CREDEM, PRESIDIO CONTRO IL MANCATO ACCORDO SULLA FUSIONE CON CARICENTO
Presidio sindacale, questa mattina, in Piazza Guercino nella città emiliana contro il silenzio dei vertici del Credito Emiliano nell’ambito della fusione con la Cassa di risparmio di Cento. Il segretario nazionale Fabi, Pari: «È una vergogna, mai offerte condizioni negoziali per chiudere un accordo in linea con altre situazioni analoghe nel settore». Statuto: «Tre le poche banche che non trovano soluzioni condivise». Gilli punta il dito contro «i tagli alla retribuzione del personale e i disagi organizzativi»
Presidio dei sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin, questa mattina, in Piazza del Gercino a Cento, contro il Credito Emiliano e il «silenzio» per il mancato accordo sindacale relativo alla fusione della Cassa di risparmio di Cento. La protesta odierna segue le critiche dei sindacati arrivate negli scorsi mesi, verso i vertici del Credem, proprio per il nulla di fatto tra l’azienda e i sindacati nell’ambito dell’integrazione di Caricento. Un nulla di fatto che aveva cagionato ricadute economiche per le lavoratrici e i lavoratori della cassa di risparmio, in tutto 350 dipendenti. La protesta di oggi si è svolta nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.
«Quello che è successo è una vergogna. Non ci sono mai state veramente offerte condizioni negoziali per chiudere un accordo in linea con quello che avviene in situazioni analoghe nel resto del settore. Se queste sono le premesse con cui il Credem si affaccia al risiko bancario, probabilmente troverà forti resistenze da parte di tutti: sindacati, lavoratori, territori e addetti ai lavori. Il Credem ha i numeri per essere un attore importante dello scacchiere economico e dovrà prenderne atto» commenta il segretario nazionale Fabi, Mattia Pari.
«La procedura sindacale per la fusione di Cr Cento in Credem si è chiusa nei mesi scorsi senza alcun accordo di armonizzazione, ponendo nuovamente il Credito Emiliano tra le poche banche italiane che non trovano una soluzione condivisa attraverso la negoziazione con le controparti sindacali, come è da tempo prassi consolidata all’interno del settore del credito. Il gruppo Credem che ha coniato «Wellbanking», termine per definire il nuovo modo di fare (bene) la banca con attenzione per il benessere (wellness) dei singoli e della collettività, a nostro parere in questa occasione si è dimostrato ancora distante da questo obiettivo per quel che riguarda il benessere dei suoi dipendenti, del territorio e delle relazioni industriali nel settore bancario» osserva il coordinatore Fabi nel gruppo Credem, Massimo Statuto.
«La fusione è iniziata con il peccato originale dei tagli alla retribuzione del personale ex Caricento ed è proseguita con disagi organizzativi che hanno peggiorato la situazione. La mancanza di formazione e di assistenza adeguata hanno provocato ulteriori problemi e i colleghi sono stati costretti a fronteggiare importanti affluenze allo sportello. A tre mesi dalla fusione non ci sono più le code nelle agenzie, ma restano problematiche relative all’opportunità di gestire la complessità della nuova realtà e la necessità di valorizzare le professionalità dei colleghi» dice il rappresentante sindacale aziendale Fabi nella ex Caricento, Pier Marco Gilli.
Cento, 13 novembre 2021