LO STUDIO FABI SULLE RADIO E SUI TG

Grande visibilità alla Mappa delle sofferenze bancarie. Ne hanno parlato sia le principali emittenti radiofoniche (Gr Radio Rai 1, Gr Radio Rai 2 e Radio Dimensione Suono) sia le televisioni (Tg2, Tg5, TgCom24), con milioni di persone raggiunte

LO STUDIO FABI SULLE RADIO E SUI TG

Grande visibilità alla Mappa delle sofferenze bancarie. Ne hanno parlato sia le principali emittenti radiofoniche (Gr Radio Rai 1, Gr Radio Rai 2 e Radio Dimensione Suono) sia le televisioni (Tg2, Tg5, TgCom24), con milioni di persone raggiunte

 

 

Banche:Fabi, 60% Npl da prestiti a grandi aziende, industrie Solo 126 soggetti pesano su bilanci per 3 mld (ANSA) – ROMA, 25 SET – “Sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficolta’, nell’anno del Covid, a saldare le rate”. E’ quanto afferma un’analisi della Fabi sui dati a marzo 2021. “Il 4,39% dei clienti e’ “responsabile” del 60% delle rate non pagate” di prestiti superiori ai 500mila euro, per 28 miliardi di sofferenze. Ad appena 126 soggetti (lo 0,002% della clientela) con prestiti oltre i 25 milioni, sottolinea la ricerca, fanno capo 2,9 miliardi di Npl (il 6,12% delle sofferenze). (ANSA). DOA 25-SET-21 09:31
Banche:Fabi, 60% Npl da prestiti a grandi aziende, industrie (2) (ANSA) – ROMA, 25 SET – Secondo la ricerca Fabi i grandi debitori hanno visto diminuire nell’anno del Covid la quota sul totale delle sofferenze mentre e’ aumentato quella dei prestiti di importo minore “spia di una situazione, quella cagionata dall’emergenza sanitaria, che ha pesato maggiormente sui piccoli clienti degli istituti di credito e un po’ meno sui grandi debitori”. “Tra marzo 2020 e marzo 2021, sono lievemente salite le percentuali di sofferenze relative a prestiti di importo piu’ contenuto: probabilmente si tratta di un indicatore significativo delle maggiori difficolta’ registrate per le fasce di clientela piu’ piccola, proprio nell’anno della pandemia, nel restituire i finanziamenti e a saldare le rate in banca”. I dati – pur trattandosi di piccoli scostamenti – rivelano che i piccoli prestiti personali, quelli fino a 30.000 euro, valgono il 5,12% del totale delle sofferenze contro il 4,62% di un anno fa; i finanziamenti fino a 75.000 euro sono saliti dal 5,29% al 6,03%, mentre per quelli fino a 125.00 euro l’incidenza sul totale e’ passata dal 5,65% al 6,53%”. Per la Fabi, “decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari saranno a rischio nei prossimi anni e quando le misure d’emergenza nazionali ed europee cesseranno i loro effetti, le banche dovranno farsi trovare pronte a gestire le probabili nuove ondate di non performing loan e supportare – laddove possibile – il tessuto economico e sociale” . La ricerca ricorda che “con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti . E il nostro Paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo. Vista la quota relativamente ancora alta di prestiti ancora soggetti a moratoria e le consistenti misure di supporto alla liquidita’ ancora in essere e’ ragionevole immaginare che la qualita’ dei prestiti del settore bancario e’ destinata a ridursi gia’ nel 2022. ” La vera sfida sara’ garantire una tutela equa per tutti i consumatori, la cui prima linea di difesa dal rischio di insolvenza dovranno essere le banche stesse: anticipare, gestire e non far fallire” conclude la ricerca. (ANSA). DOA 25-SET-21 09:32

 

 
 
Banche: Sileoni, ancora troppi prestiti ad amici degli amici (ANSA) – ROMA, 25 SET – “Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. Un’attivita’, quest’ultima, che e’ ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’e’ ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici”. Lo afferma il segretario generale FABI >Lando Sileoni commentando i dati della ricerca del sindacato secondo cui la maggioranza degli Npl si riferisce s prestiti sopra i 500mila euro. Proprio per questo tipo di comportamenti, le sofferenze delle banche, cioe’ i prestiti non rimborsati, sono prodotte da pochissimi, grandi soggetti. Insomma, non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficolta’ le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche”. “E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare cosi’ tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti. Il Fintech consentirebbe l’accesso al credito determinato dai sistemi informatici, ma e’ ostacolato proprio dalle banche che vogliono continuare ad avere mani libere nell’erogazione del credito solo a determinati soggetti. Questo e’ un tema conosciuto da molti ma che volutamente non e’ stato mai affrontato con risolutezza, convinzione e determinazione” conclude. (ANSA). DOA 25-SET-21 10:30
ANSA/ Banche: 60% sofferenze bilanci da grandi imprese FABI: da 126 soggetti 2,9 mld Npl. Sileoni, “si presta ad amici” Maria Gabriella Giannice (ANSA) – ROMA, 25 SET – “Sono i prestiti concessi ai grandi gruppi industriali e alle grandi aziende che poi non vengono rimborsati, a pesare sui bilanci delle banche italiane” creando la pericolosa zavorra delle sofferenze che grava sul sistema creditizio. E’ quanto emerge dall’analisi della FABI sui dati raccolti fino a marzo 2021 che evidenzia come siano i prestiti sopra i 500.000 euro a creare 28 miliardi di sofferenze. “*Non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficolta’ le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche” dice il segretario generale FABI Lando Sileoni commentando i dati della ricerca del sindacato dei bancari. * Se sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare sui bilanci delle banche italiane, i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficolta’, nell’anno del Covid, a saldare le rate. “Il 4,39% dei clienti e’ “responsabile” del 60% delle rate non pagate” di prestiti superiori ai 500mila euro, per 28 miliardi di sofferenze. Ad appena 126 soggetti (lo 0,002% della clientela) con prestiti oltre i 25 milioni, sottolinea la ricerca, fanno capo 2,9 miliardi di Npl (il 6,12% delle sofferenze). “*Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. – prosegue Sileoni – Un’attivita’, quest’ultima, che e’ ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’e’ ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici. E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare cosi’ tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti”. * Secondo la ricerca FABI i grandi debitori hanno visto diminuire nell’anno del Covid la quota sul totale delle sofferenze mentre e’ aumentato quella dei prestiti di importo minore. “Tra marzo 2020 e marzo 2021, sono lievemente salite le percentuali di sofferenze relative a prestiti di importo piu’ contenuto”. I dati – pur trattandosi di piccoli scostamenti – rivelano che i piccoli prestiti personali, quelli fino a 30.000 euro, valgono il 5,12% del totale delle sofferenze contro il 4,62% di un anno fa; i finanziamenti fino a 75.000 euro sono saliti dal 5,29% al 6,03%, mentre per quelli fino a 125.00 euro l’incidenza sul totale e’ passata dal 5,65% al 6,53%”. Per la FABI, “decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari saranno a rischio nei prossimi anni” La ricerca ricorda che “con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti . E il nostro Paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo. (ANSA). GMG 25-SET-21 15:26
ANSA: LE NOTIZIE DEL GIORNO ORE 11.00 +++ (ANSA) – ROMA, 25 SET – . PA IN UFFICIO DA 15 OTTOBRE. ‘SMART SOLO SE MIGLIORA SERVIZI’ FIRMATO DPCM. BRUNETTA, INGRESSI-USCITE A ORARI PIU’ ELASTICI Ritorno in ufficio dal 15 ottobre prossimo per tre milioni e 200mila dipendenti pubblici. Firmato da Draghi il dpcm: modalita’ ordinaria di lavoro in presenza, sicurezza e rispetto misure anti-Covid. Brunetta: “fasce orarie piu’ elastiche per ingressi e uscite”. A breve decreto e linee guida sul lavoro agile: “si puo’ fare solo se migliora servizi ad efficienza amministrazione”. Governo pronto ad aumentare la capienza per gli eventi (concerti, stadi, cinema e teatri). Appello artisti: ‘Siamo allo stremo’, dice Mogol. —. CONTROLLI NAS SU GREEN PASS, 236 VIOLAZIONI PER 94MILA EURO AI TITOLARI RISTORANTI, BAR, PALESTRE, MA ANCHE AI CLIENTI Sono 236 le violazioni accertate dai Nas durante i controlli sul rispetto dell’obbligo del green pass. Dall’entrata in vigore della normativa ispezionate oltre cinquemila attivita’. Delle 236 sanzioni, 128 fatte ai titolari di esercizi commerciali, in particolare ristoranti e bar, palestre, sale scommesse e sui mezzi di trasporto. Le altre 108 sanzioni applicate nei confronti di clienti per mancato possesso del certificato. Per un totale complessivo di 94mila euro di sanzioni. —. LA CINA DICE ‘BENTORNATA’ A LADY HUAWEI DOPO IL RILASCIO ACCORDO CON USA DOPO ARRESTO. PECHINO LIBERA DUE CANADESI “Bentornata a casa” il primo commento di un funzionario cinese alla conclusione della vicenda giudiziaria del capo della finanza di Huawei, Meng Wanzhou, che rientra in Cina dopo la conclusione di un accordo con gli Usa. Rilasciata dalla giustizia canadese, la figlia del fondatore e ad del colosso cinese delle telecomunicazioni, era stata arrestata il 1.dicembre 2018 su richiesta di Washington, che l’accusava di aver violato sanzioni all’Iran. “Senza un Paese forte non avrei oggi la mia liberta’”, dice la donna. Pechino intanto rilascia due cittadini canadesi detenuti dal 2018. —. GRILLO POSTA FOTO DI RAGGI GLADIATRICE, ‘AVANTI CON CORAGGIO’ SALVINI, ‘A ROMA HANNO GOVERNATO TUTTI, ORA DATECI FIDUCIA’ “Piu’ in alto voli, tanto piu’ piccoli sembreranno quelli che non possono farlo. Virginia, vai avanti con coraggio!”. Cosi’ Grillo su Instagram con un fotomontaggio della sindaca di Roma, candidata alle prossime comunali per il bis, come gladiatrice. Intervistato dal Tempo il leader della Lega Salvini: “Si obietta che a Roma hanno governato tutti: destra, sinistra e grillini e i problemi sono li’ irrisolti. Vero. Hanno governato tutti, mai noi della Lega. Provate a darci fiducia questa volta, no?”. —. L’EPIDEMIA RALLENTA ANCORA, +32,5% DI PRIME DOSI DA LUNEDI’ SI’ AL VACCINO IN GRAVIDANZA, OK AI TEST SALIVARI PER IL PASS L’epidemia rallenta ancora in Italia, solo 4 le Regioni a rischio moderato nell’ultimo monitoraggio. Sempre in calo Rt e incidenza, meglio anche i reparti ospedalieri. La curva decresce lentamente anche tra i giovani malgrado la riapertura delle scuole, tranne che per i piccoli da 0 a 9 anni. In aumento le prime dosi di vaccino, +32,5% da lunedi’. Ma restano ancora senza 3,2 milioni di over 50. Una circolare del ministero della Salute raccomanda la vaccinazione con mRNA per le donne in gravidanza e anche durante l’allattamento. Si’ ai test salivari molecolari per ottenere il Green pass, no a quelli antigenici rapidi da saliva. —. CONFCOMMERCIO, PANDEMIA NON FA NASCERE NUOVE IMPRESE -13,3%, UN TERZO NEL COMMERCIO E NEL TURISMO La pandemia ha fatto crollare la nascita di imprese. Tra 2020 e primi sei mesi 2021, le aperture di nuove attivita’ economiche sono calate del 13,3% rispetto al periodo pre-covid, circa un terzo nel commercio e nel turismo. Lo spiega Confesercenti su dati delle Camere di Commercio. E osserva che ristori e indennizzi sono riusciti a limitare le chiusure di attivita’ nel breve termine, ma l’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle nuove aperture. Soprattutto nel 2020, che ha visto nascere 61mila imprese in meno rispetto al 2019. —. PUIGDEMONT E’ LIBERO, NIENTE ESTRADIZIONE IN SPAGNA NON LUOGO A PROCEDERE SE NON TORNA IL 4 OTTOBRE Il leader indipendentista catalano Puigdemont torna libero e potra’ lasciare la Sardegna. Se non tornera’ il 4 ottobre per l’udienza sull’eventuale estradizione in Spagna, la vicenda sara’ chiusa per l’Italia con non luogo a procedere. Per la Corte d’Appello di Sassari, l’arresto non e’ illegale ma non c’e’ motivo di applicare la misura cautelare. Puigdemont ha raggiunto Alghero da Sassari, per la festa sulla cultura catalana: ‘La Spagna non perde occasione per dimostrarsi ridicola’, ha detto. El Pais: Madrid e Barcellona blindano il dialogo. —. BANCHE: FABI, 60% NPL DA PRESTITI A GRANDI GRUPPI E AZIENDE SOLO 126 SOGGETTI PESANO SU BILANCI PER TRE MILIARDI Gruppi industriali e grandi aziende pesano, con prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficolta’, nell’anno del Covid, a saldare le rate. Lo afferma un’analisi della FABI sui dati a marzo 2021, secondo cui il 4,39% dei clienti e’ “responsabile” del 60% delle rate non pagate” di prestiti superiori ai 500mila euro, per 28 miliardi di sofferenze. Ad appena 126 soggetti (lo 0,002% della clientela) con prestiti oltre i 25 milioni, dice la ricerca, fanno capo 2,9 miliardi di Npl (il 6,12% delle sofferenze). (ANSA). RED-GN 25-SET-21 10:54
 
 
Banche: Fabi, 50% sofferenze riguarda prestiti oltre 1 mln euro = (AGI) – Roma, 25 set. – Sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficolta’, nell’anno del Covid, a saldare le rate dei finanziamenti. Il dato emerge dalla “Mappa delle sofferenze bancarie” realizzata dalla Fabi, che ha fotografato i dati relativi a marzo 2021, osservando le variazioni rispetto al 2020. In particolare, circa la meta’ delle sofferenze bancarie, sul totale di quasi 50 miliardi di euro, si riferisce a finanziamenti di importo rilevante, superiori a 1 milione di euro. Si tratta, per l’esattezza, di 23,8 miliardi, pari al 49,96% dei 47,6 miliardi complessivi, riconducibili a 11.989 soggetti (famiglie e imprese) che corrispondono soltanto al 2,36% della galassia della clientela degli istituti di credito interessata dal fenomeno delle rate non pagate. E ad appena 126 soggetti fanno capo ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela, quindi, fa capo il 6,12% delle sofferenze. (AGI)Mau (Segue) 250800 SET 21
Banche: Fabi, 50% sofferenze riguarda prestiti oltre 1 mln euro (2)= (AGI) – Roma, 25 set. – Pochi soggetti, quindi, che, nella platea di oltre mezzo milione di “cattivi pagatori” dell’industria creditizia, hanno una incidenza significativa sulle sofferenze del settore bancario. La percentuale sale, se si prendono in considerazione gli impieghi da 500.000 euro in su: il 4,39% dei clienti e’ “responsabile” del 60% delle rate non pagate, vuol dire che a 22.290 soggetti corrispondono oltre 28 miliardi di sofferenze. “Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. Un’attivita’, quest’ultima, che e’ ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’e’ ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici. Proprio per questo tipo di comportamenti, le sofferenze delle banche, cioe’ i prestiti non rimborsati, sono prodotte da pochissimi, grandi soggetti. Insomma, non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficolta’ le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche. E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare cosi’ tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti. Il Fintech consentirebbe l’accesso al credito determinato dai sistemi informatici, ma e’ ostacolato proprio dalle banche che vogliono continuare ad avere mani libere nell’erogazione del credito solo a determinati soggetti. Questo e’ un tema conosciuto da molti ma che volutamente non e’ stato mai affrontato con risolutezza, convinzione e determinazione”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. (AGI)Mau 250800 SET 21

 

 
Banche: FABI, garantire tutela equa per tutti i consumatori = (AGI) – Roma, 25 set. – “La vera sfida sara’ garantire una tutela equa per tutti i consumatori, la cui prima linea di difesa dal rischio di insolvenza dovranno essere le banche stesse: anticipare, gestire e non far fallire”. E’ quanto osserva la FABI nell’analisi sulle sofferenze bancarie, secondo la quale “vista la quota relativamente ancora alta di prestiti ancora soggetti a moratoria e le consistenti misure di supporto alla liquidita’ ancora in essere, e’ ragionevole immaginare che la qualita’ dei prestiti del settore bancario e’ destinata a ridursi gia’ nel 2022, ma tra le inarrestabili operazioni di cessione di portafogli, ancora sostenute dagli incentivi fiscali, e una crescente attenzione alla qualita’ del nuovo credito, non saranno piu’ i volumi a preoccupare come prima”. Secondo lo studio del sindacato ” Con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti. La fotografia europea delle misure di sostegno rivela che la stragrande maggioranza delle moratorie sui prestiti nei principali Paesi dell’Ue e’ scaduta. I prestiti in moratoria costituivano – a livello europeo – il 2,1% dei prestiti a famiglie e societa’ non finanziarie a fine 2020, meno della meta’ rispetto a tre mesi prima e ben al di sotto del picco del 9% raggiunto durante l’anno. L’Italia si distingue dagli altri con il 7,7% a dicembre 2020 e il 10,3% a giugno dello stesso anno. Anche sul fronte delle scadenze, il nostro paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo”. (AGI)Mau 251514 SET 21
 
 
 
 
 
 
 
BANCHE: SILEONI (FABI), PRESTITI? ‘SONO POCHI GRANDI SOGGETTI A PESARE SU BILANCI NON FAMIGLIE’ = Roma 25 set. (Adnkronos) – “Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. Un’attività, quest’ultima, che è ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’è ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici. Proprio per questo tipo di comportamenti, le sofferenze delle banche, cioè i prestiti non rimborsati, sono prodotte da pochissimi, grandi soggetti. Insomma, non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficoltà le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche”. Ad affermarlo in una nota è il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni commentando i dati diffusi oggi dal sindacato. “E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare così tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti”, sottolinea ancora. Il Fintech, spiega, “consentirebbe l’accesso al credito determinato dai sistemi informatici, ma è ostacolato proprio dalle banche che vogliono continuare ad avere mani libere nell’erogazione del credito solo a determinati soggetti. Questo è un tema conosciuto da molti ma che volutamente non è stato mai affrontato con risolutezza, convinzione e determinazione”. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 25-SET-21 08:02
BANCHE: FABI, 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500 MILA EURO* = il Covid ha pesato su famiglie, partite Iva e medie imprese Roma, 25 set. (Adnkronos) – Sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, pmi) hanno avuto maggiori difficoltà, nell’anno del Covid, a saldare le rate dei finanziamenti. Circa la metà delle sofferenze bancarie, sul totale di quasi 50 miliardi di euro, si riferisce a finanziamenti di importo rilevante, superiori a 1 mln di euro. Si tratta, per l’esattezza, di 23,8 mld, pari al 49,96% dei 47,6 mld complessivi, riconducibili a 11.989 soggetti (famiglie e imprese) che corrispondono soltanto al 2,36% della galassia della clientela degli istituti di credito interessata dal fenomeno delle rate non pagate. E ad appena 126 soggetti fanno capo ben 2,9 mld di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela, quindi, fa capo il 6,12% delle sofferenze. Pochi soggetti, quindi, che, nella platea di oltre mezzo milione di ‘cattivi pagatori’ dell’industria creditizia, hanno una incidenza significativa sulle sofferenze del settore bancario. La percentuale sale, se si prendono in considerazione gli impieghi da 500.000 euro in su: il 4,39% dei clienti è ‘responsabile’ del 60% delle rate non pagate, vuol dire che a 22.290 soggetti corrispondono oltre 28 miliardi di sofferenze. I dati emergono dalla ‘Mappa delle sofferenze bancarie’ realizzata dalla FABI, che ha fotografato i dati relativi a marzo 2021, osservando le variazioni rispetto al 2020. Nell’anno della pandemia da Covid, rileva FABI, il totale delle sofferenze bancarie è continuato a calare, in linea con una tendenza in corso da anni, avviata su impulso della Banca centrale europea e supportata negli ultimi mesi dalle misure di sostegno nazionali. Nel corso dei 12 mesi in esame, si è registrata una diminuzione di 21,3 mld (-31%) dello stock di rate non pagate, da 68,9 mld di marzo 2020 a 47,6 mld di marzo 2021. In calo (- 25%) anche i clienti con arretrati: da 677.360 a 507.951, con una riduzione di 169.409 unità. In quest’ultimo anno, tuttavia, è lievemente salita la quota di sofferenze riconducibile a prestiti di importo minore, spia di una situazione, quella cagionata dall’emergenza sanitaria, che ha pesato maggiormente sui piccoli clienti degli istituti di credito e un po’ meno sui grandi debitori. Rispetto al 2020, infatti, la composizione della clientela che ha ‘arretrati’ in banca ha subìto alcune variazioni di rilievo: se si osservano le sofferenze relative a finanziamenti superiori a 500.000 euro, a marzo dello scorso anno queste ammontavano a 44,1 miliardi e si attestavano al 63,98% del totale con 30.181 clienti coinvolti; a distanza di 12 mesi, questa categoria di crediti deteriorati valeva 28,5 mld (meno 15,5 mld) e corrispondeva al 59,93% del totale. (segue) (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 25-SET-21 08:01
BANCHE: FABI, 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500 MILA EURO (2) = (Adnkronos) – Quanto, invece, alle sofferenze relative a prestiti superiori a 1 mln di euro, valevano 37,2 mld nel 2020 e corrispondevano al 54,02% del totale (16.392 clienti, pari al 2,42% del totale); dopo un anno, l’ammontare si è ridotto di 13,4 mld ed è sceso a 23,8 mld (il 49,96% del totale). Di pari passo, tra marzo 2020 e marzo 2021, sono lievemente salite le percentuali di sofferenze relative a prestiti di importo più contenuto: probabilmente si tratta di un indicatore significativo delle maggiori difficoltà registrate per le fasce di clientela più piccola, proprio nell’anno della pandemia, nel restituire i finanziamenti e a saldare le rate in banca. I dati, pur trattandosi di piccoli scostamenti, rivelano che i piccoli prestiti personali, quelli fino a 30.000 euro, valgono il 5,12% del totale delle sofferenze contro il 4,62% di un anno fa; i finanziamenti fino a 75.000 euro sono saliti dal 5,29% al 6,03%, mentre per quelli fino a 125.00 euro l’incidenza sul totale è passata dal 5,65% al 6,53%. Passando ancora a fasce di prestito superiore, si registra un incremento percentuale sia per gli impieghi fino a 250.000 euro (dal 10,95% al 12,40%) sia per quelli fino a 500.000 euro (dal 9,51% al 9,98%). Per i finanziamenti fino a 1 mln di euro e fino a 2,5 mln di euro, invece, l’incidenza è rimasta stabile (rispettivamente dal 9,95% al 9,97% e dal 15,69% al 15,06%), mentre quelli fino a 5 mln di euro pesano, in termini percentuali, un po’ meno sullo stock di sofferenze (dall’11,75% al 10,78%). Il calo dell’incidenza emerge se si prendono in considerazione anche i crediti fino a 25 mln di euro, con la percentuale scesa dal 18,70% al 17,99%, e quelli oltre 25 mln di euro, passati dal 7,88% al 6,12%). Quanto al numero dei clienti sotto la lente a marzo 2021, dall’analisi emerge che ad appena 126 soggetti si riferiscono ben 2,9 mld di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 mln di euro: allo 0,02% della clientela fa capo il 6,12% delle sofferenze. Fra le tante profezie generate dalla crisi economica post-pandemia, quella sull’inevitabile crescita dei non performing loan è sicuramente una delle più controverse ma quello che è certo è che la clientela bancaria destinata a subire i maggiori effetti negativi non sarà più solo quella di grossa taglia bensì quella che appartiene ai settori e ai territori più vulnerabili del paese. Decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari saranno a rischio nei prossimi anni e quando le misure d’emergenza nazionali ed europee cesseranno i loro effetti, le banche dovranno farsi trovare pronte a gestire le probabili nuove ondate di non performing loan e supportare – laddove possibile – il tessuto economico e sociale. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 25-SET-21 08:04
BANCHE: FABI, 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500 MILA EURO (3) = (Adnkronos) – Con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti. La fotografia europea delle misure di sostegno rivela che la stragrande maggioranza delle moratorie sui prestiti nei principali Paesi dell’Ue è scaduta. I prestiti in moratoria costituivano – a livello europeo – il 2,1% dei prestiti a famiglie e società non finanziarie a fine 2020, meno della metà rispetto a tre mesi prima e ben al di sotto del picco del 9% raggiunto durante l’anno. L’Italia si distingue dagli altri con il 7,7% a dicembre 2020 e il 10,3% a giugno dello stesso anno. Anche sul fronte delle scadenze, il nostro paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo. Vista la quota relativamente ancora alta di prestiti ancora soggetti a moratoria e le consistenti misure di supporto alla liquidità ancora in essere, rileva FABI, “è ragionevole immaginare che la qualità dei prestiti del settore bancario è destinata a ridursi già nel 2022, ma tra le inarrestabili operazioni di cessione di portafogli, ancora sostenute dagli incentivi fiscali, e una crescente attenzione alla qualità del nuovo credito, non saranno più i volumi a preoccupare come prima”. La vera sfida, sottolinea FABI, “sarà garantire una tutela equa per tutti i consumatori, la cui prima linea di difesa dal rischio di insolvenza dovranno essere le banche stesse: anticipare, gestire e non far fallire”. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 25-SET-21 08:07
TOP Banche, Fabi: 60% sofferenze riguarda prestiti superiori a 500mila euro Torino, 25 set. (LaPresse) – Sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficoltà, nell’anno del Covid, a saldare le rate dei finanziamenti. Circa la metà delle sofferenze bancarie, sul totale di quasi 50 miliardi di euro, si riferisce a finanziamenti di importo rilevante, superiori a 1 milione di euro. Si tratta, per l’esattezza, di 23,8 miliardi, pari al 49,96% dei 47,6 miliardi complessivi, riconducibili a 11.989 soggetti (famiglie e imprese) che corrispondono soltanto al 2,36% della galassia della clientela degli istituti di credito interessata dal fenomeno delle rate non pagate. E ad appena 126 soggetti fanno capo ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela, quindi, fa capo il 6,12% delle sofferenze. Pochi soggetti, quindi, che, nella platea di oltre mezzo milione di ‘cattivi pagatori’ dell’industria creditizia, hanno una incidenza significativa sulle sofferenze del settore bancario. La percentuale sale, se si prendono in considerazione gli impieghi da 500.000 euro in su: il 4,39% dei clienti è ‘responsabile’ del 60% delle rate non pagate, vuol dire che a 22.290 soggetti corrispondono oltre 28 miliardi di sofferenze. I dati emergono dalla ‘Mappa delle sofferenze bancarie’ realizzata dalla Fabi, che ha fotografato i dati relativi a marzo 2021, osservando le variazioni rispetto al 2020.”Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. Un’attività, quest’ultima, che è ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’è ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici. Proprio per questo tipo di comportamenti, le sofferenze delle banche, cioè i prestiti non rimborsati, sono prodotte da pochissimi, grandi soggetti. Insomma, non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficoltà le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche. E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare così tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti. Il Fintech consentirebbe l’accesso al credito determinato dai sistemi informatici, ma è ostacolato proprio dalle banche che vogliono continuare ad avere mani libere nell’erogazione del credito solo a determinati soggetti. Questo è un tema conosciuto da molti ma che volutamente non è stato mai affrontato con risolutezza, convinzione e determinazione”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. ECO NG01 ctr 251000 SET 21
Banche, Fabi: 60% sofferenze riguarda prestiti superiori a 500mila euro-2- Torino, 25 set. (LaPresse) – Nell’anno della pandemia da Covid, il totale delle sofferenze bancarie è continuato a calare, in linea con una tendenza in corso da anni, avviata su impulso della Banca centrale europea e supportata negli ultimi mesi dalle misure di sostegno nazionali. Nel corso dei 12 mesi in esame, si è registrata una diminuzione di 21,3 miliardi (-31%) dello stock di rate non pagate, da 68,9 miliardi di marzo 2020 a 47,6 miliardi di marzo 2021. In calo (-25%) anche i clienti con arretrati: da 677.360 a 507.951, con una riduzione di 169.409 unità. In quest’ultimo anno, tuttavia, è lievemente salita la quota di sofferenze riconducibile a prestiti di importo minore, spia di una situazione, quella cagionata dall’emergenza sanitaria, che ha pesato maggiormente sui piccoli clienti degli istituti di credito e un po’ meno sui grandi debitori.Rispetto al 2020, infatti, la composizione della clientela che ha ‘arretrati’ in banca ha subìto alcune variazioni di rilievo: se si osservano le sofferenze relative a finanziamenti superiori a 500.000 euro, a marzo dello scorso anno queste ammontavano a 44,1 miliardi e si attestavano al 63,98% del totale, con 30.181 clienti coinvolti; a distanza di 12 mesi, questa categoria di crediti deteriorati valeva 28,5 miliardi (meno 15,5 miliardi) e corrispondeva al 59,93% del totale.Quanto, invece, alle sofferenze relative a prestiti superiori a 1 milione di euro, valevano 37,2 miliardi nel 2020 e corrispondevano al 54,02% del totale (16.392 clienti, pari al 2,42% del totale); dopo un anno, l’ammontare si è ridotto di 13,4 miliardi ed è sceso a 23,8 miliardi (il 49,96% del totale).Di pari passo, tra marzo 2020 e marzo 2021, sono lievemente salite le percentuali di sofferenze relative a prestiti di importo più contenuto: probabilmente si tratta di un indicatore significativo delle maggiori difficoltà registrate per le fasce di clientela più piccola, proprio nell’anno della pandemia, nel restituire i finanziamenti e a saldare le rate in banca. I dati – pur trattandosi di piccoli scostamenti – rivelano che i piccoli prestiti personali, quelli fino a 30.000 euro, valgono il 5,12% del totale delle sofferenze contro il 4,62% di un anno fa; i finanziamenti fino a 75.000 euro sono saliti dal 5,29% al 6,03%, mentre per quelli fino a 125.00 euro l’incidenza sul totale è passata dal 5,65% al 6,53%.(Segue). ECO NG01 ctr 251002 SET 21
Banche, Fabi: 60% sofferenze riguarda prestiti superiori a 500mila euro-3- Torino, 25 set. (LaPresse) – Passando ancora a fasce di prestito superiore, si registra un incremento percentuale sia per gli impieghi fino a 250.000 euro (dal 10,95% al 12,40%) sia per quelli fino a 500.000 euro (dal 9,51% al 9,98%). Per i finanziamenti fino a 1 milione di euro e fino a 2,5 milioni di euro, invece, l’incidenza è rimasta stabile (rispettivamente dal 9,95% al 9,97% e dal 15,69% al 15,06%), mentre quelli fino a 5 milioni di euro pesano, in termini percentuali, un po’ meno sullo stock di sofferenze (dall’11,75% al 10,78%). Il calo dell’incidenza emerge se si prendono in considerazione anche i crediti fino a 25 milioni di euro, con la percentuale scesa dal 18,70% al 17,99%, e quelli oltre 25 milioni di euro, passati dal 7,88% al 6,12%).Quanto al numero dei clienti sotto la lente a marzo 2021, dall’analisi emerge che ad appena 126 soggetti si riferiscono ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela fa capo il 6,12% delle sofferenze.Fra le tante profezie generate dalla crisi economica post-pandemia, quella sull’inevitabile crescita dei non performing loan è sicuramente una delle più controverse ma quello che è certo è che la clientela bancaria destinata a subire i maggiori effetti negativi non sarà più solo quella di grossa taglia bensì quella che appartiene ai settori e ai territori più vulnerabili del paese. Decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari saranno a rischio nei prossimi anni e quando le misure d’emergenza nazionali ed europee cesseranno i loro effetti, le banche dovranno farsi trovare pronte a gestire le probabili nuove ondate di non performing loan e supportare – laddove possibile – il tessuto economico e sociale.(Segue). ECO NG01 ctr 251002 SET 21
 
Banche, Fabi: 60% sofferenze riguarda prestiti superiori a 500mila euro-4- Torino, 25 set. (LaPresse) – Che sia la lezione fondamentale dell’ultima crisi economica o un business da consolidare, far fronte al nuovo ‘marcio’ che avanza sarà una necessità e non più una sfida per tutto il sistema bancario e se un cambiamento – più o meno radicale – è già avvenuto e le banche sono più attrezzate di prima, sarà importante capire il costo di un ritorno alla normalità per i 630 mila clienti (totale famiglie e imprese interessate dalla sospensione dei mutui).Con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti. La fotografia europea delle misure di sostegno rivela che la stragrande maggioranza delle moratorie sui prestiti nei principali Paesi dell’Ue è scaduta. I prestiti in moratoria costituivano – a livello europeo – il 2,1% dei prestiti a famiglie e società non finanziarie a fine 2020, meno della metà rispetto a tre mesi prima e ben al di sotto del picco del 9% raggiunto durante l’anno. L’Italia si distingue dagli altri con il 7,7% a dicembre 2020 e il 10,3% a giugno dello stesso anno. Anche sul fronte delle scadenze, il nostro paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo.Vista la quota relativamente ancora alta di prestiti ancora soggetti a moratoria e le consistenti misure di supporto alla liquidità ancora in essere è ragionevole immaginare che la qualità dei prestiti del settore bancario è destinata a ridursi già nel 2022, ma tra le inarrestabili operazioni di cessione di portafogli, ancora sostenute dagli incentivi fiscali, e una crescente attenzione alla qualità del nuovo credito, non saranno più i volumi a preoccupare come prima. La vera sfida sarà garantire una tutela equa per tutti i consumatori, la cui prima linea di difesa dal rischio di insolvenza dovranno essere le banche stesse: anticipare, gestire e non far fallire. ECO NG01 ctr 251002 SET 21
BANCHE. FABI: 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500.000 EURO / 126 GRANDI SOGGETTI PESANO SU BILANCI CON 2,9 MLD NON RIMBORSATI (DIRE) Roma, 25 set. – Al 4,39% dei clienti (22mila soggetti su oltre mezzo milione complessivo) sono riconducibili crediti non rimborsati pari a oltre 28 miliardi sul totale di 48 miliardi. Ad appena 126 soggetti si riferiscono ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela, quindi, fa capo il 6,12% delle sofferenze. Ma il Covid ha pesato su famiglie, partite Iva e medie imprese: i piccoli debitori hanno avuto maggiori difficoltà a saldare le rate dei finanziamenti. Sono i gruppi industriali e le grandi aziende a pesare, coi prestiti non rimborsati, sui bilanci delle banche italiane, ma i piccoli debitori (famiglie, partite Iva, piccole e medie imprese) hanno avuto maggiori difficoltà, nell’anno del Covid, a saldare le rate dei finanziamenti. Circa la metà delle sofferenze bancarie, sul totale di quasi 50 miliardi di euro, si riferisce a finanziamenti di importo rilevante, superiori a 1 milione di euro. Si tratta, per l’esattezza, di 23,8 miliardi, pari al 49,96% dei 47,6 miliardi complessivi, riconducibili a 11.989 soggetti (famiglie e imprese) che corrispondono soltanto al 2,36% della galassia della clientela degli istituti di credito interessata dal fenomeno delle rate non pagate. E ad appena 126 soggetti fanno capo ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela, quindi, fa capo il 6,12% delle sofferenze. I dati emergono dalla ‘Mappa delle sofferenze bancarie’ realizzata dalla FABI, che ha fotografato i dati relativi a marzo 2021, osservando le variazioni rispetto al 2020. Pochi soggetti, quindi, che, nella platea di oltre mezzo milione di “cattivi pagatori” dell’industria creditizia, hanno una incidenza significativa sulle sofferenze del settore bancario. La percentuale sale, se si prendono in considerazione gli impieghi da 500.000 euro in su: il 4,39% dei clienti è “responsabile” del 60% delle rate non pagate, vuol dire che a 22.290 soggetti corrispondono oltre 28 miliardi di sofferenze. (SEGUE) (Com/Ran/Dire) 10:06 25-09-21
BANCHE. FABI: 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500.000 EURO -2- (DIRE) Roma, 25 set. – “Le banche puntano molto sulla vendita dei prodotti finanziari e poco sui prestiti. Un’attività, quest’ultima, che è ancora molto legata ai rapporti personali dei banchieri con le imprese. Insomma, c’è ancora molto credito relazionale, finanziamenti agli amici degli amici. Proprio per questo tipo di comportamenti, le sofferenze delle banche, cioè i prestiti non rimborsati, sono prodotte da pochissimi, grandi soggetti. Insomma, non sono le famiglie, con le rate dei mutui o del credito al consumo, a mettere in difficoltà le banche, ma sono 126 grandi soggetti a pesare enormemente sui bilanci delle banche. E sarebbe interessante approfondire quali sono i reali motivi che spingono le banche a rischiare così tanto verso chi poi dimostra di non avere i requisiti per non restituire i prestiti. Il Fintech consentirebbe l’accesso al credito determinato dai sistemi informatici, ma è ostacolato proprio dalle banche che vogliono continuare ad avere mani libere nell’erogazione del credito solo a determinati soggetti. Questo è un tema conosciuto da molti ma che volutamente non è stato mai affrontato con risolutezza, convinzione e determinazione” commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. Nell’anno della pandemia da Covid, il totale delle sofferenze bancarie è continuato a calare, in linea con una tendenza in corso da anni, avviata su impulso della Banca centrale europea e supportata negli ultimi mesi dalle misure di sostegno nazionali. Nel corso dei 12 mesi in esame, si è registrata una diminuzione di 21,3 miliardi (- 31%) dello stock di rate non pagate, da 68,9 miliardi di marzo 2020 a 47,6 miliardi di marzo 2021. In calo (- 25%) anche i clienti con arretrati: da 677.360 a 507.951, con una riduzione di 169.409 unità. In quest’ultimo anno, tuttavia, è lievemente salita la quota di sofferenze riconducibile a prestiti di importo minore, spia di una situazione, quella cagionata dall’emergenza sanitaria, che ha pesato maggiormente sui piccoli clienti degli istituti di credito e un po’ meno sui grandi debitori.(SEGUE) (Com/Ran/Dire) 10:07 25-09-21
BANCHE. FABI: 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500.000 EURO -3- (DIRE) Roma, 25 set. – Rispetto al 2020, infatti, la composizione della clientela che ha “arretrati” in banca ha subìto alcune variazioni di rilievo: se si osservano le sofferenze relative a finanziamenti superiori a 500.000 euro, a marzo dello scorso anno queste ammontavano a 44,1 miliardi e si attestavano al 63,98% del totale, con 30.181 clienti coinvolti; a distanza di 12 mesi, questa categoria di crediti deteriorati valeva 28,5 miliardi (meno 15,5 miliardi) e corrispondeva al 59,93% del totale. Quanto, invece, alle sofferenze relative a prestiti superiori a 1 milione di euro, valevano 37,2 miliardi nel 2020 e corrispondevano al 54,02% del totale (16.392 clienti, pari al 2,42% del totale); dopo un anno, l’ammontare si è ridotto di 13,4 miliardi ed è sceso a 23,8 miliardi (il 49,96% del totale). Di pari passo, tra marzo 2020 e marzo 2021, sono lievemente salite le percentuali di sofferenze relative a prestiti di importo più contenuto: probabilmente si tratta di un indicatore significativo delle maggiori difficoltà registrate per le fasce di clientela più piccola, proprio nell’anno della pandemia, nel restituire i finanziamenti e a saldare le rate in banca. I dati – pur trattandosi di piccoli scostamenti – rivelano che i piccoli prestiti personali, quelli fino a 30.000 euro, valgono il 5,12% del totale delle sofferenze contro il 4,62% di un anno fa; i finanziamenti fino a 75.000 euro sono saliti dal 5,29% al 6,03%, mentre per quelli fino a 125.00 euro l’incidenza sul totale è passata dal 5,65% al 6,53%. Passando ancora a fasce di prestito superiore, si registra un incremento percentuale sia per gli impieghi fino a 250.000 euro (dal 10,95% al 12,40%) sia per quelli fino a 500.000 euro (dal 9,51% al 9,98%). Per i finanziamenti fino a 1 milione di euro e fino a 2,5 milioni di euro, invece, l’incidenza è rimasta stabile (rispettivamente dal 9,95% al 9,97% e dal 15,69% al 15,06%), mentre quelli fino a 5 milioni di euro pesano, in termini percentuali, un po’ meno sullo stock di sofferenze (dall’11,75% al 10,78%). Il calo dell’incidenza emerge se si prendono in considerazione anche i crediti fino a 25 milioni di euro, con la percentuale scesa dal 18,70% al 17,99%, e quelli oltre 25 milioni di euro, passati dal 7,88% al 6,12%).(SEGUE) (Com/Ran/Dire) 10:07 25-09-21
BANCHE. FABI: 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500.000 EURO -4- (DIRE) Roma, 25 set. – Quanto al numero dei clienti sotto la lente a marzo 2021, dall’analisi emerge che ad appena 126 soggetti si riferiscono ben 2,9 miliardi di crediti deteriorati relativi a prestiti oltre 25 milioni di euro: allo 0,02% della clientela fa capo il 6,12% delle sofferenze. Fra le tante profezie generate dalla crisi economica post-pandemia, quella sull’inevitabile crescita dei non performing loan è sicuramente una delle più controverse ma quello che è certo è che la clientela bancaria destinata a subire i maggiori effetti negativi non sarà più solo quella di grossa taglia bensì quella che appartiene ai settori e ai territori più vulnerabili del paese. Decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari saranno a rischio nei prossimi anni e quando le misure d’emergenza nazionali ed europee cesseranno i loro effetti, le banche dovranno farsi trovare pronte a gestire le probabili nuove ondate di non performing loan e supportare – laddove possibile – il tessuto economico e sociale. Che sia la lezione fondamentale dell’ultima crisi economica o un business da consolidare, far fronte al nuovo “marcio” che avanza sarà una necessità e non più una sfida per tutto il sistema bancario e se un cambiamento – più o meno radicale – è già avvenuto e le banche sono più attrezzate di prima, sarà importante capire il costo di un ritorno alla normalità per i 630 mila clienti (totale famiglie e imprese interessate dalla sospensione dei mutui). Con quasi 300 miliardi di euro di prestiti sottoposti a moratoria, l’Italia vanta insieme al Portogallo il primato europeo degli stop ai pagamenti. La fotografia europea delle misure di sostegno rivela che la stragrande maggioranza delle moratorie sui prestiti nei principali Paesi dell’Ue è scaduta. I prestiti in moratoria costituivano – a livello europeo – il 2,1% dei prestiti a famiglie e società non finanziarie a fine 2020, meno della metà rispetto a tre mesi prima e ben al di sotto del picco del 9% raggiunto durante l’anno. L’Italia si distingue dagli altri con il 7,7% a dicembre 2020 e il 10,3% a giugno dello stesso anno. Anche sul fronte delle scadenze, il nostro paese vanta uno scarso 34% delle moratorie concesse scaduto a fine 2020, contro l’80% in Francia e Germania e il 65% a livello europeo.(SEGUE) (Com/Ran/Dire) 10:07 25-09-21
BANCHE. FABI: 60% SOFFERENZE RIGUARDA PRESTITI SUPERIORI A 500.000 EURO -5- (DIRE) Roma, 25 set. – Vista la quota relativamente ancora alta di prestiti ancora soggetti a moratoria e le consistenti misure di supporto alla liquidità ancora in essere è ragionevole immaginare che la qualità dei prestiti del settore bancario è destinata a ridursi già nel 2022, ma tra le inarrestabili operazioni di cessione di portafogli, ancora sostenute dagli incentivi fiscali, e una crescente attenzione alla qualità del nuovo credito, non saranno più i volumi a preoccupare come prima. La vera sfida sarà garantire una tutela equa per tutti i consumatori, la cui prima linea di difesa dal rischio di insolvenza dovranno essere le banche stesse: anticipare, gestire e non far fallire. (Com/Ran/Dire) 10:07 25-09-21
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