IN UMBRIA CONTINUANO A CHIUDERE LE FILIALI, 25 COMUNI SENZA

Il dirigente regionale della Fabi, Enrico Simonetti, torna sulle pagine del Corriere d’Umbria sul tema della desertificazione bancaria sul territorio. Oltre alla diminuzione di sportelli e dipendenti anche una riduzione di alcune figure professionali. «È situazione che creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole»

IN UMBRIA CONTINUANO A CHIUDERE LE FILIALI, 25 COMUNI SENZA

Sulle pagine del Corriere dell’Umbria torna l’allarme della Fabi sulla desertificazione bancaria nella regione. Oltre 25 comuni su 92 sono senza agenzie di credito: dal 2015 al 2021 sul territorio umbro hanno chiuso oltre 163 sportelli e 1.200 dipendenti in meno.

«L’allontanamento delle banche dai territori porta a escludere una fetta rilevante della popolazione perché non più al passo con le nuove tecnologie utilizzate – ha commentato sulle pagine del Corriere il dirigente regionale della Federazione, Enrico Simonetti, - soprattutto in una regione come l'Umbria con una consistente fascia di persone anziane. La situazione creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale».

«La desertificazione bancaria – ha sottolineato Simonetti – può provocare da un lato un forte limite nell’accesso ai servizi bancari, dall’altro può spingere la clientela fuori del circuito finanziario legale».

Un impoverimento non solo quantitativo ma anche qualitativo perché la desertificazione delle banche ha portato, inoltre, un progressivo e consistente calo occupazionale che sta determinando «una riduzione di alcune figure di professionalità rilevanti» ha continuato il dirigente Fabi precisando che «questo poteva far scattare un’emergenza e se ciò non è avvenuto è solo grazie al nostro sistema che prevede il Fondo esuberi, finanziato da noi bancari, diretto ad accompagnare i colleghi alla pensione fin da cinque anni prima. Ciò nonostante il venir meno di tanti posti di lavoro ha portato sicuramente a un calo di gettito fiscale nella nostra regione».

«C’è un silenzio assordante di fronte alle nostre istanze – ha concluso – la politica deve intervenire. Una volta c’era il tavolo del credito. Non è più stato convocato da un lustro, andrebbe riconvocato».

Intanto per le Bcc martedì scorso alcuni consiglieri regionale hanno firmato all’unanimità una mozione a “sostegno al sistema del credito cooperativo”, ed è stata inoltre accolta la proposta emendativa con l’avvio di una serie di audizioni con Abi, Fabi, Banca D’Italia e associazioni di categoria delle imprese.

Perugia, 6 febbraio 2023

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