COMPORTAMENTO ANTISINDACALE, I SINDACATI PORTANO IN TRIBUNALE LA CR VOLTERRA

La Cassa di Risparmio cancella unilateralmente buona parte degli accordi di contrattazione di secondo livello. La Fabi e le altre sigle proclamano uno sciopero e denunciano l’azienda. Prima udienza mercoledì. Pertici: «Abbiamo provato a riprendere la trattativa per senso di responsabilità, ma di fronte abbiamo trovato solo muro di autoreferenzialità da parte dell’azienda».

COMPORTAMENTO ANTISINDACALE, I SINDACATI PORTANO IN TRIBUNALE LA CR VOLTERRA

Braccio di ferro tra la Fabi e le altre organizzazioni sindacali con la Cassa di Risparmio di Volterra. Venerdì scorso sit-in dei lavoratori in piazza San Giovanni, mentre mercoledì è attesa la prima udienza al Tribunale di Pisa chiamato in causa dai sindacati per comportamento antisindacale dell’azienda. Sul tavolo ci sono la cessazione del contratto integrativo aziendale, il recesso dall’accordo sulla previdenza complementare, nonché la disdetta dagli accordi sul part-time, sulle agibilità sindacali, sui ruoli chiave, e sulla mobilità del personale. Un atteggiamento intransigente da parte della banca che le organizzazioni sindacali non hanno potuto accettare e, dopo aver provato ogni possibile tentativo di mediazione, hanno preso atto dell’esito negativo della procedura, constatando l’impossibilità di proseguire la trattativa. I sindacati hanno spiegato come ci sia stata la pressoché totale cancellazione della contrattazione di secondo livello, in una chiara logica di svilenti attacchi al sistema di norme che per decenni hanno mantenuto in equilibrio i diritti dei lavoratori con i contesti organizzativi dell’azienda.

 

Le ripetute rassicurazioni dei vertici aziendali nel confermare il loro intento di trattare con le forze sociali e di pervenire ad un accordo accettabile per entrambe le parti, sono state quindi ancora una volta smentite dalla assoluta autoreferenzialità espressa dalla delegazione aziendale, conclamando un metodo di condurre relazioni industriali inaccettabili e teso a squalificare il ruolo sindacale azzerando i diritti dei lavoratori rappresentati, hanno denunciato i rappresentanti dei lavoratori.

Già qualche settimana fa la Fabi e le altre sigle avevano proclamato uno sciopero al quale aderirono un numero consistente di lavoratori.

«Uno sciopero che ha dimostrato la coesione del personale della CR Volterra e l’unità di fronte all’aggressione dei diritti dei lavoratori. Partecipò un numero di persone superiore a quanti normalmente sono presenti a lavoro – precisa Mario Pertici, coordinatore Fabi Pisa. Poi, per senso di responsabilità di fronte ai continui inviti alla trattativa da parte della Cassa, siamo stati indotti a vedere il bluff e ad annullare la seconda giornata di sciopero. E di bluff proprio si trattava, perché una volta tornati al tavolo, la posizione della delegazione aziendale è stata improntata ancor di più alla più totale chiusura e autoreferenzialità. Avrebbero voluto che il sindacato firmasse quello che volevano loro, tradendo i propri rappresentati e regalando i diritti conquistati in decenni di lotte sindacali. E così la banca, a mezzo di pagine sui giornali, invoca ancora le trattative, dando quasi dei traditori ai sindacati che non vogliono andare al tavolo per cogliere l’occasione di un’azienda così disponibile e ragionevole. Per questo motivo abbiamo ripreso la procedura di conciliazione, ci siamo rivisti a Roma con ABI e le nostre segreterie nazionali, per impattare una volta di più nel muro di autoreferenzialità dell’azienda e nella sua assoluta chiusura».
Nella storia della Cassa di Risparmio di Volterra certe situazioni non sono nuove.
«Ma alla fine, se il personale ha saputo mantenersi compatto e partecipe alle iniziative anche di sciopero del sindacato, i diritti dei lavoratori hanno trionfato – ha continuato Pertici-. In situazioni come questa non scioperare significa non solo tradire se stessi e i propri diritti, ma anche tutti i colleghi, perché si vince tutti insieme. L’alternativa consiste nel mettere nelle mani dell’azienda tutti i nostri diritti, le nostre aspettative, i nostri progetti, porgendo il fianco alle più retrive politiche di gestione del personale, improntate ad acquisire il consenso accondiscendente e non una prestazione lavorativa professionale».

I sindacati, nel corso di un’assemblea del personale tenuta il 20 giugno nella sala consiliare del Comune di Volterra, hanno spiegato come quelli che sono “legittimi” recessi dagli accordi, se applicati con sistematicità come in questo caso, sottendono l’intento di indebolire la posizione dei lavoratori e potrebbero configurare un grave atteggiamento antisindacale eventualmente sanzionabile in termini di legge. Un atteggiamento che cancella trent’anni di contrattazione aziendale e calpesta la dignità di 450 Lavoratori. I sindacati hanno ricordato come le banche ritenute competitors di CR Volterra nel 2021 hanno raggiunto traguardi di bilancio importanti, mentre la Cassa è rimasta indietro. Un ritardo che non può e non deve ricadere sui lavoratori che eseguono le direttive imposte dall’alto. Infine, uno sguardo al futuro con le voci che si susseguono sull’imminente ricapitalizzazione dell’istituto, e la possibilità di ingresso di un socio industriale primario. «Ad oggi non ci è dato sapere quale sarà l’intervento e soprattutto quali saranno le ricadute che questo progetto industriale comporterà per i lavoratori e per il territorio – hanno sottolineato le sigle sindacali – con quanto personale e con quanti sportelli dovrà operare la Cassa, se vi saranno esuberi e/o esternalizzazioni degli uffici di direzione (peraltro già iniziate) e/o chiusure di sportelli». L’assemblea si è conclusa con il totale sostegno al sindacato per tutte le azioni anche legali che intenderà intraprendere a tutela dei lavoratori.

Pisa, 11 luglio 2022

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