«NON CONCENTRIAMOCI SUL PRESENTE, MA PROIETTIAMO LA NOSTRA VISIONE AL FUTURO»
Il segretario generale, Lando Maria Sileoni, interviene al coordinamento Rsa Fabi Mps riunito a Roma. Presenti i dirigenti sindacali del gruppo provenienti da tutta Italia e il segretario nazionale amministrativo e coordinatore Mps, Franco Casini, collegato anche il segretario generale aggiunto, Giuliano De Filippis.
Coordinamento Fabi Monte dei Paschi di Siena riunito a Roma pochi giorni prima dell’inizio della trattativa sul piano industriale 2022-2026 presentato dalla banca poco più di una settimana fa. Ad aprire i lavori il segretario nazionale amministrativo e coordinatore Fabi Mps,
Franco Casini, che ha ringraziato i presenti, numerosi, introdotto la relazione del segretario generale, Lando Maria Sileoni, e quello di Guido Fasano, vicecoordinatore Fabi Mps. Collegato da remoto anche il segretario generale aggiunto, Giuliano De Filippis.
Un lungo intervento quello del segretario generale, a 360° gradi come è sua consuetudine. Una relazione politica, fatta di eventi noti e meno noti, un incitamento a non lasciarsi coinvolgere dalle chiacchiere che si sentono o si leggono in giro.
«Il coordinamento Fabi Mps è un coordinamento che lavora bene e lo fa nonostante la banca stia attraversando una fase difficile e complicata – ha detto Sileoni – e proprio perché è un momento complicato e difficile non possiamo assolutamente sbagliare nelle scelte perché poi sarebbe impossibile tornare indietro».
Il sindacato è chiamato a fare la propria parte, in modo onesto, con integrità morale, l’ha apostrofata il leader Fabi, verso chi si rappresenta, verso la banca e anche verso la clientela.
Nel suo intervento dei punti fermi, imprescindibili per andare pronti alla trattativa: diffidenza, verso le chiacchiere, verso tutto ciò che non è provato dalla carte, perché «ogni soggetto interessato in questa partita ha una visione diversa e nessuno ha in mano una soluzione del problema»; tenere ferma la linea Fabi «non arrivare a soluzioni immediate senza avere certezze per il futuro. Dobbiamo avere una visione proiettata al futuro e non fermarci a guardare i presente, perché il nostro interesse è sempre lo stesso: raggiungere il miglior risultato verso chi rappresentiamo»; no ai prepensionamenti obbligatori. «Lo abbiamo detto tante volte – ha sottolineato Sileoni – ma lo ripeto perché deve essere chiaro che su certi argomenti noi non trattiamo». Infine, da parte del segretario un riconoscimento al coordinamento e al lavoro che ha fatto in questi anni e che sta facendo, dimostrando ai lavoratori di essere in buone mani, ma non ha mancato di sottolineare anche la fortuna della presenza, costante, di due segretari nazionali quali Giuliano De Filippis e Franco Casini che, «da sempre, lavorano per il bene e l’interesse della Fabi e dei lavoratori che rappresentiamo».
Quindi la parola a Guido Fasano, vicecoordinatore Fabi del Gruppo, con il compito di presentare ed analizzare, per conto della segreteria di coordinamento, il nuovo piano industriale.
«Questo è un piano diverso da quelli che sono stati presentati negli ultimi anni – ha esordito Fasano – perché va in profondità rispetto alla struttura dell’azienda. Il piano esodi è su sette anni, prevede 4.200 uscite di colleghi, solo con prepensionamenti volontari. Perché questo per noi è un dogma. Quello che siamo chiamati a fare è presidiare bene, con accordi e negoziati in cui utilizzare ogni azione sindacale consentita per la tutela di chi se ne sta andando, ma anche per tutti i lavoratori che rimangono». Si tratta ancora di una fase di passaggio, questa, una fase in cui, come sottolineato da Fasano, il piano presentato porta con sé molte preoccupazioni sulle effettive possibilità di dare un’effettiva prospettiva per il futuro. Di certo quello che farà la Fabi sarà esaminare le carte, andare in trattativa preparati e governare la situazione, mantenendo l’autonomia, la diffidenza e la propria visione proiettata al futuro, come chiesto dal segretario generale.
Quindi spazio agli interventi dei dirigenti Fabi che hanno portato il loro contributo in vista delle trattative, con una visione calata sul territorio e sulle problematiche dei colleghi che ogni giorno, con tutte le difficoltà, lavorano in banca. A loro, non è mancata la risposta di Sileoni, sottolineando un dato: entro poco tempo la Bce imporrà che lo Stato venda quel 64%. Da qui si deve partire. Non ci saranno deroghe.
La postilla finale ai lavori è di Franco Casini: «Invito tutta la segreteria di coordinamento a rimanere, in questo particolare momento a stretto contatto con le Rsa e invito queste ultime a raccordarsi quotidianamente con i lavoratori per informarli sull’evoluzione della trattativa».
In conclusione, mandato approvato all’unanimità alla delegazione trattante sui punti condivisi durante la riunione. Si parte venerdì.
Roma, 6 luglio 2022