FACCIA A FACCIA TRA SILEONI E MONTANI SUL FUTURO DI BPER
Il piano industriale del gruppo emiliano al centro del confronto tra il segretario generale Fabi e l’amministratore delegato della banca
Nella prima giornata di lavori del 127° Consiglio nazionale Fabi, è con il faccia a faccia tra il numero uno Fabi e l’amministratore delegato Bper Banca, Piero Montani, che si entra nel vivo dell’evento.
È il caporedattore di Class Cnbc, Jole Saggese, ad introdurre il tema: un modello di business delle banche stravolto, con un’inflazione che continua a crescere, un potere di acquisto che continua a ridursi, e il ruolo delle banche che dovrebbe essere di sostegno al Paese: ma le banche devono, anche, confrontarsi con i grandi colossi del web.
Tutto questo sta sconvolgendo l’aspetto sociale della vita di tutti noi e l’intero sistema economico.
«Le banche stanno cambiando, e cercheremo di capire in che modo», questo lo start da parte di Saggese.
A salire sul palco, a sorpresa, è anche la coordinatrice Fabi in Bper, Antonella Sboro.
L’amministratore delegato di Bper Banca, Piero Montani, espone la sua posizione, partendo dal piano industriale del gruppo.
«Dopo una serie di acquisizioni, 1350 sportelli in più, con l’operazione di Ubi che ha fortemente aumentato clienti e dipendenti – e con Carige accadrà lo stesso – la banca ha raddoppiato le sue dimensioni, da un anno ad oggi, con attivi raddoppiati. Il nostro piano risponde ai bisogni: del personale, dei clienti, della banca stessa, certo, che deve attrezzarsi per un mercato radicalmente cambiato. Un piano, in sintesi, per rispondere a bisogni interni ed esterni. Anche dal punto di vista umano – sottolinea Montani – perché senza la soddisfazione di chi lavora non si ottiene neanche il resto».
«Ognuno di noi ripete nel percorso della vita le situazioni che lo hanno portato a raggiungere successi ed obiettivi positivi – così interviene il leader Fabi – Con Montani ci conosciamo da secoli, abbiamo anche condiviso lo stesso fronte, in passato. Montani ha sempre rispettato le esigenze dei lavoratori, pur rispondendo ad esigenze di mercato e agli azionisti, ma la sua guida della banca è la più grande garanzia per noi. Sappiamo di avere un interlocutore disponibile, cosa che non avviene in ogni gruppo bancario. Non tutti sono davvero coerenti rispetto a ciò che dicono, e non tutti hanno capacità di ascolto. Bper, guidata da Montani, sta creando le condizioni per un ulteriore salto di qualità a breve. Ci sono comunque situazioni da affrontare, esternalizzazioni, la situazione Carige, ma sarà un lavoro propedeutico per porre il gruppo come polo importante per gestire altre aggregazioni».
Anche Antonella Sboro esprime la sua fiducia nelle parole di Montani, pur ricordando le note dolenti: una grande quantità di sportelli in chiusura, paura per la perdita del ruolo di vicinanza al territorio, e la tempistica con cui ciò avverrà. «Sono necessari tempi tecnici per ammortizzare questi netti cambiamenti», dichiara la coordinatrice.
Che riceve le rassicurazioni di Montani: «Noi vogliamo modificare l’attuale assetto, nei tempi e nei modi, ma senza alcuno scempio, alcun abbandono del territorio e dei clienti, bensì seguendo da vicino la clientela offrendo loro un sistema alternativo per continuare ad avere i servizi della loro banca».
Milano, 13 giugno 2022