MUTUI, 8 FAMIGLIE SU 10 IN DIFFICOLTÀ CON LE RATE A TASSO VARIABILE

Sull’agenzia di stampa LaPresse i dati della Fabi sulle conseguenze degli aumenti dei tassi d’interesse sui prestiti. Oltre 960.000 i privati con problemi con i pagamenti

MUTUI, 8 FAMIGLIE SU 10 IN DIFFICOLTÀ CON LE RATE A TASSO VARIABILE

"Se le proposte delle banche di allungare la durata delle sottoscrizioni a tassi variabili equivalgono a un congelamento del pagamento per chi non ha ritardi lo stesso non può dirsi per quella parte di Paese che già non è in regola con i rimborsi o per chi rischia, per poche centinaia di euro, di trovarsi in cima alla classifica di 'cattivo pagatore'". Le regole dell’Eba, infatti, hanno introdotto una nuova categoria di credito 'rischioso' definito 'forbone' prevista per tutti quei prestiti o finanziamenti oggetto di ristrutturazione. "Ne consegue che il cliente beneficiario di un allungamento del piano di rimborso dovrebbe essere obbligatoriamente iscritto nella categoria 'forbone'. Servirebbe una deroga o una moratoria da introdurre con un provvedimento legislativo che, tuttavia, deve ottenere il benestare sia dell’Unione europea sia dell’Eba"

 

Mutui: FABI, 8 famiglie su 10 in difficoltà con rate hanno tasso variabile Roma, 15 lug. (LaPresse) – Più di quattro quinti delle famiglie con mutuo in sofferenza, praticamente 8 su 10, ha optato per il tasso variabile. E’ quanto spiega a LaPresse FABI, elaborando dati di Bankitalia. Su 960.000 famiglie in difficoltà, circa 790.000 hanno un mutuo a tasso variabile e le altre 170.000 uno a tasso fisso. Per le prime, le difficoltà sono cagionate dall’aumento dei tassi di interesse e quindi delle rate, cresciute in un anno del 70-75%. Per le seconde, invece, che, avendo un contratto di prestito a tasso fisso, non hanno visto crescere la rata, le criticità vanno individuate nel generale aumento dell’inflazione: la corsa dei prezzi, infatti, tenendo conto che gli stipendi sono fermi (il potere d’acquisto in Italia è quello di 25 anni fa), ha ridotto il reddito disponibile con inevitabili ripercussioni anche sul rispetto delle scadenza bancarie. ECO NG01 ntl/lcr 151746 LUG 23

Mutui: rata media su di 223 euro in 3 anni, Mef-Abi al lavoro su tempi più lunghi/PREVISTO Roma, 15 lug. (LaPresse) – Continua la corsa dei mutui. Dati alla mano, in meno di tre anni chi ha sottoscritto un mutuo ventennale da 150mila euro a tasso variabile si trova a pagare 223 euro in più di rata, un incremento pari al 31,63%. E’ quanto emerge da un calcolo effettuato da LaPresse su dati Abi, utilizzando come tassi di riferimento quelli di dicembre 2020, quando toccarono il 1,25%, valore minimo registrato, e quelli di maggio 2023, fissati al 4,24%. Sottoscrivendo nel dicembre 2020 un mutuo da 150mila per vent’anni – la media delle richieste in Italia si aggira appunto tra i 150mila e i 170mila euro, per 20-25 anni – ci si sarebbe trovati a pagare una rata da 706,7 euro. Nel maggio 2023, la rata per lo stesso mutuo è salita a 928,05 euro. Un aggravio notevole per le famiglie italiane, tanto che in occasione dell’assemblea Abi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva ribadito come sia “indispensabile e urgente che si raggiunga un accordo per un allungamento della durata dei mutui a tasso variabile così da mitigare l’impatto talvolta insostenibile dell’incremento delle rate a carico delle famiglie”. E’ a questa ipotesi che tecnici del ministero e dell’Abi stanno lavorando in una serie di incontri piuttosto serrati volti a trovare una soluzione che tenga conto anche delle rigidità delle regole dell’autorità bancaria europea, già denunciate dal numero uno Abi Antonio Patuelli secondo cui un cambiamento è necessario per chi è in ritardo con i pagamenti. Ma “le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento”, aveva ricordato all’assemblea, ma su richiesta “possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe”. In Italia, stima FABI su dati Bankitalia, ci sono 3,5 milioni di famiglie con un mutuo, di cui 960mila in difficoltà con i pagamenti. L’importo complessivo di mutui erogati ammonta a 437,165 miliardi, di cui 290,278 a tasso fisso e 146,887 a tasso variabile. La fascia con maggiore difficoltà è fino a 300mila euro, per lo più al Nord Ovest, dove si registra il 33,8% dell’ammontare dei mutui del Paese, contro il 22,9% del Nord Est, il 23% del Centro, il 13,5% del Sud e il 6,3% delle Isole. Il rischio evidenziato dagli ambienti bancari è che la modifica del piano di ammortamento per l’allungamento del prestito equivalga a un ritardo nel pagamento del debito: “Se le proposte delle banche di allungare la durata dei mutui a tassi variabili equivalgono a congelare la rata per chi non ha ritardi nei pagamenti – evidenziano da FABI – lo stesso non può dirsi per quella parte di Paese che già non è in regola con i rimborsi o per chi rischia, per poche centinaia di euro, di trovarsi in cima alla classifica di ‘cattivo pagatore'”. Le regole dell’Eba infatti hanno introdotto una nuova categoria di credito ‘rischioso’ definito ‘forbone’ prevista per tutti quei prestiti o finanziamenti oggetto di ristrutturazione, ovvero per i quali è richiesta una modifica delle condizioni contrattuali inizialmente applicate al debitore. Si tratta di quei crediti per i quali si prevede un cambiamento del piano di rimborso o delle condizioni di tasso che fa scattare un allarme finanziario per il debitore, anche se questi non è in difficoltà. “Ne consegue che il cliente beneficiario di un allungamento del piano di rimborso dovrebbe essere obbligatoriamente iscritto nella categoria ‘forbone’ – è l’allarme FABI – Servirebbe una deroga o una moratoria da introdurre con un provvedimento legislativo che, tuttavia, deve ottenere il benestare sia dell’Unione europea sia dell’Eba”. ECO NG01 ntl 151700 LUG 23

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