SILEONI IN DIRETTA SU RETE4: “SÌ A MPS NAZIONALIZZATA, NON PERMETTEREMO LICENZIAMENTI”
Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, il segretario generale della Fabi ha parlato, confrontandosi con Alessandro Di Battista, della vicenda Montepaschi mettendo in guardia sulle nuove richieste della Bce “perché potrebbero essere più dolorose”
Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, il segretario generale della Fabi ha parlato, confrontandosi con Alessandro Di Battista, della vicenda Montepaschi mettendo in guardia sulle nuove richieste della Bce “perché potrebbero essere più dolorose”
Mps: SILEONI, nessun Governo ha agito prima di Mario Draghi Nazionalizzazione va bene, ma Bce e Ue contrarie e serve aumento (ANSA) – MILANO, 02 NOV – “Nessun Governo, dal 2017 a oggi, ha voluto sporcarsi le mani con il salvataggio di Mps”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI alla trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4. “Il ministro Franco e Draghi hanno chiesto una proroga all’Unione europea per lasciare lo Stato come azionista di Montepaschi e sicuramente verra’ concessa – ha spiegato – nel frattempo i giochi, in qualche anno, si dovranno riaprire”. Secondo SILEONI, pero’ :”le condizioni che porra’ adesso la Bce potrebbero essere molto piu’ dolorose per le lavoratrici e per i lavoratori, perche’ il nuovo piano industriale che dovra’ essere messo a punto potrebbe essere molto piu’ pesante sul versante del taglio dei costi”. Nessuna preclusione invece su una possibile nazionalizzazione dell’Istituto, come proposto da Alessandro Di Battista, a cui SILEONI risponde. “E’ una delle soluzioni – ha affermato – pero’ noi facciamo i conti senza l’oste, cioe’ Unione europea e la Banca centrale europea”. “Alessandro lo sa benissimo – aggiunge – che con l’Ue e la Bce c’e’ un impegno scritto all’interno del quale la Banca deve essere rimessa sul mercato entro i primi mesi del prossimo anno”. “Per noi va bene la nazionalizzazione – ha proseguito – ma comunque ci vuole subito un aumento di capitale che oscilla attorno ai 3,5 di euro”. “Qualunque sia la situazione – ha concluso SILEONI – non accetteremo nessun licenziamento, perche’ noi abbiamo evitato i licenziamenti in tutto il settore bancario italiano con crisi anche simili a quella di Mps”. (ANSA). VE 02-NOV-21 10:06
Mps: Sileoni, governi Gentiloni e Conte fermi, cerino a Draghi = (AGI) – Roma, 2 nov. – “Nel 2017 il governo Gentiloni, con ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sottoscrive un accordo con l’Unione europea prima e con la Bce poi: ottengono quattro anni di tempo per vendere il Monte dei Paschi di Siena. Dall’esecutivo Gentiloni siamo passati al primo governo Conte, con ministro dell’Economia Giovanni Tria, e poi al secondo governo Conte, con ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Tutto fermo per quattro anni e cosi’ il cerino in mano e’ rimasto all’attuale premier, Mario Draghi, e al ministro Daniele Franco, che su questa situazione hanno responsabilita’ zero, e al direttore generale del Mef, Rivera”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che prosegue: “Qual e’ il problema? Che nessun Governo, dal 2017 a oggi, ha voluto sporcarsi le mani con il salvataggio di Mps”. E osserva: “Il ministro Franco e Draghi hanno chiesto una proroga all’Unione europea per lasciare lo Stato come azionista di Montepaschi e sicuramente verra’ concessa, nel frattempo i giochi, in qualche anno, si dovranno riaprire. Ma c’e’ un problema: le condizioni che porra’ adesso la Bce potrebbero essere molto piu’ dolorose per le lavoratrici e per i lavoratori, perche’ il nuovo piano industriale che dovra’ essere messo a punto potrebbe essere molto piu’ pesante sul versante del taglio dei costi”. (AGI)Red/Gav 021104 NOV 21 NNNN
Mps: Sileoni, si’ nazionalizzazione, ma attenzione richieste Bce = (AGI) – Roma, 2 nov. – “La nazionalizzazione di Mps che propone Alessandro Di Battista e’ una delle soluzioni, pero’ noi facciamo i conti senza l’oste, cioe’ Unione europea e la Banca centrale europea”. Lo ha affermato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, alla trasmissione ‘Quarta Repubblica’ su Rete 4. E ha spiegato: “Con l’Ue e Bce, Alessandro lo sa benissimo, c’e’ un impegno scritto all’interno del quale la banca deve essere rimessa sul mercato entro i primi mesi del prossimo anno. Insomma, dobbiamo fare attenzione alle richieste che arriveranno dall’Europa. Qualunque sia la situazione non accetteremo nessun licenziamento perche’ noi abbiamo evitato i licenziamenti in tutto il settore bancario italiano con crisi anche simili a quella di Mps”. Prosegue nella riflessione Sileoni: “Per noi va bene la nazionalizzazione ma comunque ci vuole subito un aumento di capitale che oscilla attorno ai 3,5 di euro. Quindi tutto quello che prima Alessandro Di Battista ha presentato, e che ha un senso, si scontra con un potere molto forte ed estremamente invasivo che e’ quello della Banca centrale europea e l’Unione europea. Faccio un esempio: nel 2017 sono state salvate in Germania con 123 miliardi di euro le prime cinque Landesbanken, le banche regionali tedesche. L’Italia e’ l’ultima sul fronte degli aiuti di Stato: noi abbiamo speso l’1% del pil contro una media del 4,6% in Europa. La Spagna, per fare un esempio, ha speso il 4,4% del suo pil per salvare le loro banche. Quindi, questo luogo comune che in Italia si salvano le banche con i soldi pubblici e’ vero fino a un certo punto: siamo gli ultimi in Europa. E se fallisce una banca, viene applicato il bail in, quindi rispondono gli azionisti e gli obbligazionisti, la clientela”, ha aggiunto Sileoni. (AGI)Red/Gav 021109 NOV 21
Mps: Sileoni, governi hanno lasciato cerino in mano a Draghi Roma, 2 nov. (LaPresse) – “I governi Gentiloni e Conte” sono stati “fermi, il cerino è in mano a Draghi”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni nella trasmissione Quarta Repubblica in onda ieri sera su Rete 4. “Nel 2017 il governo Gentiloni, con ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sottoscrive un accordo con l’Unione europea prima e con la Bce poi: ottengono quattro anni di tempo per vendere il Monte dei Paschi di Siena – osserva Sileoni – dall’esecutivo Gentiloni siamo passati al primo governo Conte, con ministro dell’Economia Giovanni Tria, e poi al secondo governo Conte, con ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Tutto fermo per quattro anni e così il cerino in mano è rimasto all’attuale premier, Mario Draghi, e al ministro Daniele Franco, che su questa situazione hanno responsabilità zero, e al direttore generale del Mef, Rivera”. “Qual è il problema? Che nessun Governo, dal 2017 a oggi, ha voluto sporcarsi le mani con il salvataggio di Mps – rileva ancora – il ministro Franco e Draghi hanno chiesto una proroga all’Unione europea per lasciare lo Stato come azionista di Montepaschi e sicuramente verrà concessa, nel frattempo i giochi, in qualche anno, si dovranno riaprire. Ma c’è un problema: le condizioni che porrà adesso la Bce potrebbero essere molto più dolorose per le lavoratrici e per i lavoratori, perché il nuovo piano industriale che dovrà essere messo a punto potrebbe essere molto più pesante sul versante del taglio dei costi”. ECO NG01 tot 021102 NOV 21
Mps: Sileoni, governi Gentiloni e Conte fermi. Cerino in mano a Draghi Milano, 2 nov. (LaPresse) – “Nel 2017 il governo Gentiloni, con ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sottoscrive un accordo con l’Unione europea prima e con la Bce poi: ottengono quattro anni di tempo per vendere il Monte dei Paschi di Siena. Dall’esecutivo Gentiloni siamo passati al primo governo Conte, con ministro dell’Economia Giovanni Tria, e poi al secondo governo Conte, con ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Tutto fermo per quattro anni e così il cerino in mano è rimasto all’attuale premier, Mario Draghi, e al ministro Daniele Franco, che su questa situazione hanno responsabilità zero, e al direttore generale del Mef, Rivera. Qual è il problema? Che nessun Governo, dal 2017 a oggi, ha voluto sporcarsi le mani con il salvataggio di Mps”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ieri sera durante la trasmissione Quarta Repubblica in onda su Rete 4.”Il ministro Franco e Draghi hanno chiesto una proroga all’Unione europea per lasciare lo Stato come azionista di Montepaschi e sicuramente verrà concessa, nel frattempo i giochi, in qualche anno, si dovranno riaprire. Ma c’è un problema: le condizioni che porrà adesso la Bce potrebbero essere molto più dolorose per le lavoratrici e per i lavoratori, perché il nuovo piano industriale che dovrà essere messo a punto potrebbe essere molto più pesante sul versante del taglio dei costi”, ha aggiunto Sileoni. ECO NG01 ccl/fed 021105 NOV 21
MPS: SILEONI, ‘GOVERNI GENTILONI E CONTE FERMI, CERINO IN MANO A DRAGHI’ = Roma, 2 nov. (Adnkronos) – «Nel 2017 il governo Gentiloni, con ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sottoscrive un accordo con l’Unione europea prima e con la Bce poi: ottengono quattro anni di tempo per vendere il Monte dei Paschi di Siena. Dall’esecutivo Gentiloni siamo passati al primo governo Conte, con ministro dell’Economia Giovanni Tria, e poi al secondo governo Conte, con ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Tutto fermo per quattro anni e così il cerino in mano è rimasto all’attuale premier, Mario Draghi, e al ministro Daniele Franco, che su questa situazione hanno responsabilità zero, e al direttore generale del Mef, Rivera. Qual è il problema? Che nessun Governo, dal 2017 a oggi, ha voluto sporcarsi le mani con il salvataggio di MPS». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ieri sera durante la trasmissione Quarta Repubblica in onda su Rete 4. «Il ministro Franco e Draghi hanno chiesto una proroga all’Unione europea per lasciare lo Stato come azionista di Montepaschi e sicuramente verrà concessa, nel frattempo i giochi, in qualche anno, si dovranno riaprire. Ma c’è un problema: le condizioni che porrà adesso la Bce potrebbero essere molto più dolorose per le lavoratrici e per i lavoratori, perché il nuovo piano industriale che dovrà essere messo a punto potrebbe essere molto più pesante sul versante del taglio dei costi» ha aggiunto Sileoni. Inoltre, ha detto Sileoni, «la nazionalizzazione di MPS che propone Alessandro Di Battista è una delle soluzioni, però noi facciamo i conti senza l’oste, cioè Unione europea e la Banca centrale europea. Con l’Ue e Bce, Alessandro lo sa benissimo, c’è un impegno scritto all’interno del quale la banca deve essere rimessa sul mercato entro i primi mesi del prossimo anno. Insomma, dobbiamo fare attenzione alle richieste che arriveranno dall’Europa. Qualunque sia la situazione non accetteremo nessun licenziamento perché noi abbiamo evitato i licenziamenti in tutto il settore bancario italiano con crisi anche simili a quella di MPS». «Per noi va bene la nazionalizzazione ma comunque ci vuole subito un aumento di capitale che oscilla attorno ai 3,5 di euro. Quindi tutto quello che prima Alessandro Di Battista ha presentato, e che ha un senso, si scontra con un potere molto forte ed estremamente invasivo che è quello della Banca centrale europea e l’Unione europea. Le faccio un esempio: nel 2017 sono state salvate in Germania con 123 miliardi di euro le prime cinque Landesbanken, le banche regionali tedesche. L’Italia è l’ultima sul fronte degli aiuti di Stato: noi abbiamo speso l’1% del pil contro una media del 4,6% in Europa. La Spagna, per fare un esempio, ha speso il 4,4% del suo pil per salvare le loro banche. Quindi, questo luogo comune che in Italia si salvano le banche con i soldi pubblici è vero fino a un certo punto: siamo gli ultimi in Europa. E se fallisce una banca, viene applicato il bail in, quindi rispondono gli azionisti e gli obbligazionisti, la clientela» ha aggiunto Sileoni. (Sec-Mcc/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 02-NOV-21 12:12