“CONTRATTO DI SVOLTA,” COORDINAMENTO NAZIONALE BCC RIUNITO A ROMA

Ancora una volta in presenza tutti i dirigenti Fabi dei tre gruppi, Iccrea, Cassa Centrale banca e Cassa Raiffeisen, per discutere l’avanzamento delle trattive. Bertinotti: «Vogliamo un contratto che preservi l’identità del settore. Basta rinvii, bisogna arrivare a positive sintesi, o ci dicano se Federcasse non rappresenta il tavolo nazionale e non ha mandato decisionale».

“CONTRATTO DI SVOLTA,” COORDINAMENTO NAZIONALE BCC RIUNITO A ROMA

Coordinamento nazionale delle Bcc riunito a Roma per discutere del rinnovo del contratto nazionale di categoria. A partecipare anche il segretario generale, Lando Maria Sileoni, che nel suo contributo ha guardato al mondo del credito cooperativo, ma anche al settore in generale e alla situazione geo politica ed economica che si sta delineando con la crisi in atto in Ucraina. Apprezzamento per il lavoro dei coordinamenti dei tre gruppi bancari, ma niente sconti a nessuno: «il contratto ora va portato a casa».

A presiedere i lavori i segretari nazionali Luca Bertinotti, Giuliano Xausa e Fabio Scola che hanno sottolineato l’importanza del ritrovarsi in presenza, per poter meglio condividere i temi in discussione, «per portare a casa un rinnovo che, lo sappiamo, non sarà facile chiudere».

Luca Bertinotti, segretario di riferimento per il mondo Bcc della Fabi, ha fatto una disamina della situazione, ripercorrendo le tappe della discussione con Federcasse. Ostacoli e prospettive per giungere ad un rinnovo contrattuale di svolta, come recita il titolo dell’incontro.

«Di svolta perché è un rinnovo che arriva dopo la riforma del 2019 e che per la prima volta riunisce i tre gruppi bancari – ha spiegato Bertinotti- Si tratta di un contratto necessario e che dobbiamo chiudere al più presto. Un contratto di svolta perchè i temi e i tempi sono complessi e richiedono una prospettiva, una visione. Vogliamo un contratto nazionale che abbia la caratteristica della specificità. Abbiamo allungato i tempi per l’emergenza sanitaria, ma a questo punto dobbiamo velocizzare. Ci dobbiamo concentrare sul contratto, senza farci distogliere dai gruppi. Quindi basta rinvii, bisogna arrivare a positive sintesi, o ci dicano se Federcasse non rappresenta il tavolo nazionale e non ha mandato decisionale».

E i temi sono quelli più cogenti: Area contrattuale, inquadramenti, recupero degli incrementi salariali e dì produttività welfare, Fondo per la buona occupazione.

Tanti gli interventi e le sollecitazione arrivate dai dirigenti Fabi, a partire dai coordinatori dei tre Gruppi, Ulrich Untersulzner di Cassa Raiffeisen, Domenico Mazzucchi per Cassa Centrale banca, e Piergiuseppe Mazzoldi per Iccrea.
Sono loro ad avere il polso della situazione nella discussione interna e sono quelli che più percepiscono lo scollamento tra i gruppi. Parola d’ordine diviene quindi gioco di squadra, quello che unico può fare la differenza.

«Cassa Raffainsen è un gruppo piccolo e sicuramente diverso in quanto abbiamo ancora il sistema di federazione senza la capogruppo. Quindi per noi è importante poterci confrontare con gli altri gruppi con un occhio determinato sull’area contrattuale» ha detto Ulrich Untersulzner.

«È giunto il momento di affrontare il discorso delle professionalità. In questi anni le Bcc hanno avuto la necessità di riorganizzarsi in vista dei cambiamenti di tutto il settore, ma è mancato un allineamento negli inquadramenti. Rispetto ai colleghi Abi, continuiamo ad avere un sotto inquadramento, con un costo del lavoro medio assolutamente inferiore. E poi non è più possibile prescindere dall’adeguamento delle professioni ai cambiamenti, alla digitalizzazione in atto, al nuovo modello di banca. Siamo ancora troppo indietro» ha sottolineato Domenico Mazzucchi.

«Il lavoro che stiamo facendo è eccezionale, stiamo lavorando benissimo e non dobbiamo rovinare tutto per la fretta. Però, rispettando le tempistiche che ci siamo prefissati, portiamo avanti la trattativa e gestiamo bene anche questa fase finale» ha incitato Piergiuseppe Mazzoldi.

Tanti gli interventi che hanno messo in evidenza le varie problematiche evidenziate durante le trattative, a partire dalla gestione manageriale non adeguata alla mancanza di un linea decisionale della controparte, alle problematiche interne ai gruppi dove spesso permangono situazioni ancora molto legate al territorio. Ma tutti alla fine concordano su alcuni punti: i tempi sono maturi per un contratto unico, la Fabi c’è e come squadra è pronta ad affrontare l’ultimo miglio, senza escludere prove di forza se fosse necessario. Perchè come ha spronato Sileoni ai suoi: «noi il contratto lo dobbiamo portare a casa per tutti lavoratori che ci sostengono e che hanno fiducia in noi».

Roma 22 marzo 2022

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