prestiti. Le banche, insomma, puntano su attività poco rischiose (la vendita di prodotti finanziari, appunto) e mettono in qualche modo in secondo piano i prestiti, ambito reso sempre più complesso anche per le regole stringenti, forse troppo, scritte in Europa. Su 78,1 miliardi di euro di ricavi totali, infatti, oltre la metà, cioè 39,4 miliardi, arriva dalle commissioni mentre il credito garantisce ricavi per 38,7 miliardi: la distanza tra le percentuali, 50,5% contro 49,5%, sembra irrilevante, ma in realtà si tratta di un ‘sorpasso’ storicamente importante che si riflette anche sulla clientela. ECO NG01 fct/lca 200840 AGO 21
TOP Banche, Fabi: Paracadute Stato usato per alleggerire rischi settore
TOP Banche, Fabi: Paracadute Stato usato per alleggerire rischi settore Milano, 20 ago. (LaPresse) – Soltanto grazie al Fondo centrale di garanzia e alle altre forme di sostegno pubblico a protezione dei prestiti – attivati dal governo per favorire un maggior apporto di liquidità all’economia reale, fiaccata dagli effetti della pandemia – è stata possibile, nell’ultimo anno, una crescita dello stock degli impieghi delle banche. E’ quanto emerge da un report della Fabi, secondo cui, tuttavia, non c’è corrispondenza tra l’ammontare dei prestiti erogati con le garanzie pubbliche e il saldo positivo dello stock. Se i finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati pari a oltre 190 miliardi di euro, infatti, l’aumento complessivo dell’ammontare dei finanziamenti bancari a imprese e famiglie si è attestato a 52 miliardi. Se le garanzie statali fossero state sfruttate a pieno per sostenere nuove linee di credito, la variazione positiva avrebbe dovuto essere più vicina a 190 miliardi, invece la distanza risulta ampia. “L’anomalo scarto riscontrato è spiegabile col fatto che la garanzia statale è stata utilizzata, per la fetta maggiore, per sostituire linee di credito ‘in essere’ (cioè vecchi prestiti) e non per erogare liquidità aggiuntiva alle imprese, come auspicava, invece, il governo nel varare quella norma del decreto legge 23 dell’8 aprile 2020. Le banche, in sostanza, hanno sfruttato la misura per aumentare il grado di copertura dei loro bilanci, alleggerendo il grado di rischio. Il ‘paracadute’ dello Stato, insomma, ha rappresentato una formidabile soluzione per ridurre i rischi del settore bancario”, sottolinea la Fabi. ECO NG01 fct/gar 200841 AGO 21
TOP Banche, Sileoni (Fabi): Da corsa a dividendi possibili danni a famiglie e imprese
TOP Banche, Sileoni (Fabi): Da corsa a dividendi possibili danni a famiglie e imprese Milano, 20 ago. (LaPresse) – “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attività, è legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualità del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche più lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese. Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata. Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e più sono alti, più gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice. Tutto questo quadro potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potrà sempre scegliere le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze”. E’ il commento del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, alla ricerca sul settore bancario del sindacato. ECO NG01 fct/gar 200841 AGO 21
RADIOCOR
Banche: Fabi, crescono le commissioni, superano ricavi da prestiti
9010E1314 (FIN) Banche: Fabi, crescono le commissioni, superano ricavi da prestiti (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 20 ago – Da istituti di credito a negozi finanziari. Fabi ha realizzato un’analisi dei principali dati bancari italiani e sui ricavi 2020: su 78,1 miliardi oltre la meta’, cioe’ 39,4 miliardi, arriva da commissioni su prodotti finanziari (assicurazioni, risparmio gestito), mentre il credito garantisce entrate per 38,7 miliardi. “La distanza tra le percentuali, 50,5% contro 49,5% – sottolinea Fabi – sembra irrilevante, ma in realta’ si tratta di un ‘sorpasso’ storicamente importante che si riflette sulla clientela”. Sempre piu’ prodotti finanziari vengono venduti allo sportello e meno prestiti sono erogati a imprese e famiglie. Il settore sta perdendo redditivita’: il Roe era al 6% nel 2018 ed e’ sceso all’1,9% nel 2020; lo stock di prestiti e’ salito di 52 miliardi, nonostante i 190 miliardi di garanzie dello Stato, usate per sostituire ‘vecchie’ linee di credito; sono stati ceduti 33 miliardi di sofferenze grazie alle agevolazioni fiscali. bab (RADIOCOR) 20-08-21 09:40:36 (0187) 5 NNNN
Banche: Fabi, crescono le commissioni, superano ricavi da prestiti -2-
9010E1314 (FIN) Banche: Fabi, crescono le commissioni, superano ricavi da prestiti -2- Rischi risparmio tradito, aggregazione e fondi esteri (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 20 ago – Secondo Fabi, le banche italiane “sembrano sempre meno orientate all’attivita’ tradizionale, quella legata ai prestiti, e sempre piu’ indirizzate a vendere prodotti di risparmio e assicurativi, puntando su attivita’ poco rischiose e mettendo in secondo piano i prestiti, ambito reso sempre piu’ complesso anche per le regole stringenti, forse troppo, scritte in Europa”. Una situazione che porta “alla ribalta” il problema delle “indebite pressioni commerciali per la vendita di qualsiasi tipo di prodotto allo sportello. L’attenzione corre verso i rischi di nuove stagioni di risparmio tradito”, aggiunge Fabi. “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attivita’ – spiega il segretario generale Lando Sileoni – e’ legata anche all’attenzione crescente della Bce alla qualita’ del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi”. Sileoni vede pero’ l’esistenza di “spazi per le banche piu’ lungimiranti che potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese”. Secondo Sileoni “va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno una concorrenza sfrenata”. Sileoni sottolinea come “i fondi d’investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati solo ai dividendi e piu’ sono alti, piu’ gli amministratori delegati preservano le posizioni di vertice”. bab (RADIOCOR) 20-08-21 09:49:53
Banche: Fabi, “ruolo sociale” grazie a Bce che mantiene redditizi i prestiti
9010E1314 (FIN) Banche: Fabi, “ruolo sociale” grazie a Bce che mantiene redditizi i prestiti (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 20 ago – La Bce consente alle banche di mantenere redditizia l’erogazione di prestiti a famiglie e imprese, per consentire loro di continuare a svolgere un “ruolo sociale”. Lo sostiene Fabi, sottolineando che “i finanziamenti alle imprese e alle famiglie assicurerebbero alle banche un margine di guadagno discreto, ancorche’ lieve e piu’ contenuto rispetto a quello di qualche anno fa, anche se erogati a tassi d’interessi quasi irrilevanti cioe’ di pochissimi punti percentuali. Le banche sostengono che i tassi d’interesse particolarmente contenuti rendono poco redditizia l’attivita’ creditizia. Laddove le banche lamentano scarsi profitti col margine d’interesse – spiega il sindacato – occorre notare che i costi della ‘provvista’ di denaro sono assai bassi”. Secondo Fabi, “la raccolta diretta da clientela non e’ remunerata e la liquidita’ fornita dalla Bce con le operazioni di rifinanziamento a lungo termine viene acquistata addirittura a tassi negativi”. In questo quadro la scelta di trascurare il credito per spingere la vendita di prodotti finanziari “non sembra essere premiante”. bab (RADIOCOR) 20-08-21 09:47:20 (0192) 5 NNNN
ITALPRESS
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” == ZCZC IPN 078
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==
ROMA (ITALPRESS) – Secondo quanto emerge dall’analisi relativa al 2020, sul totale del “fatturato” degli istituti di credito, la quota legata alle commissioni risulta in crescita, mentre e’ in calo quella derivante dai prestiti (margine d’interesse); resta residuale, invece, la fetta definita “altri ricavi diversi dalle commissioni” nella quale sono ricomprese, tra altro, le attivita’ di trading su titoli finanziari (a esempio la compravendita di azioni). Si tratta di una tendenza in atto da diversi anni: a partire dal 2015, come fotografa il grafico della Banca d’Italia, le banche hanno spostato la loro “attenzione” sulla vendita alla clientela di prodotti finanziari e assicurativi, puntando sempre meno sull’intermediazione creditizia ovvero sui finanziamenti sia alle imprese sia alle famiglie. E’ quanto rileva una ricerca della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani.
(ITALPRESS) – (SEGUE).
mgg/com
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-2-
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-2- “La riduzione dei prestiti, e quindi dei ricavi derivanti da queste attivita’ – afferma il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni – e’ legata anche all’attenzione crescente della Banca centrale europea alla qualita’ del credito, con regole stringenti che portano a una riduzione degli impieghi: tuttavia ci sono spazi per le banche piu’ lungimiranti che, per esempio, potrebbero finanziare le idee e i progetti delle imprese. Va tenuta sotto stretta osservazione, poi, questa fase di aggregazioni che produrranno, nel settore bancario, una concorrenza sfrenata. Per quanto riguarda i ricavi, occorre ricordare che i fondi di investimento stranieri, tra i principali azionisti delle banche italiane, sono interessati esclusivamente ai dividendi e piu’ sono alti, piu’ gli amministratori delegati delle stesse banche preservano le loro posizioni di vertice. Tutto questo quadro potrebbe causare danni alla clientela bancaria, sia famiglie sia imprese, che, comunque, nell’ambito di un mercato libero e in piena concorrenza, potra’ sempre scegliere le soluzioni piu’ adeguate alle proprie esigenze”. (ITALPRESS) – (SEGUE). mgg/com 20-Ago-21 09:46 NNNNFABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-3- ZCZC IPN 080
ECO –/T
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-3- L’argomento e’ di estrema importanza perche’ si incrocia con quello delle indebite pressioni commerciali subite dalle lavoratici e dai lavoratori bancari, a tutti i livelli, “spinti” a vendere sempre di piu’ qualsiasi tipo di prodotto allo sportello: dalle carte di credito ai servizi bancari, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi. Il ruolo delle crescenti, indebite pressioni commerciali sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari e’ sempre piu’ al centro dell’attenzione nei confronti tra le organizzazioni sindacali e l’Abi oltre che nell’ambito dei tavoli aziendali e di gruppo. L’attenzione e’ rivolta anche ai pericoli per la clientela a cui vengono offerti prodotti e servizi nelle filiali sempre piu’ simili a negozi finanziari. Il rischio, in assenza di una inversione di rotta, e’ di trovarsi a dover gestire nuovi casi di “risparmio tradito”. (ITALPRESS) – (SEGUE).
mgg/com
20-Ago-21 09:46
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-4- ZCZC IPN 081
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-4-
Quanto ai risultati, sul totale di 78,1 miliardi di “fatturato”, gli incassi legati ai prestiti (margine d’interesse), si sono attestati a quota 38,7 miliardi (49,5%), meno rispetto agli “altri ricavi”, che hanno raggiunto i 39,4 miliardi (50,5%), dei quali 29,9 (38,4%) miliardi derivanti da commissioni. La scelta delle banche, tuttavia, non sembra essere particolarmente premiante: il roe (return on equity, ritorno sul capitale, cioe’ l’indice che misura la redditivita’ di una banca) dopo aver toccato il picco nel 2018 attorno al 6% si e’ ulteriormente ridotto nel 2020, calando all’1,9% dal 5% dell’anno precedente. Le banche sostengono che i tassi di interesse particolarmente contenuti rendano poco redditizia l’attivita’ creditizia. Laddove le banche lamentano scarsi profitti col margine d’interesse, tuttavia, occorre notare che i costi della “provvista” di denaro sono assai bassi: la raccolta diretta da clientela di fatto non e’ remunerata e la liquidita’ fornita dalla Banca centrale europea con le operazioni di rifinanziamento a lungo termine viene acquistata addirittura a tassi negativi. Ne consegue che i finanziamenti a imprese e famiglie, anche se erogati a tassi d’interessi quasi irrilevanti, cioe’ di pochissimi punti percentuali, assicurerebbero comunque alle banche un margine di guadagno discreto, ancorche’ lieve e piu’ contenuto rispetto a quello di qualche anno fa. Senza dimenticare che “impiegare” denaro verso le imprese e le famiglie consentirebbe alle banche di svolgere quel ruolo sociale che non dovrebbe mancare mai. Soltanto grazie al Fondo centrale di garanzia e alle altre forme di sostegno pubblico a protezione dei prestiti – attivati dal governo per favorire un maggior apporto di liquidita’ all’economia reale, fiaccata dagli effetti della pandemia – e’ stata possibile, nell’ultimo anno, una crescita dello stock degli impieghi. Il positivo aumento registrato, tuttavia, merita di essere esaminato a fondo, poiche’ i numeri, da soli, non consentono una analisi trasparente.
(ITALPRESS) – (SEGUE).
mgg/com
20-Ago-21 09:46
FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-5- ZCZC IPN 082
ECO –/T
== FABI, COMMISSIONI ISTITUTI CREDITO SUPERANO RICAVI DA PRESTITI” ==-5- Dietro le statistiche si nascondono 4 elementi di rilievo: non c’e’ corrispondenza tra l’ammontare dei prestiti erogati con le garanzie pubbliche e il saldo positivo dello stock. Se i finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati pari a oltre 190ì miliardi di euro, infatti, l’aumento complessivo dell’ammontare dei finanziamenti bancari a imprese e famiglie si e’ attestato a 52 miliardi. Se le garanzie statali fossero state sfruttate a pieno per sostenere nuove linee di credito, la variazione positiva avrebbe dovuto essere piu’ vicina a 190 miliardi, invece la distanza risulta ampia: l’anomalo scarto riscontrato e’ spiegabile col fatto che la garanzia statale e’ stata utilizzata, per la fetta maggiore, per sostituire linee di credito “in essere” (cioe’ vecchi prestiti) e non per erogare liquidita’ aggiuntiva alle imprese, come auspicava, invece, il governo nel varare quella norma del decreto legge 23 dell’8 aprile 2020. Le banche, in
sostanza, hanno sfruttato la misura per aumentare il grado di copertura dei loro bilanci, alleggerendo il grado di rischio.
(ITALPRESS).
mgg/com
20-Ago-21 09:46