CASSA CENTRALE BANCA, INDAGINE SU CLIMA AZIENDALE

Mazzucchi: «La qualità del clima aziendale e il benessere lavorativo sono, da sempre, una priorità per la FABI. Con questa indagine abbiamo voluto dare voce ai colleghi per scattare una fotografia più reale e dettagliata possibile del fenomeno»

CASSA CENTRALE BANCA, INDAGINE SU CLIMA AZIENDALE

Quanto possiamo ricondurre il rischio di errori e inadempienze, da parte dei lavoratori, alle condizioni e ai carichi di lavoro derivanti da carenze organizzative aziendali? Quanto un clima aziendale sano, o il suo contrario, può influire sui risultati?

Su questo tema cerca di fare luce, dando importanti risposte, l'analisi condotta dal Coordinamento nazionale Fabi Cassa Centrale Banca, in collaborazione con il Dipartimento Welfare della federazione.

L’indagine, svolta fra i dipendenti del gruppo CCB attraverso un questionario, ha permesso di ottenere e capire, direttamente dalla platea interessata, dati e opinioni sul vissuto e sulle reali problematiche dei lavoratori bancari: 2.085 le risposte pervenute, un campione certamente rappresentativo dei 11.733 dipendenti del Gruppo.

Le principali questioni emerse riguardano i diversi aspetti della vita quotidiana in azienda, ad iniziare dalle “Sensazioni all’inizio della giornata lavorativa”: circa il 40% dei lavoratori affronta la giornata con un approccio di sensazioni negative, vale a dire ansia, frustrazione (soprattutto chi lavora sulla rete, i commerciali), depressione, apatia.

Un altro tassello riguarda la “Percezione di apprezzamento per il lavoro svolto e senso di appartenenza all’azienda”: la sensazione di sentirsi apprezzati è piuttosto labile ma il “senso di appartenenza all’azienda” corrisponde circa al 70%. Un elemento positivo, che mostra nelle lavoratrici e nei lavoratori un senso di appartenenza radicato e forte, nonostante un apprezzamento più debole del loro operato.

Altro aspetto valutato è la “Percezione di clima e dell’ambiente di lavoro”: la risposta più diffusa è “collaborativo/coinvolgente” ma la stessa si riferisce al clima all’interno del singolo ufficio, della singola filiale, quindi il rapporto con i colleghi diretti con cui si collabora e non come dato allargato all’intera Azienda.

Tra i “Fatti e comportamenti che creano disagio”, in cima alla lista spicca l’annoso problema delle “pressioni commerciali e raggiungimento dei risultati”, segnalato da circa il 65% dei lavoratori, specie relativamente al sovrapporsi di più mansioni: questo porta a pensare che le aziende spingano sulle pressioni commerciali e il raggiungimento dei risultati, senza alleggerire i colleghi dalle altre incombenze.

L’indagine evidenzia anche che ben il 43% dei colleghi dichiara di soffrire di disturbi da stress (ricorso a farmaci ansiolitici, supporto psicologico, disturbi del sonno): nello specifico, questi disturbi risultano particolarmente spiccati negli anni della crescita professionale e lavorativa, quindi nella fascia media.

Uno dei dati più preoccupanti è riferito alla tipologia di mansioni rispetto al genere di appartenenza: le donne sono complessivamente concentrate su mansioni inferiori rispetto agli uomini (e ciò incide sul vissuto della giornata lavorativa) in quanto maggiormente adibite a mansioni di back office e amministrative.

Questa la dichiarazione del Coordinatore Fabi Cassa Centrale Banca, Domenico Mazzucchi: «La qualità del clima aziendale e il benessere lavorativo sono, da sempre, una priorità per la FABI. Purtroppo un benessere lavorativo che negli ultimi anni è stato fortemente compromesso a causa dell’ingente aumento degli adempimenti amministrativi e delle relative responsabilità normative che gravano sui lavoratori bancari e delle sempre più elevate pressioni per il raggiungimento degli obiettivi commerciali. Un processo di cambiamento che sta interessando anche le BCC, in modo particolare dopo la costituzione dei Gruppi Bancari cooperativi.

Con questa indagine abbiamo voluto dare voce ai colleghi per scattare una fotografia più reale e dettagliata possibile del fenomeno nelle BCC e Aziende del Gruppo Cassa Centrale. I risultati emersi sono sorprendenti, e per certi versi preoccupanti, e ci obbligano a affrontare il problema a ogni livello sindacale, a partire dal confronto con la Capogruppo che non può esimersi dal prendersi carico delle questioni emerse».

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