QUINTO CONVEGNO FABI BOLOGNA: IL CREDITO ED IL MONDO FEMMINILE

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Fabi di Bologna si confronta con esperti del settore per discutere del ruolo femminile in banca. In collegamento anche il segretario generale Sileoni che ha ricordato il suo impegno e quello della Fabi citando l’accordo con ABI che assicura sostegno alle donne vittime dì violenze.

QUINTO CONVEGNO FABI BOLOGNA: IL CREDITO ED IL MONDO FEMMINILE

«Oggi esiste un problema di sofferenze bancarie che deve rimanere sotto una certa soglia secondo le regole europee e di conseguenza una stretta dei rubinetti del credito sui territori. Oggi le banche possono permettersi di finanziare aziende sane e meritevoli. Se tra queste ci fossero aziende discriminate per il genere sono le associazioni di categoria che dovrebbero intervenire con fermezza».

 

Queste le parole di apertura del segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni, intervenuto in collegamento al convegno “Il credito ed il mondo femminile” che si è svolto a Bologna alla presenza di oltre 90 delegati del sindacato. Obiettivo: affrontare la delicata tematica delle politiche di genere e fare un focus su quella che è la realtà nel settore del credito con ospiti di rilievo: Boris Popov, project manager di Nomisma, società di consulenza strategica e aziendale che realizza ricerche di mercato e consulenze; Giorgia Speri, vicepresidente nazionale di Confartigianato Giovani; Lucia Romagnoli, imprenditrice e consulente aziendale; Luisa Rosti, docente di Economia presso l’Università di Pavia ed Eleonora Zavatti, della Casa delle Donne di Bologna.

 

A dimostrazione dell’importanza dell’evento è intervenuto anche il sindaco della città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore: «Oggi è una giornata particolare e dedicata alle donne – ha detto – e ringrazio la Fabi per l’invito a questo importantissimo evento che mette al centro il mondo femminile e lo fa affrontando la tematica con illustri ospiti per una collaborazione proficua e alleanze fondamentali per il futuro».

 

L’evento, trasmesso anche in digitale, è stato organizzato e moderato da Silvia Masaracchia, dirigente Fabi Bologna: «Quello di oggi – ha detto – è il quinto convegno organizzato dalla FABI di Bologna relativamente alle politiche di genere. Tra i temi caldi affrontati ci sono le difficoltà di accesso al credito da parte dell’imprenditoria femminile e delle donne libere professioniste. Mai come in questo anno di emergenza sanitaria, l’asset bancario dedicato al credito è stato fondamentale per agevolare le imprese. Ma siamo sicuri che l’accesso al credito sia stato uguale per tutti? Sono stereotipi o esistono delle difficoltà di altra natura che ostacolano le donne imprenditrici nell’accesso al credito? Questi i quesiti su cui confrontarsi per prendere consapevolezza delle dinamiche profonde che sono alla base delle distinzioni di genere».

 

Sulla stessa linea l’intervento del project manager di Nomisma, Boris Popov: «La pandemia, e le conseguenze che questa ha portato sul tessuto economico-produttivo, ha avuto risvolti negativi soprattutto sull’imprenditoria femminile, interrompendo un trend di crescita sostenuto nel quinquennio precedente. Nella prima parte del 2021, inoltre, non si registra un rimbalzo del numero di nuove imprese femminili, cresciute solo dell’1% a fronte di un +9,5% registrato dalle controparti maschili. L’accesso al credito bancario – ha concluso Popov – può rappresentare una leva di primaria rilevanza nel sostenere la ripartenza delle imprese a guida femminile che, vale la pena ricordarlo, valgono il 22% del sistema produttivo italiano e presentano caratteristiche di innovatività e sensibilità socio-ambientale che le porranno in prima linea nello scenario competitivo che abbiamo davanti».

 

Un confronto, quello a Bologna, utile per approfondire a 360 gradi l’argomento della parità di genere che secondo la vicepresidente nazionale di Confartigianato Giovani, Giorgia Speri «passa anche attraverso il lavoro e l’accesso al credito. È importante – ha detto – creare sinergie tra le associazioni imprenditoriali, sindacati, banche e tutti i diversi stakeholders per cercare di superare queste difficoltà di accesso al credito che riscontrano le imprenditrici e che purtroppo soffocano opportunità e sprecano talento umano indispensabile per la ripartenza economica del nostro paese».

 

Un argomento delicato quello delle differenze di genere, profondamente radicato e con innumerevoli risvolti psicologici difficili da scardinare. Interessante e molto seguito, a questo proposito, l’intervento della docente di Economia presso l’Università di Pavia, Luisa Rosti: «La speranza delle donne di sottrarsi agli stereotipi dei datori di lavoro, mettendosi in proprio, si scontra con la realtà di stereotipi altrettanto pervasivi di cui sono inconsapevoli portatori i clienti e i finanziatori, rendendo per alcune di loro auspicabile il ritorno alla posizione professionale subordinata. Anche mettendosi in proprio, le donne non hanno modo di evitare gli effetti negativi di questi pregiudizi, e le loro imprese hanno in media vita più breve. Le ricerche di Barbara Orser, ad esempio, mostrano che le donne che esportano non si sentono prese sul serio, percepiscono una mancanza di rispetto da parte dei colleghi stranieri, incontrano interlocutori che apertamente rifiutano di avere a che fare con una donna, chiedono che un uomo confermi le decisioni prese».

 

Come uscirne? Sul tema è intervenuta con alcune proposte Lucia Romagnoli, imprenditrice e consulente aziendale che ha evidenziato luci e ombre che emergono dal rapporto di Unioncamere e riportato la sua esperienza personale. «Mi sembra evidente – ha detto – che per accorciare sempre di più i tanti divari che ancora oggi ci sono oggi con gli uomini nel mondo dell’impresa, le donne dovranno: studiare sempre più materie STEM, ossia l’insieme delle discipline scientifico-tecnologiche, e i relativi campi di studio; fare più networking per conoscere e farsi conoscere e infine avere sempre fiducia di potercela fare».

 

Agli interventi degli ospiti sono seguite numerose domande a dimostrazione dell’interesse che l’argomento suscita e dell’importanza di organizzare simili eventi per sensibilizzare sul tema delle politiche di genere: buone prassi e consapevolezza che non devono essere oggetto di attenzione solo in occasione di ricorrenze ufficiali, ma devono penetrare nel tessuto sociale e nel quotidiano vivere dentro e fuori dal posto di lavoro.

Bologna, 25 novembre 2021

Il servizio realizzato dalla FABI TV

 

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