SALARIO MINIMO E CONTRATTI SCADUTI, SILEONI IN DIRETTA SU CANALE 5

Il segretario generale della Fabi ha partecipato alla trasmissione Mattino Cinque News condotta da Francesco Vecchi. Al centro del dibattito, la questione delle paghe orarie minime, i rinnovi contrattuali e i rincari delle spiagge

SALARIO MINIMO E CONTRATTI SCADUTI, SILEONI IN DIRETTA SU CANALE 5

Il segretario generale della Fabi ha partecipato alla trasmissione Mattino Cinque News condotta da Francesco Vecchi. Al centro del dibattito, la questione delle paghe orarie minime, i rinnovi contrattuali e i rincari delle spiagge

 

 

SALARIO MINIMO: SILEONI (FABI), ‘UE HA FATTO SCATTARE RIFLESSIONE AMPIA IN ITALIA’ = Roma, 9 giu. (Adnkronos) – “Mi convince la decisione dell’Unione europea, che non è obbligatoria per l’Italia, perché ha fatto e sta facendo come dire scattare una riflessione molto ampia all’interno della nostra società” e “ho constatato che ci sono posizioni molto diverse. E’ chiaro che il salario minimo va inserito all’interno dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ma c’è comunque il rischio, poi, che le nostre controparti, ad ogni livello, la nostra controparte nelle banche è l’Abi, ci facciano pagare il salario minimo all’interno dei contratti aziendali”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, nel corso di ‘Mattino Cinque News’. “Quindi – ha continuato – va trovato un giusto equilibrio. Se il salario minimo viene inserito per legge all’interno della contrattazione nazionale, le aziende cercheranno delle compensazioni, limitando le richieste economiche nei contratti aziendali è questo il punto fondamentale. Ma io vorrei essere più concreto: noi abbiamo da rinnovare contratti nazionali scaduti da anni. Qualcuno si giustifica – ha proseguito SILEONI – utilizzando l’argomento della pandemia e adesso piange per la guerra. Resta il fatto che abbiamo dei contratti nazionali scaduti da anni che riguardano 7 milioni di persone e abbiamo altri 5 milioni di persone con stipendi da fame che sono una piaga sociale”. “L’indicazione dell’Unione europea è comunque importante perché fa nascere un contraddittorio e ha fatto emergere un dato di fatto: 5 milioni di persone con stipendi da fame e ci sono 7 milioni di lavoratori dipendenti con contratti scaduti da 4 o 5 anni. Con questa situazione, che interessa 12 milioni di persone – ha detto ancora il leader sindacale – è impensabile ripartire i consumi. Poi siamo d’accordo tutti, sul cuneo fiscale, sulla riduzione del cuneo fiscale che sia equilibrato anche per le aziende, ma qui serve una presa di posizione netta perché altrimenti il paese andrà a rotoli”, ha aggiunto Sileoni. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 09-GIU-22 13:20​

 

Salario minimo,Fabi: Ue spinge a riflettere ma rinnovare contratti Serve un giusto equilibrio Roma, 9 giu. (askanews) – “Mi convince la decisione dell’Unione europea, che non è obbligatoria per l’Italia, perché ha fatto e sta facendo come dire scattare una riflessione molto ampia all’interno della nostra società”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante a Canale 5. “Ci sono posizioni molto diverse – ha proseguito – è chiaro che il salario minimo va inserito all’interno dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ma c’è comunque il rischio, poi, che le nostre controparti, ad ogni livello, ci facciano pagare il salario minimo all’interno dei contratti aziendali. Quindi, va trovato un giusto equilibrio. Se il salario minimo viene inserito per legge all’interno della contrattazione nazionale, le aziende cercheranno delle compensazioni, limitando le richieste economiche nei contratti aziendali è questo il punto fondamentale. Abbiamo da rinnovare contratti nazionali scaduti da anni. Qualcuno si giustifica utilizzando l’argomento della pandemia e adesso piange per la guerra. Resta il fatto che abbiamo dei contratti nazionali scaduti da anni che riguardano 7 milioni di persone e abbiamo altri 5 milioni di persone con stipendi da fame che sono una piaga sociale. L’indicazione dell’Unione europea è comunque importante perché fa nascere un contraddittorio e ha fatto emergere un dato di fatto: 5 milioni di persone con stipendi da fame e ci sono 7 milioni di lavoratori dipendenti con contratti scaduti da 4 o 5 anni. Con questa situazione, che interessa 12 milioni di persone, è impensabile ripartire i consumi”. Vis 20220609T134510Z
Salario minimo: SILEONI, da Ue spinta a riflessione Milano, 9 giu. (LaPresse) – “Mi convince la decisione dell’Unione europea, che non è obbligatoria per l’Italia, perché ha fatto e sta facendo come dire scattare una riflessione molto ampia all’interno della nostra società. Io ho partecipato ad una tavola rotonda a Trento al Festival dell’economia e, tra altri, era presente il vicepresidente di Confindustria, il dottor Stirpe, e li ho constatato che ci sono posizioni molto diverse. È chiaro che il salario minimo va inserito, come ha detto prima l’onorevole Troili, all’interno dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ma c’è comunque il rischio, poi, che le nostre controparti, ad ogni livello, la nostra controparte nelle banche è l’Abi, ci facciano pagare il salario minimo all’interno dei contratti aziendali. Quindi, va trovato un giusto equilibrio”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante la trasmissione Mattino Cinque News in onda su Canale 5.”Se il salario minimo viene inserito per legge all’interno della contrattazione nazionale, le aziende cercheranno delle compensazioni, limitando le richieste economiche nei contratti aziendali è questo il punto fondamentale. Ma io vorrei essere più concreto: noi abbiamo da rinnovare contratti nazionali scaduti da anni. Qualcuno si giustifica utilizzando l’argomento della pandemia e adesso piange per la guerra. Resta il fatto che abbiamo dei contratti nazionali scaduti da anni che riguardano 7 milioni di persone e abbiamo altri 5 milioni di persone con stipendi da fame che sono una piaga sociale”, osserva Sileoni.(Segue) ECO NG01 ccl/fed 091310 GIU 22
Salario minimo: SILEONI, da Ue spinta a riflessione-2- Milano, 9 giu. (LaPresse) – “L’indicazione dell’Unione europea è comunque importante perché fa nascere un contraddittorio e ha fatto emergere un dato di fatto: 5 milioni di persone con stipendi da fame e ci sono 7 milioni di lavoratori dipendenti con contratti scaduti da 4 o 5 anni. Con questa situazione, che interessa 12 milioni di persone, è impensabile ripartire i consumi. Poi siamo d’accordo tutti, sul cuneo fiscale, sulla riduzione del cuneo fiscale che sia equilibrato anche per le aziende, ma qui serve una presa di posizione netta perché altrimenti il paese andrà a rotoli”, ha aggiunto Sileoni. ECO NG01 ccl/fed 091310 GIU 22
SALARIO MINIMO. SILEONI: DA UE SPINTA A RIFLESSIONE MA RINNOVARE SUBITO CONTRATTI SCADUTI (DIRE) Roma, 9 giu. – “Mi convince la decisione dell’Unione europea, che non è obbligatoria per l’Italia, perché ha fatto e sta facendo come dire scattare una riflessione molto ampia all’interno della nostra società. Io ho partecipato ad una tavola rotonda a Trento al Festival dell’economia e, tra altri, era presente il vicepresidente di Confindustria, il dottor Stirpe, e li ho constatato che ci sono posizioni molto diverse. È chiaro che il salario minimo va inserito, come ha detto prima l’onorevole Troili, all’interno dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ma c’è comunque il rischio, poi, che le nostre controparti, ad ogni livello, la nostra controparte nelle banche è l’Abi, ci facciano pagare il salario minimo all’interno dei contratti aziendali. Quindi, va trovato un giusto equilibrio. Se il salario minimo viene inserito per legge all’interno della contrattazione nazionale, le aziende cercheranno delle compensazioni, limitando le richieste economiche nei contratti aziendali è questo il punto fondamentale. Ma io vorrei essere più concreto: noi abbiamo da rinnovare contratti nazionali scaduti da anni. Qualcuno si giustifica utilizzando l’argomento della pandemia e adesso piange per la guerra. Resta il fatto che abbiamo dei contratti nazionali scaduti da anni che riguardano 7 milioni di persone e abbiamo altri 5 milioni di persone con stipendi da fame che sono una piaga sociale”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante la trasmissione Mattino Cinque News in onda su Canale 5. “L’indicazione dell’Unione europea è comunque importante perché fa nascere un contraddittorio e ha fatto emergere un dato di fatto: 5 milioni di persone con stipendi da fame e ci sono 7 milioni di lavoratori dipendenti con contratti scaduti da 4 o 5 anni. Con questa situazione, che interessa 12 milioni di persone, è impensabile ripartire i consumi. Poi siamo d’accordo tutti, sul cuneo fiscale, sulla riduzione del cuneo fiscale che sia equilibrato anche per le aziende, ma qui serve una presa di posizione netta perché altrimenti il paese andrà a rotoli”, ha aggiunto Sileoni. (Vid/ Dire) 13:13 09-06-22

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