«POCO TEMPO PER VALUTARE LA PROPOSTA, BRUTTA ABITUDINE DI INTESA CHE NON PUÒ PIÙ ESSERE TOLLERATA»

Intervista al Corriere.it del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, per commentare l’ipotesi, avanzata dal gruppo di Ca’ de Sass, di ridurre l’orario di lavoro portando i giorni da cinque a quattro

«POCO TEMPO PER VALUTARE LA PROPOSTA, BRUTTA ABITUDINE DI INTESA CHE NON PUÒ PIÙ ESSERE TOLLERATA»

Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, primo sindacato nel settore bancario, considera la trattativa in corso in Intesa Sanpaolo sulla settimana corta una pietra miliare per le evoluzioni dell’organizzazione del lavoro nel settore bancario. Nel merito non nasconde una serie di dubbi. La settimana corta era già prevista nel vostro contratto. Qualche istituto l’aveva già realizzata?
«No, non in questa maniera. Per questo si tratta di una trattativa importante. Stabilirà un precedente a cui potrebbero riferirsi altre aziende anche fuori del settore bancario».

L’accordo consentirebbe di lavorare 36 ore alla settimana invece di 37,5 distribuite su quattro giorni invece che su 5, il tutto a parità di stipendio. È corretto?
«Questa è la proposta del gruppo e dal punto di vista economico non è un regalo, ma esattamente quanto stabilito dalle normative. C’è da considerare che affinché non sia una proposta in perdita per il lavoratore occorrono una serie di aggiustamenti, tra cui buoni pasto e ristoro delle spese sostenute a casa, comprese quelle energetiche».

Lei sta parlando di smart working. Quindi la settimana corta sarebbe caratterizzata dal lavoro da casa?
«Questo sembra prevedere la proposta che abbiamo ricevuto. Lo smart working spesso risolve problemi di conciliazione vita-lavoro per i dipendenti. Ma nelle prime bozze di accordo sarebbe il capo del servizio a decidere per esempio quale deve essere il quinto giorno non lavorativo e lo schema di smart working da adottare. E a noi questo non va bene».

Il contratto del settore bancario prevede al massimo 10 giorni al mese di smart working. Quando scadrà a dicembre questo punto sarà oggetto di discussione?
«Il contratto ora in vigore prevede 10 giorni al mese e finché è in vigore va rispettato. Gli accordi aziendali quindi non devono derogare. In generale, non le nascondo un po’ di diffidenza per come può essere applicato lo smart working nel nostro settore. In particolare, non vorrei che alla lunga qualche banca tendesse a spingere le persone verso vere e proprie forme di telelavoro, al 100% da casa, per poi – nelle fasi congiunturali più complesse per gli istituti – convertire il loro contratto in forme di lavoro autonomo o esternalizzare».

L’accordo sarà chiuso entro mercoledì?
«L’accordo sarà chiuso quando troveremo un equilibrio ragionevole e sostenibile per tutti, senza farci vincolare da limiti di tempo. Il testo dell’accordo ci è stato consegnato poche ore fa e, a tutela dei lavoratori, abbiamo bisogno di effettuare importanti approfondimenti legali. Una brutta abitudine, questa, delle relazioni sindacali di Intesa, che non può più essere tollerata».

Roma, 12 ottobre 2022

LA FABI CONTRO LE ESTERNALIZZAZIONI IN BCC SISTEMI INFORMATICI

27/09/2024 |

LA FABI CONTRO LE ESTERNALIZZAZIONI IN BCC SISTEMI INFORMATICI

La Federazione autonoma bancari italiani ribadisce con fermezza il «no» alla demolizione di un settore …

BCC, IPOTESI DI NUOVO CONTRATTO APPROVATA COL 98% DEI SÌ

23/09/2024 |

BCC, IPOTESI DI NUOVO CONTRATTO APPROVATA COL 98% DEI SÌ

Via libera di lavoratrici e lavoratori del credito cooperativo all’’accordo sul ccnl sottoscritto da Fabi, …

BANCHE, A RADIO24 LE STIME FABI SUL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

23/09/2024 |

BANCHE, A RADIO24 LE STIME FABI SUL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

L’emittente del gruppo Sole24Ore riprende i dati riportati su Messaggero e Gazzettino in un articolo …