SILEONI IN DIRETTA A RADIO CUSANO CAMPUS: “IN MPS NON PERMETTEREMO LICENZIAMENTI”

Intervista al segretario generale della Fabi: “Con la campagna elettorale a Siena è stata fatta confusione nella trattativa tra UniCredit e il Mef, ora il cerino è rimasto al governo, ma con Draghi e Franco siamo in buone mani”

SILEONI IN DIRETTA A RADIO CUSANO CAMPUS: “IN MPS NON PERMETTEREMO LICENZIAMENTI”

Intervista al segretario generale della Fabi: “Con la campagna elettorale a Siena è stata fatta confusione nella trattativa tra UniCredit e il Mef, ora il cerino è rimasto al governo, ma con Draghi e Franco siamo in buone mani”

 

 

 


MPS: SILEONI (FABI), ‘CONFUSIONE IN TRATTATIVA CON UNICREDIT, ORA SIAMO IN MANI DRAGHI E FRANCO’ = ‘Non si può far fallire una banca, ma Ue non ci permette di trasformarla in pubblica’ Roma, 9 nov. (Adnkronos) – 
“La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione. Ora il problema andrà necessariamente risolto, non si può far fallire una banca, con Draghi e Franco siamo in buone mani. Mps sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole la Ue, l’ha permesso alla Germania, ma a noi non lo permette”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, intervistato da Radio Cusano Campus. Sulla vicenda Unicredit-Mps per SILEONI “il sindacato non ha compiti di intervento ma di denuncia e le denunce sono state fatte. Buona parte dei partiti si è interessata alle vicende di Mps solo perché c’erano le suppletive a Siena dove si presentava il segretario del Pd. La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata”, ha detto ancora. (segue) (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 09-NOV-21 10:42
MPS: SILEONI (FABI), ‘CONFUSIONE IN TRATTATIVA CON UNICREDIT, ORA SIAMO IN MANI DRAGHI E FRANCO’ (2) = (Adnkronos) – Inoltre, ha proseguito SILEONI, “il secondo punto è che ieri c’è stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neoamministratore delegato di Unicredit e l’ad di Mps. Nessuno ha detto che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si è sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano è stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione. Non si può non trovare una soluzione perché si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della banca”. Secondo il leader sindacale, per arrivare a una soluzione “i passaggi per trovarla sono i seguenti: il Mef sta preparando insieme a Mps un nuovo piano industriale che sarà gestito da Mps in sintonia con i sindacati nazionali e sarà un piano molto pesante. Il piano dovrà essere vagliato da Commissione Ue e Bce e se non saranno d’accordo interverranno e modificheranno il piano. A quel punto – ha detto ancora – il piano sarà calato sulle organizzazioni sindacali, ci sarà una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali. Noi volevamo una soluzione di mercato perché così parecchi problemi sarebbero stati limitati. Mps sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole l’Unione europea. Fino al 2018 la Germania ha salvato una serie infinita di piccole-medie banche con aiuti di Stato, l’Unione europea alla Germania l’ha permesso, a noi non ce lo permette. Comunque adesso noi siamo in buone mani con Draghi e Franco e una soluzione sarà trovata”, ha concluso Sileoni. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 09-NOV-21 10:42
Mps: Silleoni (Fabi), confusione per trattaiva UniCredit e suppletive Milano, 9 nov. (LaPresse) – “La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione. Ora il problema andrà necessariamente risolto, non si può far fallire una BANCA, con Draghi e Franco siamo in buone mani. Mps sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in BANCA pubblica? Non lo vuole la Ue, l’ha permesso alla Germania ma a noi non ce lo permette”. Lo ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma BANCAri Italiani), ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.(Segue). ECO NG01 bdr/rib 090913 NOV 21
Mps: Silleoni (Fabi), confusione per trattaiva UniCredit e suppletive-2- Milano, 9 nov. (LaPresse) – Sulla vicenda Unicredit-Mps Per Silleoni “il sindacato non ha compiti di intervento, ma di denuncia e le denunce sono state fatte. Buona parte dei partiti si è interessata alle vicende di Mps solo perché c’erano le suppletive a Siena dove si presentava il segretario del Pd. La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata. Il secondo punto è che ieri c’è stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neo amministratore delegato di Unicredit e l’ad di Mps. Nessuno ha detto che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si è sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano è stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione. Non si può non trovare una soluzione perché si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della BANCA. Come ci si arriva a trovare una soluzione? I passaggi per trovarla sono i seguenti: il Mef sta preparando insieme a Mps un nuovo piano industriale che sarà gestito da Mps in sintonia con i sindacati nazionali e sarà un piano molto pesante. Il piano dovrà essere vagliato da Commissione Ue e Bce e se non saranno d’accordo interverranno e modificheranno il piano. A quel punto il piano sarà calato sulle organizzazioni sindacali, ci sarà una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali. Noi volevamo una soluzione di mercato perché così parecchi problemi sarebbero stati limitati. Mps sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in BANCA pubblica? Non lo vuole la UE. Fino al 2018 la Germania ha salvato una serie infinita di piccole-medie BANCHE con aiuti di Stato, l’UE alla Germania l’ha permesso, a noi non ce lo permette. Comunque adesso noi siamo in buone mani con Draghi e Franco e una soluzione sarà trovata”, ha concluso Silleoni. ECO NG01 bdr/rib 090913 NOV 21
Mps, Sileoni (Fabi): Mef prepara nuovo piano, sarà molto pesante Mps, Sileoni (Fabi): Mef prepara nuovo piano, sarà molto pesante Ci sarà la richiesta di riduzione di dipendenti e filiali Roma, 9 nov. (askanews) – Su Monte dei Paschi di Siena “il Mef sta preparando (insieme al managemen-ndr) un nuovo piano industriale che sarà gestito da Mps in sintonia con i sindacati nazionali e sarà un piano molto pesante. Ci sarà una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali”. Lo ha affermato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma BANCAri Italiani), secondo quanto riporta una nota ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. “Il sindacato non ha compiti di intervento, ma di denuncia e le denunce sono state fatte – ha affermato ancora Sileoni -. Buona parte dei partiti si è interessata alle vicende di Mps solo perché c’erano le suppletive a Siena dove si presentava il segretario del Pd. La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata. Il secondo punto è che ieri c’è stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neo amministratore delegato di Unicredit e l’ad di Mps. Nessuno ha detto che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si è sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano è stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione”. Ma “non si può non trovare una soluzione perché si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della BANCA. Come ci si arriva a trovare una soluzione? I passaggi per trovarla sono i seguenti: il Mef sta preparando insieme a Mps un nuovo piano industriale che sarà gestito da Mps in sintonia con i sindacati nazionali e sarà un piano molto pesante. Il piano dovrà essere vagliato da Commissione Ue e Bce e se non saranno d’accordo interverranno e modificheranno il piano. A quel punto il piano sarà calato sulle organizzazioni sindacali, ci sarà una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali. Noi volevamo una soluzione di mercato perché così parecchi problemi sarebbero stati limitati. Mps sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in BANCA pubblica? Non lo vuole la Ue. Fino al 2018 la Germania ha salvato una serie infinita di piccole-medie BANCHE con aiuti di Stato, l’UE alla Germania l’ha permesso, a noi non ce lo permette. Comunque adesso noi siamo in buone mani – ha concluso Sileoni – con Draghi e Franco e una soluzione sarà trovata”. Voz 20211109T092124Z
MPS, SILEONI (FABI): GOVERNO RIMASTO CON CERINO IN MANO (9Colonne) Roma, 9 nov – Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), a Radio Cusano Campus, commenta la vicenda Unicredit-MPS: “Il sindacato non ha compiti di intervento, ma di denuncia e le denunce sono state fatte. Buona parte dei partiti si è interessata alle vicende di MPS solo perché c’erano le suppletive a Siena dove si presentava il segretario del Pd. La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-MPS e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata. Il secondo punto è che ieri c’è stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neo amministratore delegato di Unicredit e l’ad di MPS. Nessuno ha detto che l’accordo per cedere MPS, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si è sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano è stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione. Non si può non trovare una soluzione perché si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della banca. Come ci si arriva a trovare una soluzione? I passaggi per trovarla sono i seguenti: il Mef sta preparando insieme a MPS un nuovo piano industriale che sarà gestito da MPS in sintonia con i sindacati nazionali e sarà un piano molto pesante. Il piano dovrà essere vagliato da Commissione Ue e Bce e se non saranno d’accordo interverranno e modificheranno il piano. A quel punto il piano sarà calato sulle organizzazioni sindacali, ci sarà una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali. Noi volevamo una soluzione di mercato perché così parecchi problemi sarebbero stati limitati. MPS sarà asciugato, dimagrito nei costi e poi sarà rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole la UE. Fino al 2018 la Germania ha salvato una serie infinita di piccole-medie banche con aiuti di Stato, l’UE alla Germania l’ha permesso, a noi non ce lo permette. Comunque adesso noi siamo in buone mani con Draghi e Franco e una soluzione sarà trovata”. (red) 091034 NOV 21 
Mps: Sileoni (Fabi), sovrapposizione tra trattativa e suppletive ha contribuito alla confusione Roma, 09 nov – (Nova) – Il sindacato non ha compiti di intervento ma di denuncia, e le denunce sono state fatte: buona parte dei partiti si e’ interessata alle vicende del Monte dei Paschi di Siena solo perche’ c’erano le suppletive a Siena, dove si presentava il segretario del Partito democratico. Lo ha detto il segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), Lando Maria Sileoni, intervenendo alla trasmissione “L’Italia s’e’ desta” su Radio Cusano Campus. “La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata: il secondo punto e’ che ieri c’e’ stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neo amministratore delegato di Unicredit e l’Ad di Mps”, ha detto, ricordando che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce, porta la data del 2017. “L’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale, e nessuno dei governi successivi si e’ sporcato le mani per risolvere il problema: il cerino in mano e’ stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, deve trovare una soluzione che non metta in crisi clienti e dipendenti della banca”, ha concluso. (Com) NNNN

Mps: Sileoni, c’e’ confusione, risolvere il problema (ANSA) – MILANO, 09 NOV – “La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione. Ora il problema andra’ necessariamente risolto, non si puo’ far fallire una banca, con Draghi e Franco siamo in buone mani. Mps sara’ asciugato, dimagrito nei costi e poi sara’ rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole la Ue, l’ha permesso alla Germania, ma a noi non lo permette”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Radio Cusano. “Il secondo punto e’ che ieri c’e’ stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neoamministratore delegato di Unicredit e l’ad di Mps. Nessuno – ha affermato Sileoni – ha detto che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si e’ sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano e’ stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione. Non si puo’ – ha aggiunto il leader della Fabi – non trovare una soluzione perche’ si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della banca”. (ANSA). PEG 09-NOV-21 11:47 NNNN

Mps: Sileoni, c’e’ confusione; risolvere problema = (AGI) – Roma, 9 nov. – “La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione. Ora il problema andra’ necessariamente risolto, non si puo’ far fallire una banca, con Draghi e Franco siamo in buone mani. Mps sara’ asciugato, dimagrito nei costi e poi sara’ rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole la Ue, l’ha permesso alla Germania, ma a noi non lo permette”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Radio Cusano Campus. (AGI)Ila (Segue) 091208 NOV 21 NNNN

Mps: Sileoni, c’e’ confusione; risolvere problema (2)= (AGI) – Roma, 9 nov. – Sulla vicenda Unicredit-Mps per Sileoni “il sindacato non ha compiti di intervento, ma di denuncia e le denunce sono state fatte. Buona parte dei partiti si e’ interessata alle vicende di Mps solo perche’ c’erano le suppletive a Siena dove si presentava il segretario del Pd. La sovrapposizione tra la trattativa Unicredit-Mps e le suppletive ha contribuito moltissimo a fare confusione, non per colpa dei candidati, ma in qualche modo doveva essere evitata. Il secondo punto e’ che ieri c’e’ stata la commissione d’inchiesta che ha ascoltato il neoamministratore delegato di Unicredit e l’ad di Mps. Nessuno ha detto che l’accordo per cedere Mps, siglato dagli allora ministri Gentiloni e Padoan con la Commissione e la Bce porta la data del 2017, l’Italia rappresentata da quel governo ha avuto tempo 4 anni per uscire dal capitale. Sono passati 4 anni e nessuno dei governi successivi si e’ sporcato le mani per risolvere il problema, il cerino in mano e’ stato lasciato all’attuale governo che, con la pistola alla tempia, devono trovare una soluzione. Non si puo’ non trovare una soluzione perche’ si metterebbero in crisi clienti e dipendenti della banca. Come ci si arriva a trovare una soluzione? I passaggi per trovarla sono i seguenti: il Mef sta preparando insieme a Mps un nuovo piano industriale che sara’ gestito da Mps in sintonia con i sindacati nazionali e sara’ un piano molto pesante. Il piano dovra’ essere vagliato da Commissione Ue e Bce e se non saranno d’accordo interverranno e modificheranno il piano. A quel punto il piano sara’ calato sulle organizzazioni sindacali, ci sara’ una richiesta di riduzione dei dipendenti e delle filiali. Noi volevamo una soluzione di mercato perche’ cosi’ parecchi problemi sarebbero stati limitati. Mps sara’ asciugato, dimagrito nei costi e poi sara’ rimesso sul mercato. Trasformarlo in banca pubblica? Non lo vuole l’Unione europea. Fino al 2018 la Germania ha salvato una serie infinita di piccole-medie banche con aiuti di Stato, l’Unione europea alla Germania l’ha permesso, a noi non ce lo permette. Comunque adesso noi siamo in buone mani con Draghi e Franco e una soluzione sara’ trovata” ha concluso Sileoni. (AGI)Ila 091208 NOV 21 NNNN

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