FABI SONDRIO, “IL SINDACATO: IDEE E COERENZA”
21° Congresso provinciale per la Fabi di Sondrio, con Mauro Scarin a rappresentare la segreteria nazionale e il coordinatore provinciale uscente Valerio Pozzoni che passa il testimone a Andrea Faldarini, eletto alla guida del Sab per il prossimo quadriennio
In una intensa stagione congressuale Fabi che sta per completare il suo corso, è oggi il Sab di Sondrio a schierare i suoi sindacalisti e i suoi iscritti, riuniti al Centro Congressi Cappelli per decidere insieme squadra, obiettivi e progetti per i prossimi quattro anni.
Dopo la nomina di Corrado Villa come presidente congressuale, è il coordinatore uscente Valerio Pozzoni ad esporre la sua relazione introduttiva all’attenta platea.
Quella di Pozzoni è un’analisi a tutto tondo sui temi più attuali del settore del credito: desertificazione bancaria, ruolo della Bce e rialzo dei tassi di interessi per mutui e prestiti, il periodo pre-Covid, con tutte le aggregazioni e fusioni bancarie che ha portato, e i mesi che verranno, con le ulteriori trasformazioni del settore a cui assisteremo.
Pozzoni entra poi in un excursus dettagliato sulla situazione dei gruppi bancari presenti sul territorio, con tutte le difficoltà che i bancari incontrano ogni giorno per svolgere il loro lavoro.
Poi, tema caldissimo, l’imminente rinnovo del contratto nazionale dei 280mila lavoratori bancari, un rinnovo contrattuale che sarà fondamentale per garantire tutele e diritti della categoria.
Nonostante la critica situazione generale del settore del credito, Pozzoni sottolinea con orgoglio l’ottima salute del Sab in termini di iscritti: risultati molto soddisfacenti realizzati anche grazie ai numerosi servizi offerti dal Sab, ad iniziare da una pronta assistenza fiscale che la struttura offre. Pozzoni non dimentica di ringraziare tutti i dirigenti sindacali locali che ogni giorno si impegnano per assistere i lavoratori rappresentati.
È con un inciso incoraggiante, rivolto alla sua squadra, che il coordinatore uscente conclude il suo intervento: «Ricordatevi sempre che noi siamo la Fabi, senza la Fabi non si va da nessuna parte».
Spetta poi al segretario nazionale Mauro Scarin prendere la parola, in rappresentanza dell’intero vertice nazionale Fabi.
«Sarà un contratto difficile. Dobbiamo proseguire sicuri sulla nostra strada, non possiamo permettere che ogni azienda si faccia un proprio contratto e, statene certi, non lo permetteremo. Non vogliamo mettere a repentaglio tutte le tutele e le garanzie che hanno finora difeso l’intera categoria dei lavoratori bancari».
Dopo la fondamentale premessa, Scarin passa ai vari argomenti sul tavolo. Iniziando dalle serie ripercussioni che uno sviluppo incontrollato dello smart working potrebbe determinare: «Il rischio è che molte lavorazioni vengano direttamente esternalizzate all’estero, e allora ne andrebbero di mezzo tutti i lavoratori. Noi non siamo contrari a smart working o settimana corta, è bene sempre ribadirlo, vogliamo però che tutto venga normato perché, attualmente, ci sono troppi vantaggi a favore delle aziende e a discapito dei colleghi. I lavoratori, a volte, tendono a sottovalutare i rischi che corrono, ed è nostro compito metterli in guardia».
Poi, il tema più sentito, le trattative per il rinnovo del contratto nazionale: «Il primo accordo che dobbiamo fare è quello sulle agibilità sindacali: questo accordo è per noi vitale, è la nostra priorità». La definizione del nuovo accordo sulle libertà sindacali è, infatti, un confronto particolarmente importante tra sindacati e Abi perché si rivelerà fondamentale per consentire ai dirigenti sindacali di poter essere presenti in maniera concreta al fianco dei lavoratori bancari.
Poi, sempre inerente il contratto nazionale: «Tema centrale della trattativa sarà anche la richiesta economica. Ovvio che, se teniamo conto dell’inflazione e facciamo riferimento all’aumento ottenuto con l’ultimo contratto, la nostra richiesta dovrebbe essere, in proporzione, 5 volte l’ultimo aumento. Ma la coalizione tra piccole e grandi banche creerà di certo ostacoli al raggiungimento del risultato, dovremo pertanto monitorare con attenzione la situazione».
E una riflessione sul periglioso argomento delle pressioni commerciali, altra situazione critica che «dovremo fronteggiare e, quindi, sarà un punto da affrontare con Abi: l’indagine sul lavoro correlato realizzata dal Sab di Pavia, in collaborazione con altri Sab, è allarmante e dipinge uno scenario molto serio, con una larga fascia di lavoratori bancari costretta all’utilizzo di psicofarmaci».
Altro tema caldo affrontato dal segretario nazionale, la perdita del ruolo sociale delle banche: «Oggi, le banche vendono principalmente prodotti, quindi hanno perso il loro ruolo tradizionale: ecco perciò che, quando Sileoni parla, in tv e in radio, di banche, parla anche dell’intera società, parla di tutti noi. La perdita del ruolo sociale delle banche è un fenomeno che va a colpire la vita di ognuno di noi, ed è anche una diretta conseguenza della desertificazione bancaria: le banche guardano solo all’utile immediato, chiudono pertanto gli sportelli, che non rispondono a questi meri requisiti. Di conseguenza, abbiamo paesi senza sportelli bancari, che hanno perso i riferimenti sociali di un tempo, quando in una collettività c’erano il parroco, il farmacista, il maestro, il bancario».
Il segretario nazionale conclude il suo intervento con una nota positiva: «Sarà un contratto difficile ma siamo convinti che, come sempre, la Fabi lo porterà a casa. Faremo il contratto nazionale perché siamo gli unici. C’è solo la Fabi che “tira il carro”, è l’unica organizzazione sindacale che riesce a tenere insieme anche le aziende. È successo con l’ultimo rinnovo contrattuale, sarà lo stesso con questo». Nell’inciso finale, Scarin riprende il concetto che dà il titolo all’assise: «La Fabi ci mette le idee, ai Sab dico: dobbiamo sempre muoverci compatti, mantenendo sempre la nostra coerenza, per l’interesse dell’intera categoria».
Molti gli input dalla platea che hanno arricchito il dibattito: uno tra tutti, quello di Alessandro Vanoncini, dalla segreteria provinciale di Bergamo, che nel suo intervento rimarca il ruolo decisivo che ha sempre avuto, e avrà anche stavolta, la Fabi per conquistare il contratto nazionale e l’importanza di coinvolgere i giovani all’interno del sindacato: «Un giovane che entra nel sindacato non deve avere paura perché sarà un “nano sulle spalle dei giganti”, potrà contare su tutto il supporto e l’esperienza dei sindacalisti più anziani». Concetto ripreso dal sindacalista locale Andrea Faldarini, che ha sottolineato la necessità di coinvolgere i colleghi più giovani nell’attività sindacale, creando un vero e importante senso di appartenenza e garantendo, pertanto, un sano ricambio generazionale anche nel sindacato.
Al dibattito sono seguite le votazioni, che hanno designato Andrea Faldarini nuovo coordinatore provinciale: sarà pertanto lui a prendere in mano il timone del Sab di Sondrio per il prossimo quadriennio.
Sondrio, 25 marzo 2023
Il servizio realizzato dalla FABI TV