CASSA CENTRALE BANCA, NON PARTE LA TRATTATIVA PER IL CONTRATTO INTEGRATIVO
Con una nota unitaria, la Fabi e le altre sigle hanno comunicato la indisponibilità da parte dei vertici del gruppo di avviare il confronto. Mazzucchi: «Nessuna risposta agli importanti e urgenti temi a tutela dei lavoratori. Se dovesse continuare in questo atteggiamento dilatorio, la Capogruppo comprometterà la qualità delle relazioni industriali costruite fino ad ora».
Non parte la trattativa tra la Fabi e le altre sigle con i vertici di Cassa Centrale Banca per il nuovo contratto integrativo di gruppo. Lo hanno comunicato ieri le organizzazioni sindacali con una nota unitaria nella quale sottolineano che nonostante siano “passati tre mesi dalla presentazione della piattaforma, approvata con il 97% dei consensi dei lavoratori, la Capogruppo non ha dimostrato nessuna diponibilità ad avviare un confronto”.
Nel comunicato unitario delle sigle sindacali, l’atteggiamento aziendale viene definito “poco rispettoso nei confronti degli oltre 11 mila dipendenti di Cassa Centrale Banca che attendono risposte e garanzie”, soprattutto dopo gli ottimi risultati di bilancio.
«Mi dispiace rilevare che, al di là delle rassicurazioni verbali, la Capogruppo si sottrae al confronto e non dà risposte agli importanti e urgenti temi a tutela dei lavoratori – ha commentato il coordinatore Fabi del Gruppo Cassa Centrale Banca, Domenico Mazzucchi.
«Vanno affrontate, ad esempio, la materia dei nuovi profili professionali e relativi inquadramenti, la mobilità territoriale e il welfare: senza tralasciare l’aspetto economico in considerazione dell’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse sui mutui – ha continuato Mazzucchi –
Il Gruppo ha chiuso con 562 milioni di Euro (+ 150% rispetto al 2019 anno di partenza del gruppo): un risultato economico straordinario che deve essere adeguatamente distribuito alle lavoratrici e ai lavoratori del Gruppo».
Per il coordinatore della Fabi «L’AD, Sandro Bolognesi, sta sottovalutando l’importanza che riveste il primo contratto integrativo di Gruppo per il benessere dei suoi collaboratori e, aggiungo, per il successo del Gruppo. Se dovesse continuare in questo atteggiamento dilatorio, comprometterà la qualità delle relazioni industriali costruite fino ad ora».
Trento, 16 marzo 2023