LA DESERTIFICAZIONE BANCARIA: PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA
Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario “sotto casa”. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia. «La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni
Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario “sotto casa”. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia. «La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni
Banche:Fabi, 4 milioni di italiani in Comuni senza filiali ++ Pari al 7% della popolazione,paesi sono 3.062 (ANSA) – MILANO, 12 AGO – Oltre 4 milioni di italiani non hanno a disposizione una banca nel proprio comune di residenza una. E’ quanto emerge da una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) che ha incrociato i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021. Il totale degli italiani che non dispongono di una filiale fisica di un istituto di credito sono residenti complessivamente in 3.062 comuni. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale. (ANSA). LE 12-AGO-22 08:03
Banche: Fabi, 4 milioni di italiani in Comuni senza filiali (2) (ANSA) – MILANO, 12 AGO – La percentuale di persone senza un filiale bancaria nel luogo di residenza, secondo l’analisi della Fabi, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la desertificazione bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta piu’ circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione e’ decisamente piu’ marcata, i cittadini ‘senza banca’ rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania e’ la prima regione per numero di abitanti senza banca (700 mila). Tra le regioni piu’ grandi, quella che presenta una minore presenza di istituti di credito, in termini percentuali, e’ la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie. A seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni piu’ piccole, il record e’ del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. (ANSA). LE 12-AGO-22 08:05
Banche: Fabi,chiusi 11 mila sportelli ma digitale non attira In dieci anni filiali scese 21.650 (ANSA) – MILANO, 12 AGO – In meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. E’ quanto emerge da una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) che ha incrociato i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021. Dal 2012, prosegue l’analisi della Fabi, la riduzione e’ stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione e’ stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si e’ passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021. La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta e’ stata di 45.613 unita’ (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unita’ (-2,11%) tra il 2020 e il 2021. Secondo la ricerca della Fabi gli italiani sono ancora poco attratti dalla banca digitale. Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale da parte del sistema bancario , l’Italia e’ ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’e banking ai servizi bancari in filiale, rispetto a una media complessiva del 58%. Nel confronto europeo l’Italia precede solo la Grecia (42%), la Turchia (46%), la Bulgaria (15%) e la Romania (15%) mentre fanno molto meglio altri Paesi come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%). (ANSA). LE 12-AGO-22 08:03
Banche:Sileoni, desertificazione creera’ problemi al Paese ‘La politica intervenga, siamo servizio pubblico essenziale’ (ANSA) – MILANO, 12 AGO – “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, e’ un argomento che non puo’ essere sottovaluto dai partiti politici”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, circa l’analisi sulla desertificazione bancaria in italia. “E’ grave – aggiunge – che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema. La riduzione delle filiali sta creando e creera’ non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie e’ piu’ marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet. Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme perche’ il settore rappresenta un servizio pubblico essenziale”. (ANSA). LE 12-AGO-22 08:04
BANCHE: SILEONI (FABI), ‘CON DISIMPEGNO SU TERRITORIO STANNO PERDENDO RUOLO SOCIALE’ = segretario generale, ‘grave che pochi politici si interessino a problema’ Roma, 12 ago. (Adnkronos) – “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici” ed “è grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare ciò che vogliono”. E’ quanto dice il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, nel commentare lo studio del sindacato sulla desertificazione bancaria. Ma, avverte il leader sindacale, “non può passare questa semplicistica tesi proprio perché, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo così drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet”, dice ancora il segretario generale della FABI. (segue) (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:03
BANCHE: SILEONI (FABI), ‘CON DISIMPEGNO SU TERRITORIO STANNO PERDENDO RUOLO SOCIALE’ (2) = (Adnkronos) – “Le inevitabili conseguenze – continua Sileoni – fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento senza che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese – aggiunge – fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attività finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficoltà economica”. “Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme – prosegue il leader della FABI – suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di un intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un ”servizio pubblico essenziale” determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attività”, conclude Sileoni. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:03
BANCHE: FABI, IN ITALIA OLTRE 4 MLN DI PERSONE SENZA FILIALE, AL SUD E ISOLE SITUAZIONE PIU’ CRITICA** = 3.062 comuni senza sportelli, al Nord interessato il 6% popolazione, al Centro fenomeno circoscritto Roma, 12 ago. (Adnkronos) – Sono più di 4 milioni gli italiani ‘senza banca’, cioè gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali di istituti di credito. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale. Percentuale che, tra l’altro, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la ‘desertificazione’ bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini che non hanno più un’agenzia bancaria ‘sotto casa’ né a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. E’ quanto emerge da un’analisi della FABI. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:01
BANCHE: FABI, IN ITALIA OLTRE 4 MLN DI PERSONE SENZA FILIALE, AL SUD E ISOLE SITUAZIONE PIU’ CRITICA (2) = Campania regione più ‘colpita’, in Emilia Romagna e Toscana maggior tasso bancarizzazione (Adnkronos) – La Campania, evidenzia il sindacato, è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono quasi 700mila. Tutto ciò è frutto della progressiva chiusura delle agenzie da parte delle banche: gli sportelli, 32.881 nel 2012, a fine 2021 erano 21.650, in calo di 11.231 (- 34%). Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, è la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni senza banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni senza banche è il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, più staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni senza abitanti sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). Quanto alla dimensione demografica, si va da realtà non significative, con poche decine di abitanti, a enti locali con oltre 10.000 residenti (13 complessivamente, 10 dei quali in Campania): nell’elenco dei 3.062 comuni senza banca, i più piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica è Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini che non possono contare più su neanche un’agenzia o uno sportello bancario a portata di mano. Ciò rappresenta un problema assai rilevante se si pensa che in Italia lo sviluppo dell’e-banking è ancora scarso rispetto alla media europea: meno della metà della clientela bancaria (45%) utilizza i canali digitali per accedere ai servizi bancari, contro una media del 58% e rispetto a grandi potenze economiche, come Spagna e Francia, che hanno tassi di clientela avvezza alla banca digitale pari al 65% e al 72%; il nostro Paese è allineato a realtà come Grecia (42%) e Turchia (46%). (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:02
BANCHE: FABI, DAL 2012 -34% SPORTELLI, NE SONO STATI CHIUSI 11.231 = Roma, 12 ago. (Adnkronos) – In meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012 la riduzione è stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione è stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. E’ quanto evidenzia la FABI in un’analisi sulla desertificazione bancaria in Italia. Anche le banche, sostiene il sindacato, sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si è passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021. Vuol dire 250 banche in meno (-35,4%) dal 2012 al 2021 e 18 in meno, in un anno (-3,80%), dal 2020 al 2021: la diminuzione è frutto della progressiva aggregazione tra grandi gruppi e banche più piccole, spinta dalle indicazioni del regolatore e degli organi di vigilanza, italiani ed europei. La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta è stata di 45.613 unità (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unità (-2,11%) tra il 2020 e il 2021. Come ricorda il sindacato, “tutte le uscite dei dipendenti delle banche, comunque, sono state gestite con pensionamenti e prepensionamenti volontari, senza licenziamenti e quindi senza alcuna tensione sociale, grazie al Fondo di solidarietà, uno strumento, importante conquista sindacale del 2000, che non pesa nulla, in termini finanziari, sul bilancio dello Stato. Contemporaneamente, grazie a un altro strumento, il Fondo per l’occupazione, sono stati assunti circa 38.000 giovani under 35 ed è così stato garantito, nel settore bancario, un importante ricambio generazionale”. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:02
BANCHE: FABI, SU UTILIZZO EBANKING PASSI AVANTI MA ITALIA ANCORA A LIVELLI DI GRECIA E TURCHIA = 45% popolazione lo preferisce a servizi in filiale, media europea al 58%, al top Francia al 72% Roma, 12 ago. (Adnkronos) – Sull’accesso alla banca via attraverso canali digitali l’Italia ha fatto passi in avanti, raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l’eBanking, ma resta ancora a livelli di paesi come Grecia e Turchia. E’ quanto emerge da un’analisi della FABI. “Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale del sistema bancario italiano – spiega il sindacato – l’analisi del tasso di eBanking della popolazione europea mostra preferenze diversificate tra i paesi e un grado di ‘maturità digitale’ a diverse velocità. Nel 2012, in Italia, solo il 21% della popolazione si avvaleva dei servizi ebanking, un dato al di sotto della metà della media europea, pari al 38%, e ampiamente distante dal tasso di digitalizzazione bancaria dei cittadini dei maggiori paesi. In meno di 10 anni in Italia la propensione all’utilizzo dei canali digitali, sebbene raddoppiata, non mostra di essere ancora al passo con l’Europa perché la relazione multicanale continua a lasciare spazio al rapporto diretto con la clientela”. Secondo i dati Eurostat, ricorda il sindacato bancario, nel corso dell’ultimo decennio l’uso dei servizi bancari online da parte della popolazione italiana è stata molto limitata e a nulla è servita l’esperienza del distanziamento sociale negli anni più recenti post Covid. L’Italia è infatti ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’eBanking ai servizi bancari in filiale nel 2021. Rispetto a una media complessiva del 58%, nel confronto europeo il nostro Paese precede solo la Grecia (42%), la Turchia (46%), la Bulgaria (15%) e la Romania (15%) mentre fanno molto meglio di noi altri paesi importanti come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%). (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:03
BANCHE: FABI, VISTOSO ALLONTANAMENTO DA TERRITORI, INEVITABILI DISAGI A FAMIGLIE E IMPRESE = sindacato, dimenticata di fatto una rilevante fetta di popolazione Roma, 12 ago. (Adnkronos) – “Emerge il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie, fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali, c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata”. Lo scrive la FABI nella sua analisi sulla desertificazione bancaria, che stima in oltre 4 milioni il numero di italiani che non dispongono di uno sportello di un istituto di credito a disposizione nel proprio comune. Si tratta, insiste il sindacato, di “una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ne consegue che la desertificazione bancaria può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari (dalla richiesta di finanziamenti alla consulenza per gli investimenti), dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale e, quindi, dell’economia, a vantaggio di organizzazioni criminali, con conseguenti danni per la crescita del Paese e anche per le finanze pubbliche in termini di minor gettito nelle casse dello Stato”, conclude la FABI. (Mat/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-AGO-22 08:03
Banche: Fabi, 4 mln senza sportelli,-10.000 filiali in 10 anni = (AGI) – Roma, 12 ago. – Piu’ di 4 milioni di italiani, il 7% del totale, non hanno nemmeno una filiale di banca a loro disposizione per chiedere una consulenza su un mutuo o per poter aprire un conto corrente. In 3.062 Comuni, quasi il 40% del totale di quelli italiani, non ci sono piu’ filiali di alcun istituto di credito. La ‘desertificazione’ degli sportelli, analizzata in un report della Fabi, presenta vistose differenze territoriali: se al Nord il fenomeno interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta piu’ circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione e’ decisamente piu’ marcata, i cittadini senza un’agenzia bancaria sotto casa ne’ a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania e’ la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono quasi 700mila. Nell’ultimo decennio, complice il passaggio di molti servizi su piattaforme digitali, le banche sono andate progressivamente riducendo la loro presenza territoriale. Nel 2012 gli sportelli aperti erano 32.881, a fine 2021 si erano ridotti a 21.650, un calo di 11.231 unita’ (-34%). Tra le regioni piu’ grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, e’ la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni piu’ piccole, il record e’ del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. Emilia Romagna e Toscana sono, invece, i territori che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale, favorite da un tessuto di aziende capillare e radicato. Qui la popolazione che risiede in Comuni senza banche, infatti, corrisponde, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. (AGI)Man (Segue) 120800 AGO 22
Banche: Fabi, 4 mln senza sportelli,-10.000 filiali in 10 anni (2)= (AGI) – Roma, 12 ago. – In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni senza banche e’ il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, piu’ staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni senza abitanti sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). Nell’elenco dei 3.062 comuni senza banca, i piu’ piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica e’ Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini. Oltre i numeri valgono alcune considerazioni. Fabi fa notare come il fenomeno si presetna come “un problema assai rilevante” se si pensa che in Italia “lo sviluppo dell’e-banking e’ ancora scarso rispetto alla media europea”. Meno della meta’ della clientela bancaria (45%) utilizza i canali digitali, tra app e siti web, contro una media del 58% di Paesi come Spagna e Francia, che hanno tassi di clientela proiettati sulla banca digitale pari al 65% e al 72%. L’Italia e’ in linea con le abitudini degli utenti di Grecia e Turchia. (AGI)Man (Segue) 120800 AGO 22
Banche: Fabi, 4 mln senza sportelli,-10.000 filiali in 10 anni (3)= (AGI) – Roma, 12 ago. – Dalla ricerca, realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, emerge il vistoso allontanamento delle banche dai territori, tra avvento delle nuove tecnologie e necessita’ di riduzione dei costi. Cosi’, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’e’ una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto e’ dimenticata. In particolare quella dei piu’ anziani. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora cosi’ accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale. “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, e’ un argomento che non puo’ essere sottovaluto dai partiti politici”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “E’ grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino – prosegue – a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare cio’ che vogliono”. Sileoni lancia l’allarme: “Non puo’ passare questa semplicistica tesi proprio perche’, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo cosi’ drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga”. (AGI)Man 120800 AGO 22
Banche, Fabi: 4 mln italiani senza filiale record in Campania Banche, Fabi: 4 mln italiani senza filiale record in Campania Rappresentano il 7% della popolazione totale Roma, 12 ago. (askanews) – Sono più di 4 milioni gli italiani “senza banca” cioè gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali bancarie. E’ quanto emerge da una ricerca della Fabi, realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale. Percentuale che, tuttavia, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la “desertificazione” bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini che non hanno più un’agenzia bancaria “sotto casa” né a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono quasi 700mila. Tutto ciò è frutto della progressiva chiusura delle agenzie da parte delle banche: gli sportelli, 32.881 nel 2012, a fine 2021 erano 21.650, in calo di 11.231 (-34%). Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, è la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. (segue) Sen 20220812T081446Z
Banche, Fabi: 4 mln italiani senza filiale record in Campania -2- Roma, 12 ago. (askanews) – Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni senza banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni senza banche è il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, più staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni senza abitanti sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). Quanto alla dimensione demografica, si va da realtà non significative, con poche decine di abitanti, a enti locali con oltre 10.000 residenti (13 complessivamente, 10 dei quali in Campania): nell’elenco dei 3.062 comuni senza banca, i più piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica è Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini che non possono contare più su neanche un’agenzia o uno sportello bancario a portata di mano. Ciò rappresenta un problema assai rilevante se si pensa che in Italia lo sviluppo dell’e-banking è ancora scarso rispetto alla media europea: meno della metà della clientela bancaria (45%) utilizza i canali digitali per accedere ai servizi bancari, contro una media del 58% e rispetto a grandi potenze economiche, come Spagna e Francia, che hanno tassi di clientela avvezza alla banca digitale pari al 65% e al 72%; il nostro Paese è allineato a realtà come Grecia (42%) e Turchia (46%). Dalla ricerca, spiega la Fabi, emerge, dunque, “il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata: una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ne consegue che la desertificazione bancaria può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari (dalla richiesta di finanziamenti alla consulenza per gli investimenti), dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale e, quindi, dell’economia, a vantaggio di organizzazioni criminali, con conseguenti danni per la crescita del Paese e anche per le finanze pubbliche in termini di minor gettito nelle casse dello Stato”. Sen 20220812T081711Z
Banche, Sileoni (Fabi): stanno perdendo il loro ruolo sociale Banche, Sileoni (Fabi): stanno perdendo il loro ruolo sociale “Nostra ricera su chiusura sportelli grido allarme” Roma, 12 ago. (askanews) – “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la ricerca del sindacato sulla chiusura di sportelli bancari in Italia. “È grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema – prosegue -: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare ciò che vogliono. Non può passare questa semplicistica tesi proprio perché, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo così drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet. Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento senza che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attività finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficoltà economica”. “Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme . Conclude -, suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di un intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un “servizio pubblico essenziale” determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attività”. Sen 20220812T082108Z
Banche: Sileoni (Fabi), rischio allontamento famiglie e imprese da circuito legale Roma, 11 ago. (LaPresse) – “L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attività finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficoltà economica. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme, suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di una intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un “servizio pubblico essenziale” determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attività”. Così il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commenta i risultati del rapporto.”Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo – aggiunge Sileoni – anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici. È grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare ciò che vogliono”. (segue) ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Sileoni (Fabi), rischio allontamento famiglie e imprese da circuito legale-2- Roma, 11 ago. (LaPresse) – “Non può passare questa semplicistica tesi – spiega Sileoni – proprio perché, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo così drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet”. “Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento senza che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari”, conclude Sileoni. ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, in 10 anni chiuse 12 mila filiali, 3 mila Comuni scoperti Roma, 11 ago. (LaPresse) – In meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012 la riduzione è stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione è stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. E sono 3.062 i Comuni in cui non sono più presenti filiali bancarie. Lo rileva una ricerca della Fabi. Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si è passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021. Vuol dire 250 banche in meno (-35,4%) dal 2012 al 2021 e 18 in meno, in un anno (-3,80%), dal 2020 al 2021: la diminuzione è frutto della progressiva aggregazione tra grandi gruppi e banche più piccole, spinta dalle indicazioni del regolatore e degli organi di vigilanza, italiani ed europei. La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta è stata di 45.613 unità (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unità (-2,11%) tra il 2020 e il 2021. Tutte le uscite dei dipendenti delle banche, comunque, sono state gestite con pensionamenti e prepensionamenti volontari, senza licenziamenti e quindi senza alcuna tensione sociale, grazie al Fondo di solidarietà, uno strumento, importante conquista sindacale del 2000, che non pesa nulla, in termini finanziari, sul bilancio dello Stato. Contemporaneamente, grazie a un altro strumento, il Fondo per l’occupazione, sono stati assunti circa 38.000 giovani under 35 ed è così stato garantito, nel settore bancario, un importante ricambio generazionale. ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, Italia indietro per e-banking, a livello Grecia e Turchia Roma, 11 ago. (LaPresse) – Sull’accesso alla banca attraverso canali digitali l’Italia ha fatto passi in avanti, raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l’e-banking, ma resta ancora a livelli di paesi come Grecia e Turchia. Lo osserva la Fabi in un suo rapporto. Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale del sistema bancario italiano, l’analisi del tasso di ebanking della popolazione europea mostra preferenze diversificate tra i paesi e un grado di “maturità digitale” a diverse velocità. Nel 2012, in Italia, solo il 21% della popolazione si avvaleva dei servizi ebanking, un dato al di sotto della metà della media europea, pari al 38%, e ampiamente distante dal tasso di digitalizzazione bancaria dei cittadini dei maggiori paesi. (segue) ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, Italia indietro per e-banking, a livello Grecia e Turchia-2- Roma, 11 ago. (LaPresse) – In meno di 10 anni in Italia la propensione all’utilizzo dei canali digitali, sebbene raddoppiata, non mostra di essere ancora al passo con l’Europa perché la relazione multicanale continua a lasciare spazio al rapporto diretto con la clientela.Secondo i dati Eurostat, nel corso dell’ultimo decennio l’uso dei servizi bancari online da parte della popolazione italiana è stata molto limitata e a nulla è servita l’esperienza del distanziamento sociale negli anni più recenti postCovid. L’Italia è infatti ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’e-banking ai servizi bancari in filiale nel 2021. Rispetto a una media complessiva del 58%, nel confronto europeo il nostro Paese precede solo la Grecia (42%), la Turchia (46%), la Bulgaria (15%) e la Romania (15%) mentre fanno molto meglio di noi altri paesi importanti come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%). ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, quattro milioni italiani senza sportelli Roma, 11 ago. (LaPresse) – Sono più di 4 milioni gli italiani “senza banca” cioè gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali bancarie. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale.Lo rileva la Fabi in una sua indagine.La percentuale tuttavia, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la “desertificazione” bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini che non hanno più un’agenzia bancaria “sotto casa” né a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono quasi 700mila. Tutto ciò è frutto della progressiva chiusura delle agenzie da parte delle banche: gli sportelli, 32.881 nel 2012, a fine 2021 erano 21.650, in calo di 11.231 (- 34%). Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, è la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. (segue) ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, quattro milioni italiani senza sportelli-2- Roma, 11 ago. (LaPresse) – Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni senza banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni senza banche è il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, più staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni senza banche sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). Quanto alla dimensione demografica, si va da realtà non significative, con poche decine di abitanti, a enti locali con oltre 10.000 residenti (13 complessivamente, 10 dei quali in Campania): nell’elenco dei 3.062 comuni senza banca, i più piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica è Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini che non possono contare più su neanche un’agenzia o uno sportello bancario a portata di mano. (segue) ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, quattro milioni italiani senza sportelli-3- Roma, 11 ago. (LaPresse) – Dalla ricerca, realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, emerge, dunque, osserva Fabi, il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata: una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole.Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ne consegue, conclude Fabi, che la desertificazione bancaria può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari (dalla richiesta di finanziamenti alla consulenza per gli investimenti), dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale e, quindi, dell’economia, a vantaggio di organizzazioni criminali, con conseguenti danni per la crescita del Paese e anche per le finanze pubbliche in termini di minor gettito nelle casse dello Stato. ECO NG01 taw 120800 AGO 22
Banche: Fabi, piu’ di 4 milioni di italiani senza filiali nel Comune Roma, 12 ago – (Nova) – Sono piu’ di 4 milioni gli italiani “senza banca” cioe’ gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono piu’ presenti filiali bancarie. E’ quanto emerge da un’analisi della Fabi. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7 per cento della popolazione totale. Percentuale che, tuttavia, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la “desertificazione” bancaria interessa il 6 per cento della popolazione, al Centro il fenomeno risulta piu’ circoscritto (3,2 per cento), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione e’ decisamente piu’ marcata, i cittadini che non hanno piu’ un’agenzia bancaria “sotto casa” ne’ a distanza contenuta rappresentano il 10,7 per cento dei residenti. In meno di dieci anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012 la riduzione e’ stata pari al 34,16 per cento, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione e’ stata del 7,79 per cento: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. (segue) (Com)
Banche: Fabi, piu’ di 4 milioni di italiani senza filiali nel Comune (2) Roma, 12 ago – (Nova) – Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si e’ passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021. La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta e’ stata di 45.613 unita’ (-14,47 per cento) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unita’ (-2,11 per cento) tra il 2020 e il 2021. Sull’accesso alla banca via attraverso canali digitali l’Italia ha fatto passi in avanti, raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l’e-banking, ma resta ancora a livelli di paesi come Grecia e Turchia. L’Italia e’ infatti ancora il fanalino di coda tra i Paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45 per cento della popolazione complessiva che preferisce l’e-banking ai servizi bancari in filiale nel 2021, rispetto a una media complessiva del 58 per cento. (Com) NNNN
Banche: Sileoni (Fabi), riduzione filiali crea danni a Paese e clientela Roma, 12 ago – (Nova) – La riduzione delle filiali “sta creando e creera’ non pochi danni al Paese e alla clientela”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando l’analisi della federazione sulla desertificazione bancaria. “Il ruolo sociale – aggiunge – che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, e’ un argomento che non puo’ essere sottovaluto dai partiti politici. E’ grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare cio’ che vogliono. Non puo’ passare questa semplicistica tesi proprio perche’, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo cosi’ drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie e’ piu’ marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet”. (segue) (Rin)
Banche: Sileoni (Fabi), riduzione filiali crea danni a Paese e clientela (2) Roma, 12 ago – (Nova) – “Le inevitabili conseguenze – prosegue Sileoni – fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento senza che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attivita’ finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficolta’ economica. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme, suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di un’intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un ‘servizio pubblico essenziale’ determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari – conclude Sileoni – hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attivita’”. (Rin)
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (1) (9Colonne) Roma, 12 ago – Sono più di 4 milioni gli italiani “senza banca” cioè gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali bancarie. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale. Percentuale che, tuttavia, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la “desertificazione” bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini che non hanno più un’agenzia bancaria “sotto casa” né a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. È quanto emerge dalle analisi FABI. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono quasi 700mila. Tutto ciò è frutto della progressiva chiusura delle agenzie da parte delle banche: gli sportelli, 32.881 nel 2012, a fine 2021 erano 21.650, in calo di 11.231 (-34%). Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, è la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. (SEGUE) 120811 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (2) (9Colonne) Roma, 12 ago – Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni senza banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni senza banche è il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, più staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni senza abitanti sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). Quanto alla dimensione demografica, si va da realtà non significative, con poche decine di abitanti, a enti locali con oltre 10.000 residenti (13 complessivamente, 10 dei quali in Campania): nell’elenco dei 3.062 comuni senza banca, i più piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica è Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini che non possono contare più su neanche un’agenzia o uno sportello bancario a portata di mano. Ciò rappresenta un problema assai rilevante se si pensa che in Italia lo sviluppo dell’e-banking è ancora scarso rispetto alla media europea: meno della metà della clientela bancaria (45%) utilizza i canali digitali per accedere ai servizi bancari, contro una media del 58% e rispetto a grandi potenze economiche, come Spagna e Francia, che hanno tassi di clientela avvezza alla banca digitale pari al 65% e al 72%; il nostro Paese è allineato a realtà come Grecia (42%) e Turchia (46%). (SEGUE) 120813 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (3) (9Colonne) Roma, 12 ago – Dalla ricerca, realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, emerge, dunque, il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata: una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ne consegue che la desertificazione bancaria può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari (dalla richiesta di finanziamenti alla consulenza per gli investimenti), dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale e, quindi, dell’economia, a vantaggio di organizzazioni criminali, con conseguenti danni per la crescita del Paese e anche per le finanze pubbliche in termini di minor gettito nelle casse dello Stato. (SEGUE) 120816 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (4) (9Colonne) Roma, 12 ago – “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici. È grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare ciò che vogliono. Non può passare questa semplicistica tesi proprio perché, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo così drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, senza che nessuno intervenga. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet. Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento senza che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attività finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficoltà economica. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme, suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di un intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un ‘servizio pubblico essenziale’ determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attività” commenta il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni. (SEGUE) 120817 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (5) (9Colonne) Roma, 12 ago – In meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012 la riduzione è stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione è stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si è passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021. Vuol dire 250 banche in meno (-35,4%) dal 2012 al 2021 e 18 in meno, in un anno (-3,80%), dal 2020 al 2021: la diminuzione è frutto della progressiva aggregazione tra grandi gruppi e banche più piccole, spinta dalle indicazioni del regolatore e degli organi di vigilanza, italiani ed europei. La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta è stata di 45.613 unità (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unità (-2,11%) tra il 2020 e il 2021. Tutte le uscite dei dipendenti delle banche, comunque, sono state gestite con pensionamenti e prepensionamenti volontari, senza licenziamenti e quindi senza alcuna tensione sociale, grazie al Fondo di solidarietà, uno strumento, importante conquista sindacale del 2000, che non pesa nulla, in termini finanziari, sul bilancio dello Stato. Contemporaneamente, grazie a un altro strumento, il Fondo per l’occupazione, sono stati assunti circa 38.000 giovani under 35 ed è così stato garantito, nel settore bancario, un importante ricambio generazionale. (SEGUE) 120819 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (6) (9Colonne) Roma, 12 ago – La mappa della rete italiana degli sportelli bancari restituisce la fotografia di una Italia a tre velocità. La desertificazione bancaria risulta molto accentuata nel Sud e nelle Isole, con il 10,7% della popolazione che vive in 1.193 comuni dove non sono presenti filiali di banche: in tutto, si tratta di 2,1 milioni di soggetti residenti in Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Calabria, Puglia, poi nelle isole Sicilia e Sardegna. Più contenuto, il fenomeno al Nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto) dove gli italiani senza banca sono 1,6 milioni pari al 6% del totale. Nettamente meno preoccupante, poi, la questione se si volge lo sguardo al Centro: in Toscana, Umbria, Lazio e Marche, infatti, solo 375.294 persone, pari al 3,2% del totale, risiede in territori che non hanno filiali bancarie. Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche è la Calabria col 28,8% dei cittadini (531mila soggetti) residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%, 587mila soggetti), Abruzzo (12,6%, 160mila soggetti), Campania (12,5%, 699mila soggetti). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguito dalla Valle D’Aosta (33,4%, 41mila soggetti). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia (320mila soggetti) e il 6,1% in Sardegna (96mila soggetti). Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni senza banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% (53mila soggetti) e all’1,5% (54mila soggetti) del totale. (SEGUE) 120821 AGO 22
FOCUS / FABI: DESERTIFICAZIONE BANCARIA, PIÙ DI 4 MLN ITALIANI SENZA BANCA (7) (9Colonne) Roma, 12 ago – Sull’accesso alla banca via attraverso canali digitali l’Italia ha fatto passi in avanti, raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l’e- banking, ma resta ancora a livelli di paesi come Grecia e Turchia. Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale del sistema bancario italiano, l’analisi del tasso di e-banking della popolazione europea mostra preferenze diversificate tra i paesi e un grado di “maturità digitale” a diverse velocità. Nel 2012, in Italia, solo il 21% della popolazione si avvaleva dei servizi e-banking, un dato al di sotto della metà della media europea, pari al 38%, e ampiamente distante dal tasso di digitalizzazione bancaria dei cittadini dei maggiori paesi. In meno di 10 anni in Italia la propensione all’utilizzo dei canali digitali, sebbene raddoppiata, non mostra di essere ancora al passo con l’Europa perché la relazione multicanale continua a lasciare spazio al rapporto diretto con la clientela. Secondo i dati Eurostat, nel corso dell’ultimo decennio l’uso dei servizi bancari online da parte della popolazione italiana è stata molto limitata e a nulla è servita l’esperienza del distanziamento sociale negli anni più recenti post-Covid. L’Italia è infatti ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’e-banking ai servizi bancari in filiale nel 2021. Rispetto a una media complessiva del 58%, nel confronto europeo il nostro Paese precede solo la Grecia (42%), la Turchia (46%), la Bulgaria (15%) e la Romania (15%) mentre fanno molto meglio di noi altri paesi importanti come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%). (Red) 120822 AGO 22
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA == ROMA (ITALPRESS) – Sono più di 4 milioni gli italiani “SENZA BANCA” cioè gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali bancarie. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale. Percentuale che, tuttavia, presenta vistose differenze su base geografica: se al Nord la “desertificazione” bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini che non hanno più un’agenzia bancaria “sotto casa” né a distanza contenuta rappresentano il 10,7% dei residenti. Lo si evince dall’analisi fatta dalla Fabi. (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-2- La Campania è la prima regione per numero di abitanti SENZA BANCA: sono quasi 700mila. Tutto ciò è frutto della progressiva chiusura delle agenzie da parte delle banche: gli sportelli, 32.881 nel 2012, a fine 2021 erano 21.650, in calo di 11.231 (-34%). Tra le regioni più grandi, quella che presenta una minore presenza di banche, in termini percentuali, è la Calabria col 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie bancarie. Poi, a seguire: Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%), Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna. Emilia Romagna e Toscana sono, invece, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione del territorio nazionale: la popolazione che risiede in comuni SENZA banche, infatti, corrisponde, rispettivamente, solo all’1,2% e all’1,5% del totale. In termini assoluti, la regione con il maggior numero di comuni SENZA banche è il Piemonte (713 enti locali, 587mila abitanti), seguita da Lombardia (483 enti locali, 575mila abitanti) e, più staccate, Calabria (280 enti locali, 531mila abitanti), Campania (280 enti locai, 699mila abitanti), Lazio (179 enti locali, 245mila abitanti), Abruzzo (173 enti locali, 160mila abitanti). In Sicilia e in Sardegna, i comuni SENZA abitanti sono rispettivamente 132 (320mila abitanti) e 111 (96mila abitanti). (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-3– Quanto alla dimensione demografica, si va da realtà non significative, con poche decine di abitanti, a enti locali con oltre 10.000 residenti (13 complessivamente, 10 dei quali in Campania): nell’elenco dei 3.062 comuni SENZA BANCA, i più piccoli sono entrambi in Lombardia, Pedesina (Sondrio) e Morterone (Lecco), e hanno rispettivamente 30 e 34 abitanti; mentre il primo nella classifica è Pollena Trocchia (Napoli, Campania) con 13.514 cittadini che non possono contare più su neanche un’agenzia o uno sportello bancario a portata di mano. Ciò rappresenta un problema assai rilevante se si pensa che in Italia lo sviluppo dell’e-banking è ancora scarso rispetto alla media europea: meno della metà della clientela bancaria (45%) utilizza i canali digitali per accedere ai servizi bancari, contro una media del 58% e rispetto a grandi potenze economiche, come Spagna e Francia, che hanno tassi di clientela avvezza alla BANCA digitale pari al 65% e al 72%; il nostro Paese è allineato a realtà come Grecia (42%) e Turchia (46%). (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-4- Dalla ricerca, realizzata incrociando i dati statistici della BANCA d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, emerge, dunque, il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata: una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ne consegue che la desertificazione bancaria può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari (dalla richiesta di finanziamenti alla consulenza per gli investimenti), dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale e, quindi, dell’economia, a vantaggio di organizzazioni criminali, con conseguenti danni per la crescita del Paese e anche per le finanze pubbliche in termini di minor gettito nelle casse dello Stato. (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-5- “Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici. È grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema: non se ne preoccupano abbastanza con la giustificazione che, essendo le banche aziende private, sono in qualche modo legittimate a fare ciò che vogliono. Non può passare questa semplicistica tesi proprio perché, da sempre, le banche si occupano dei risparmi degli italiani e non dovrebbero assolutamente trasformarsi in semplici negozi finanziari, riducendo così drasticamente la consulenza a imprese e famiglie, SENZA che nessuno intervenga. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-6- “Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet. Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. Insomma, stiamo assistendo a un radicale cambiamento SENZA che nessun regolatore finanziario e politico intervenga a tutela della clientela e dei dipendenti bancari. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito, col pericolo consequenziale di espellere milioni di soggetti dall’economia regolare: ne consegue che si lascia spazio alle organizzazioni criminali, all’usura e a tutte quelle attività finanziarie illegali che riescono sempre ad approfittare di situazioni di disagio e difficoltà economica” prosegue Sileoni. (ITALPRESS) – (SEGUE). tvi/com 12-Ago-22 09:58
PIÙ DI 4 MILIONI DI ITALIANI SENZA BANCA ==-7- “Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme, suffragato non solo dai numeri, ma anche dalle testimonianze di un intera categoria di lavoratrici e lavoratori bancari, dalle loro quotidiane esperienze e dal fatto che rappresentiamo un ‘servizio pubblico essenziale’ determinante anche per far funzionare l’economia del Paese nei pesanti periodi della pandemia, quando, purtroppo, molti dipendenti bancari hanno perso la vita nel quotidiano esercizio della loro fondamentale attività conclude il segretario generale della Fabi. (ITALPRESS). tvi/com 12-Ago-22 09