SILEONI AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO
Banche e mercato del lavoro al centro della tavola rotonda alla quale ha partecipato il segretario generale FABI: «Un palco d’eccezione per confrontarsi a tutto tondo con i protagonisti del settore»
“Come cambiano mercato del lavoro e sindacati, dall’industria manifatturiera alle banche”. Questo il titolo dell’importantissimo appuntamento della 17esima edizione del Festival dell’Economia di Trento, la prima organizzata dal Gruppo 24 Ore, insieme a Comune, Università e Provincia autonoma di Trento.
Ad affiancare il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, sono intervenuti Giovanni Sabatini, Direttore Generale ABI, Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale UIL, Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL, Maurizio Stirpe, Vicepresidente Confindustria e Federica Barbero, avvocato giuslavorista dello studio legale internazionale Linklaters. Moderatore il giornalista Marcello Zacchè, Caporedattore de Il Giornale.
Dalle trasformazione del mercato del lavoro, tecnostress e smart working, alle ripercussioni sull’economia e il risparmio, salari e inflazione. Sileoni in particolare si è confrontato col direttore generale dell’Abi sul futuro del lavoro nel settore bancario e sul ruolo delle banche.
«Per quanto riguarda lo smart working – ha detto il segretario generale FABI – sono d’accordo con quanto affermato dai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, mentre non condivido quanto detto dal vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, che ha ipotizzato come ogni azienda si dia delle regole per l’utilizzo dello smart working: questo significherebbe far pagare lo smart working alle lavoratrici e ai lavoratori bancari: perché diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro».
«Quanto all’algoritmo sulle assunzioni e sulle carriere, il nostro contratto nazionale è stato sempre all’avanguardia: noi abbiamo gestito, senza costi per la collettività, 95.000 esodi volontari senza un licenziamento, mentre nel resto d’Europa negli ultimi 10 anni ci sono stati 420.000 posti di lavoro persi e il 70% sono stati licenziamenti. Noi, invece, abbiamo contemporaneamente creato uno strumento di grande importanza, il Fondo per l’occupazione, che con il contributo che arriva dall’alto dirigente fino ai nostri colleghi, ci ha permesso di assumere circa 35.000 giovani lavoratori under 35. Noi guardiamo avanti, i problemi ce li risolviamo all’interno. Un fatto positivo, ma spesso si è rivelato un boomerang perché quando andiamo dal governo ci dicono proprio di continuare a risolverci i problemi in casa» ha aggiunto Sileoni.
«Parlando infine di intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualità del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’è o c’è solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati».
E infine: «Siccome siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea: tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli» ha concluso Sileoni.
Nel corso dei quattro giorni – dal 2 al 5 giugno – si sono alternati in Trentino 8 premi Nobel, oltre 75 relatori provenienti dal mondo accademico, 20 tra i più importanti economisti internazionali e nazionali, 26 rappresentanti delle più importanti istituzioni europee e nazionali, 36 relatori internazionali, oltre 30 tra manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali e 10 ministri.
Un programma vasto che, partendo dal tema scelto per l’edizione 2022 – Dopo la pandemia (e con una guerra in corso), “TRA ORDINE E DISORDINE” – ha stimolato il dibattito tra le menti più brillanti del mondo scientifico, gli opinion leader di riferimento e importanti esperti delle più diverse discipline per analizzare com’è cambiato il mondo dopo la pandemia e la guerra in Ucraina.
Trento, 4 giugno 2022.
Il servizio realizzato dalla FABI TV
Banche, Fabi: con Draghi non c’è ruolo politico grandi gruppi Oggi costretti a spingere sulla concorrenza tra loro Roma, 4 giu. (askanews) – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’è, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenfsta la finanza, finché c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si è ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo è l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Gli amministratori delegati delle banche, voglio ricordarlo, sono quelli che ristrutturano i debiti dei giornali, delle televisioni, dei gruppi editoriali, intervengono a livello di solidarietà e con importanti azioni di beneficienza per ritagliarsi un ruolo sociale estremamente significativo – ha aggiunto – oggi sono costretti, proprio per il minor peso politico, vista la presenza di Draghi, a spingere molto sulla concorrenza fra loro. Perché abbiamo la Bce che controlla i primi 13 gruppi bancari che rappresentano oltre l’80% del settore, il restante 20% è composto di realtà più piccole. Ecco: in quell’80% si è scatenata una guerra e una spietata concorrenza commerciale necessaria a compensare il calo del peso politico. Ma le banche daranno sempre meno credito perché i ritorni economici che derivano dalla vendita di prodotti finanziari e assicurativi sono molto più importanti. E poi la Bce non vuole che i bilanci tornino ad appesantirsi con le sofferenze. In questo contesto, le indebite pressioni commerciali sono fondamentali per i vertici delle banche per aumentare i ricavi dei gruppi. Questo, però, non è più un problema di carattere sindacale, ma, come ho detto in commissione parlamentare, è un argomento di carattere sociale”. Vis 20220604T135234Z
Lavoro: Stirpe, lavoro agile abito che ogni azienda deve confezionarsi (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 04 giu – Lo smart working “e’ un abito che ogni azienda e ogni settore si deve confezionare su misura non puo’ essere generalizzato” osserva il Vicepresidente di Connfidustria Maurizio Stirpe nel corso di una tavola rotonda con i segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Confindustria e sindacati confederali hanno la stessa visione positiva sul nuovo strumento di organizzazione del lavoro. “Il modello migliore – osserva Stirpe – e’ quello misto perche’ un limite, per certi casi e certi settori puo’ essere quello della creativita’ delle persone e dello spirito di squadra in quanto l’azienda e’ una comunita’ di persone che si devono incontrare”. Con i sindacati sul lavoro agile “non c’e’ nessun contrasto” aggiunge. Secondo Sbarra il lavoro agile e’ da lasciare all’autonomia negoziale e contrattuale mentre Bombardieri evidenzia la centralita’ del diritto alla disconnessione del lavoratore “il vero valore dello smart working e’ l’autonomia che viene data” che non va ingabbiata in una logica restrittiva. Sulle indicazioni di Stirpe sul lavoro agile ‘su misura’ per le aziende interviene anche il segretario dei bancari della Fabi, Lando Sileoni, che assiste al dibattito al Festival dell’Economia di Trento prima della sua tavola rotonda a confronto con il direttore dell’Abi Giovanni Sabatini. Sileoni afferma di non essere d’accordo con il punto di vista dell’esponente di Confindustria “perche’ questo significherebbe far pagare lo smart working alle lavoratrici e ai lavoratori bancari, diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro”.
Banche: Sileoni (Fabi), con Draghi no ruolo politico grandi gruppi Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’è, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenta la finanza, finché c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si è ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo è l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. (Segue) ECO TAA ccl 041328 GIU 22
Banche: Sileoni (Fabi), con Draghi no ruolo politico grandi gruppi-2- Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Gli amministratori delegati delle banche, voglio ricordarlo, sono quelli che ristrutturano i debiti dei giornali, delle televisioni, dei gruppi editoriali, intervengono a livello di solidarietà e con importanti azioni di beneficienza per ritagliarsi un ruolo sociale estremamente significativo. Oggi, sono costretti, proprio per il minor peso politico, vista la presenza di Draghi, a spingere molto sulla concorrenza fra loro. Perché abbiamo la Bce che controlla i primi 13 gruppi bancari che rappresentano oltre l’80% del settore, il restante 20% è composto di realtà più piccole. Ecco: in quell’80% si è scatenata una guerra e una spietata concorrenza commerciale necessaria a compensare il calo del peso politico. Ma le banche daranno sempre meno credito perché i ritorni economici che derivano dalla vendita di prodotti finanziari e assicurativi sono molto più importanti. E poi la Bce non vuole che i bilanci tornino ad appesantirsi con le sofferenze. In questo contesto, le indebite pressioni commerciali sono fondamentali per i vertici delle banche per aumentare i ricavi dei gruppi. Questo, però, non è più un problema di carattere sindacale, ma, come ho detto in Commissione parlamentare, è un argomento di carattere sociale”, ha aggiunto Sileoni. ECO TAA ccl 041328 GIU 22
Banche: Sileoni, intelligenza artificiale limiterebbe potere Cda su credito Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Quanto all’intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualità del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’è o c’è solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Siccome siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea: tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli”, ha aggiunto Sileoni. ECO TAA ccl 041328 GIU 22
Banche: Sileoni (Fabi), con Draghi no ruolo politico grandi gruppi Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’è, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenta la finanza, finché c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si è ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo è l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. (Segue) ECO NG01 ccl 041328 GIU 22
Banche: Sileoni (Fabi), con Draghi no ruolo politico grandi gruppi Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’è, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenta la finanza, finché c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si è ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo è l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. (Segue) ECO NG01 ccl 041328 GIU 22
Banche: Sileoni, intelligenza artificiale limiterebbe potere Cda su credito Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Quanto all’intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualità del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’è o c’è solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Siccome siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea: tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli”, ha aggiunto Sileoni. ECO NG01 ccl 041328 GIU 22
Lavoro: Sileoni (Fabi), no ad accordi aziendali per smart working Milano, 4 giu. (LaPresse) – “Per quanto riguarda lo smart working, sono d’accordo con quanto affermato dai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, mentre non condivido quanto detto dal vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, che ha ipotizzato come ogni azienda si dia delle regole per l’utilizzo dello smart working: questo significherebbe far pagare lo smart working alle lavoratrici e ai lavoratori bancari: perché diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Quanto all’algoritmo sulle assunzioni e sulle carriere, il nostro contratto nazionale è stato sempre all’avanguardia: noi abbiamo gestito, senza costi per la collettività, 95.000 esodi volontari senza un licenziamento, mentre nel resto d’Europa negli ultimi 10 anni ci sono stati 420.000 posti di lavoro persi e il 70% sono stati licenziamenti. Noi, invece, abbiamo contemporaneamente creato uno strumento di grande importanza, il Fondo per l’occupazione, che con il contributo che arriva dall’alto dirigente fino ai nostri colleghi, ci ha permesso di assumere circa 35.000 giovani lavoratori under 35. Noi guardiamo avanti, i problemi ce li risolviamo all’interno. Un fatto positivo, ma spesso si è rivelato un boomerang perché quando andiamo dal governo ci dicono proprio di continuare a risolverci i problemi in casa”, ha aggiunto Sileoni. ECO NG01 ccl 041327 GIU 22
Banche: Sileoni, accordo con Abi su pressioni commerciali viene disatteso Sabatini: rispettiamo intesa ma no poteri di controllo (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Trento, 04 giu – L’accordo contro le indebite pressioni commerciali in banca firmato da Abi e Sindacati nel 2017 non viene rispettato nella realta’ da alcuni gruppi bancari. Lo denuncia Lando Sileoni, leader del sindacato Fabi, nel corso di una tavola rotonda con il direttore generale Abi Giovanni Sabatini.Secondo il sindacalista c’e’ “una situazione di anarchia e non si rispettano gli accordi nazionali siglati in Abi”. Si tratta di una conseguenza di una “concorrenza sfrenata in corso” dovuta anche al minore peso politico dei grandi gruppi di fronte al Governo. Le banche, aggiunge, entro 4-5 anni “si trasformeranno in fintech con i ricavi dalle commissioni da vendita di prodotti finanziari e polizze che hanno gia’ superato i ricavi dall’attivita’ creditizia”. Per il segretario generale Fabi “Se le banche diventano ostaggio dei grandi consulenti internazionali andranno a sbattere”.Sileoni ritiene miope la scelta di abbandonare i territori chiudendo gli sportelli. Il direttore generale dell’Abi ha replicato a Sileoni sulle pressioni commerciali ricordando che per l’associazione di palazzo Altieri “l’eticita’ dei comportamenti e il rispetto delle regole” sono una priorita’ anche considerando che in casi di crisi da risparmio tradito oltre al problema reputazionale, tutte le banche, come e’ gia’ accaduto, pagano il costo della banca in crisi per evitare gli effetti nefasti che si avrebbero per tutto il sistema in caso di risoluzione o di liquidazione di un singolo operatore. L’accordo contro le pressioni commerciali, ricorda Sabatini, contiene un meccanismo per le segnalazioni di comportamenti scorretti che non sono gia’ sanzionati dalle normative come la Mifid ma “l’Abi ovviamente non e’ un’Autorita’ e non possiamo fare vigilanza nei confronti degli associati”.
BANCHE: SILEONI, ‘CON DRAGHI NO RUOLO POLITICO GRANDI GRUPPI’ = Roma, 4 giu. (Adnkronos) – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’è, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenta la finanza, finché c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si è ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo è l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, al ‘Festival dell’ Economia di Trento organizzato da Gruppo 24 Ore e Provincia Autonoma’ “Gli amministratori delegati delle banche, voglio ricordarlo – rileva – , sono quelli che ristrutturano i debiti dei giornali, delle televisioni, dei gruppi editoriali, intervengono a livello di solidarietà e con importanti azioni di beneficienza per ritagliarsi un ruolo sociale estremamente significativo. Oggi, sono costretti, proprio per il minor peso politico, vista la presenza di Draghi, a spingere molto sulla concorrenza fra loro. Perché abbiamo la Bce che controlla i primi 13 gruppi bancari che rappresentano oltre l’80% del settore, il restante 20% è composto di realtà più piccole. Ecco: in quell’80% si è scatenata una guerra e una spietata concorrenza commerciale necessaria a compensare il calo del peso politico. Ma le banche daranno sempre meno credito perché i ritorni economici che derivano dalla vendita di prodotti finanziari e assicurativi sono molto più importanti. E poi la Bce non vuole che i bilanci tornino ad appesantirsi con le sofferenze”. In questo contesto, “le indebite pressioni commerciali sono fondamentali per i vertici delle banche per aumentare i ricavi dei gruppi. Questo, però, non è più un problema di carattere sindacale, ma, come ho detto in Commissione parlamentare, è un argomento di carattere sociale”, aggiunge SILEONI. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 04-GIU-22 13:05 NNNN
Banche: Sileoni, in corso concorrenza sfrenata, Bce vuole meno credito Con Draghi i grandi gruppi hanno perso peso politico (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Trento, 04 giu – Tra i grandi gruppi bancari e’ in corso “una concorrenza sfrenata” sul piano commerciale anche per effetto della ristrutturazione del modello di business voluto dalla Bce che compertera’ che “daranno meno credito perche’ il ritorno e’ piu’ basso rispetto alla vendita dei prodotti finanziari e assicurativi e anche perche’ la Bce non vuole risalita delle sofferenze bancarie”. Cosi’ il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Sileoni, nel corso di una tavola rotonda con il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, organizzato tra gli eventi del Festival dell’Economia di Trento. Secondo Sileoni “con Draghi alla guida del Governo si e’ ridimensionato il ruolo politico dei grandi gruppi bancari” rispetto ai governi precedenti.Secondo il leader della Fabi “gli amministratori delegati delle banche, voglio ricordarlo, sono quelli che ristrutturano i debiti dei giornali, delle televisioni, dei gruppi editoriali, intervengono a livello di solidarieta’ e con importanti azioni di beneficenza per ritagliarsi un ruolo sociale estremamente significativo. Oggi, sono costretti, proprio per il minor peso politico, vista la presenza di Draghi, a spingere molto sulla concorrenza fra loro”.
Banche: Fabi, con Draghi no ruolo politico grandi gruppi = (AGI) – Roma, 4 giu. – “Con il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’e’, contrariamente a quanto pensano loro. Mi spiego: i grandi amministratori delegati nell’ottica, ormai consolidata nel tempo, di questa lotta, concorrenza nascosta fra chi rappresenta la politica e chi rappresenta la finanza, finche’ c’era il governo Conte con Gualtieri ministro del Tesoro, erano determinanti e condizionavano la politica. Con Draghi, invece, si e’ ridimensionato il ruolo dei grandi gruppi bancari. Nell’immaginario collettivo e’ l’opposto”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Gli amministratori delegati delle banche, voglio ricordarlo, sono quelli che ristrutturano i debiti dei giornali, delle televisioni, dei gruppi editoriali, intervengono a livello di solidarieta’ e con importanti azioni di beneficienza per ritagliarsi un ruolo sociale estremamente significativo. Oggi, sono costretti, proprio per il minor peso politico, vista la presenza di Draghi, a spingere molto sulla concorrenza fra loro. Perche’ abbiamo la Bce che controlla i primi 13 gruppi bancari che rappresentano oltre l’80% del settore, il restante 20% e’ composto di realta’ piu’ piccole. Ecco: in quell’80% si e’ scatenata una guerra e una spietata concorrenza commerciale necessaria a compensare il calo del peso politico. Ma le banche daranno sempre meno credito perche’ i ritorni economici che derivano dalla vendita di prodotti finanziari e assicurativi sono molto piu’ importanti. E poi la Bce non vuole che i bilanci tornino ad appesantirsi con le sofferenze. In questo contesto, le indebite pressioni commerciali sono fondamentali per i vertici delle banche per aumentare i ricavi dei gruppi. Questo, pero’, non e’ piu’ un problema di carattere sindacale, ma, come ho detto in Commissione parlamentare, e’ un argomento di carattere sociale” ha aggiunto Sileoni. (AGI)Gin 041245 GIU 22 NNNN
BANCHE: SILEONI (FABI), ‘INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIMITEREBBE POTERE CDA SU CREDITO’ = Roma, 4 giu. (Adnkronos) – “Quanto all’intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualità del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’è o c’è solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, al ‘Festival dell’ Economia di Trento organizzato da Gruppo 24 Ore e Provincia Autonoma’. “Siccome – aggiunge – siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea: tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli”, conclude SILEONI. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 04-GIU-22 12:43 NNNN
Credito, Fabi: intelligenza artificiale limiterebbe potere Cda Sileoni al festival dell’Economia a Trento Roma, 4 giu. (askanews) – “Quanto all’intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualità del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’è o c’è solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Siccome siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea – ha aggiunto – tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli”. Vis 20220604T123824Z
Lavoro: Sileoni, no ad accordi aziendali per smart working ‘Contrario su ipotesi che ogni azienda si dia delle regole’ (ANSA) – TRENTO, 04 GIU – “Per quanto riguarda lo smart working, sono d’accordo con quanto affermato dai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, mentre non condivido quanto detto dal vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, che ha ipotizzato come ogni azienda si dia delle regole per l’utilizzo dello smart working: questo significherebbe far pagare lo smart working alle lavoratrici e ai lavoratori bancari: perche’ diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una iniziativa al Festival dell’Economia di Trento. “Quanto all’algoritmo sulle assunzioni – ha aggiunto – e sulle carriere, il nostro contratto nazionale e’ stato sempre all’avanguardia: noi abbiamo gestito, senza costi per la collettivita’, 95.000 esodi volontari senza un licenziamento, mentre nel resto d’Europa negli ultimi 10 anni ci sono stati 420.000 posti di lavoro persi e il 70% sono stati licenziamenti. Noi, invece, abbiamo contemporaneamente creato uno strumento di grande importanza, il Fondo per l’occupazione, che con il contributo che arriva dall’alto dirigente fino ai nostri colleghi, ci ha permesso di assumere circa 35.000 giovani lavoratori under 35. Noi guardiamo avanti, i problemi ce li risolviamo all’interno. Un fatto positivo, ma spesso si e’ rivelato un boomerang perche’ quando andiamo dal governo ci dicono proprio di continuare a risolverci i problemi in casa”. (ANSA). LE 04-GIU-22 12:36 NNNN
Lavoro, Fabi: non ad accordi aziendali per lo smart working Diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria tra gruppi Roma, 4 giu. (askanews) – “Per quanto riguarda lo smart working sono d’accordo con quanto affermato dai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, mentre non condivido quanto detto dal vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, che ha ipotizzato come ogni azienda si dia delle regole per l’utilizzo dello smart working: questo significherebbe far pagare lo smart working ai lavoratori bancari, perché diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso di una tavola al Festival dell’Economia di Trento. “Quanto all’algoritmo sulle assunzioni e sulle carriere, il nostro contratto nazionale è stato sempre all’avanguardia – ha affermato – noi abbiamo gestito, senza costi per la collettività, 95.000 esodi volontari senza un licenziamento, mentre nel resto d’Europa negli ultimi 10 anni ci sono stati 420.000 posti di lavoro persi e il 70% sono stati licenziamenti. Noi, invece, abbiamo contemporaneamente creato uno strumento di grande importanza, il Fondo per l’occupazione, che con il contributo che arriva dall’alto dirigente fino ai nostri colleghi, ci ha permesso di assumere circa 35.000 giovani lavoratori under 35. Noi guardiamo avanti, i problemi ce li risolviamo all’interno. Un fatto positivo, ma spesso si è rivelato un boomerang perché quando andiamo dal governo ci dicono proprio di continuare a risolverci i problemi in casa”. Vis 20220604T123443Z
Credito: Sileoni (Fabi), intelligenza artificiale limiterebbe potere Cda banche Roma, 04 giu – (Nova) – “Quanto all’intelligenza artificiale, magari ci fosse un sistema capace di adattarsi a tutto il settore bancario, in grado di misurare la qualita’ del credito da erogare alla clientela: ci sarebbe uno strumento unico per tutti che definisce chi merita il credito e chi non lo merita. Invece, questo strumento non c’e’ o c’e’ solo in parte e in ogni caso uno strumento di intelligenza artificiale applicato ai grandi affidamenti ridurrebbe significativamente il potere delle direzioni generali, dei consigli d’amministrazione e degli amministratori delegati”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso del Festival dell’Economia di Trento. “Siccome siamo a Trento, io faccio il tifo, oggi, per la Cassa centrale banca che, pur essendo uno dei 13 gruppi bancari sotto la ferrea vigilanza della Banca centrale europea: tenetevi stretti i servizi, la vicinanza sul territorio storica, che da anni ha dimostrato coi fatti, anche sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Sandro Bolognesi, molto preparato, di essere sempre al fianco della clientela, nei momenti di congiuntura economica sia favorevoli sia sfavorevoli”, ha aggiunto Sileoni. (Rin) NNNN
Lavoro: Sileoni (Fabi), no ad accordi aziendali per smart-working Roma, 04 giu – (Nova) – “Per quanto riguarda lo smart-working, sono d’accordo con quanto affermato dai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, mentre non condivido quanto detto dal vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, che ha ipotizzato come ogni azienda si dia delle regole per l’utilizzo dello smart-working: questo significherebbe far pagare lo smart-working alle lavoratrici e ai lavoratori bancari: perche’ diventerebbe uno strumento di concorrenza finanziaria fra i gruppi per abbattere il costo del lavoro”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, nel corso del Festival dell’Economia di Trento. “Quanto all’algoritmo sulle assunzioni e sulle carriere, il nostro contratto nazionale e’ stato sempre all’avanguardia: noi abbiamo gestito, senza costi per la collettivita’, 95.000 esodi volontari senza un licenziamento, mentre nel resto d’Europa negli ultimi 10 anni ci sono stati 420.000 posti di lavoro persi e il 70 per cento sono stati licenziamenti. Noi, invece, abbiamo contemporaneamente creato uno strumento di grande importanza, il Fondo per l’occupazione, che con il contributo che arriva dall’alto dirigente fino ai nostri colleghi, ci ha permesso di assumere circa 35.000 giovani lavoratori under 35. Noi guardiamo avanti, i problemi ce li risolviamo all’interno. Un fatto positivo, ma spesso si e’ rivelato un boomerang perche’ quando andiamo dal governo ci dicono proprio di continuare a risolverci i problemi in casa”, ha aggiunto Sileoni. (Rin) NNNN
Credito: Sileoni (Fabi), in Europa Poste sono aziende che vendono piu’ carte Roma, 04 giu – (Nova) – “Le Poste sono diventate in Europa le aziende che vendono piu’ carte di credito”, lo ha evidenziato il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, intervenendo in al Festival dell’Economia di Trento. (Rin) NNNN
Credito: Sileoni (Fabi), possibili casi di risparmio tradito? Politica non potra’ dire che non sapeva Roma, 04 giu – (Nova) – “La politica, un giorno, se scoppieranno casi di risparmio tradito, non potra’ dire di non sapere che oggi c’e’ un problema forte tra i lavoratori bancari”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento. “Non c’e’ piu’ il ruolo sociale che c’era un tempo” e le banche “oggi spingono i prodotti finanziario-assicurativi e per lavarsi la coscienza fanno grandi iniziative di solidarieta’, ma nessuno mi leva dalla testa che lo fanno poi” per convenienze “di carattere politico”, ha punto Sileoni. (Rin) NNNN
Governo: Sileoni (Fabi), con Draghi non c’e’ ruolo politico di grandi gruppi bancari Roma, 04 giu – (Nova) – “Faccio fatica a far passare il messaggio che con il presidente Draghi il ruolo politico dei grandi gruppi bancari non c’e’, contrariamente a quello che tutti pensano”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento. (Rin) NNNN
Banche: Sileoni,in un anno costo personale ridotto di un miliardo ‘Nei contratti va recuperata l’inflazione’ (ANSA) – TRENTO, 04 GIU – “Ho ben chiari in mente alcuni punti. Il primo e’ quello che nei contratti va recuperata l’inflazione”. Cosi’ il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, a margine di una iniziativa sul mercato del lavoro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. “Il costo del personale delle banche – aggiunge – nell’ultimo anno, grazie ai piani concordati evitando licenziamenti, e’ diminuito di un miliardo. Quindi i problemi che ci sono li abbiamo sempre risolti all’interno e vogliamo continuare con questa politica”. (ANSA). LE 04-GIU-22 11:16 NNNN