«SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO LE BANCHE NON POSSONO DIRE NO»

Nuovo incontro in Abi sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha puntato i piedi sulle richieste economiche, rivendicando il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori per i risultati del settore bancario. Nel triennio 2022-2024 gli utili arriveranno in totale fino a 90 miliardi di euro

«SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO LE BANCHE NON POSSONO DIRE NO»

Nuovo incontro in Abi sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha puntato i piedi sulle richieste economiche, rivendicando il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori per i risultati del settore bancario. Nel triennio 2022-2024 gli utili arriveranno in totale fino a 90 miliardi di euro

 

 

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

COMUNICATO STAMPA

BANCHE: SILEONI, SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO NON POSSONO DIRE “NO”

 

Roma, 11 ottobre 2023. «Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili. Le banche non hanno argomenti per dire “no” rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali. E con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario, è caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche.  «Grazie alla modifica sulla tassa, le banche hanno due opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto più conveniente. Insomma, il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta “in casa” per rafforzare le singole aziende o gruppi. I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo: questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024. Vuol dire, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio: un record per il settore bancario italiano. Inoltre, durante la trattativa col governo sugli extraprofitti, le banche hanno perso l’occasione per risolvere, sul piano normativo, definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti. Al momento, a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70.000 lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga. È una questione serissima che non può essere ignorata dai vertici delle banche: in assenza di una correzione normativa, dobbiamo trovare una soluzione interna al settore» ha aggiunto Sileoni. «Quanto alle risposte fornite oggi dall’Abi sulla nostra piattaforma, il mio giudizio al momento è totalmente negativo» ha aggiunto Sileoni. In relazione alla risposta di Abi sulla parte economica, il segretario generale della Fabi ha osservato che «non è possibile quantificare il costo complessivo delle nostre richieste, è possibile quantificare solo quello che è monetizzabile. Ricordo, inoltre, che il contratto è scaduto a fine 2022 e che il 2023, in termini di riconoscimenti economici, non sarà regalato alle banche. Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi, lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscirà pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella società, nella politica e in ogni altro settore extra bancario. Non aspettatevi sconti di nessun genere».

SILEONI (Fabi), ‘le banche non possono dire no a piattaforma’ Con modifica a tassa sugli extraprofitti è caduto l’ultimo alibi (ANSA) – MILANO, 11 OTT – Le banche “non possono dire no” alle proposte dei sindacati per il rinnovo del contratto nazionale. Lo a erma il segretario della Fabi Lando SILEONI in una nota in cui scrive che “il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili”. “Le banche – sottolinea – non hanno argomenti per dire ‘no’ rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali”. “Con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario – aggiunge il sindacalista – è caduto l’ultimo debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni”. (ANSA). VE 2023-10-11 16:46 S42 QBXH ECO

SILEONI (Fabi), ‘le banche non possono dire no a piattaforma’(2) (ANSA) – MILANO, 11 OTT – Il segretario generale della Fabi Lando SILEONI ricorda che “la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. Il tema è il rinnovo del contratto scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280mila dipendenti delle banche. “Grazie alla modifica sulla tassa – ricorda SILEONI – le banche hanno 2 opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto più conveniente”. “Insomma – prosegue SILEONI – il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta ‘in casa’ per ra orzare le singole aziende o gruppi”. “I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo – indica – e questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024, che vanno, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio, un record per il settore bancario italiano”. (ANSA). VE 2023-10-11 17:05 S0A QBXB ECO

SILEONI all’Abi, ‘pronti a forte mobilitazione sul contratto’ “Chiudere in tempi brevi,non aspettarsi sconti di nessun genere” (ANSA) – MILANO, 11 OTT – Giudizio “totalmente negativo” del segretario generale della Fabi Lando SILEONI sulle risposte dell’Abi sulla piattaforma di rinnovo del contratto presentata dai sindacati. “Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi – spiega – lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscirà pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella società, nella politica e in ogni altro settore extra bancario”. “Non aspettatevi sconti di nessun genere” aggiunge spiegando che le banche “hanno perso l’occasione per risolvere definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti, sul piano normativo”. “Al momento – spiega SILEONI – a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70mila lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga”. Una questione che Sileoni reputa “serissima” e che “non può essere ignorata dai vertici delle banche”. (ANSA). VE 2023-10- 11 17:03 S0A QBXB ECO

Banche: Fabi,su 435 euro aumento e Tfr pieno non possono dire no = (AGI) – Roma, 11 ott. – “Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili. Le banche non hanno argomenti per dire “no” rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali. E con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario, e’ caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche. (AGI)Ila (Segue) 111545 OCT 23

Banche: Fabi,su 435 euro aumento e Tfr pieno non possono dire no (2) = (AGI) – Roma, 11 ott. – “Grazie alla modifica sulla tassa, le banche hanno due opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto piu’ conveniente. Insomma, il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta “in casa” per ra orzare le singole aziende o gruppi. I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo: questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024. Vuol dire, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio: un record per il settore bancario italiano. Inoltre, durante la trattativa col governo sugli extraprofitti, le banche hanno perso l’occasione per risolvere, sul piano normativo, il problema definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti. Al momento, a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70.000 lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga. E’ una questione serissima che non puo’ essere ignorata dai vertici delle banche: in assenza di una correzione normativa, dobbiamo trovare una soluzione interna al settore” ha aggiunto SILEONI. “Quanto alle risposte fornite oggi dall’Abi sulla nostra piattaforma, il mio giudizio al momento e’ totalmente negativo” ha aggiunto SILEONI. In relazione alla risposta di Abi sulla parte economica, il segretario generale della Fabi ha osservato che “non e’ possibile quantificare il costo complessivo delle nostre richieste, e’ possibile quantificare solo quello che e’ monetizzabile. Ricordo, inoltre, che il contratto e’ scaduto a fine 2022 e che il 2023, in termini di riconoscimenti economici, non sara’ regalato alle banche. Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi, lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscira’ pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella societa’, nella politica e in ogni altro settore extra bancario. Non aspettatevi sconti di nessun genere”. (AGI)Ila 111545 OCT 23

BANCHE: SILEONI (FABI), ‘SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO NON POSSONO DIRE DI NO’
= Roma, 11 ott. (Adnkronos) – “Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili. Le banche non hanno argomenti per dire ‘no’ rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali. E con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario, è caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. Ad a ermarlo in una nota è il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche. “Grazie alla modifica sulla tassa, le banche – sottolinea SILEONI – hanno due opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto più conveniente. Insomma, il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta ‘in casa’ per ra orzare le singole aziende o gruppi. I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo: questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024. Vuol dire, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio: un record per il settore bancario italiano. Inoltre, durante la trattativa col governo sugli extraprofitti, le banche hanno perso l’occasione per risolvere, sul piano normativo, il problema definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti”. “Al momento, a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70.000 lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga. È una questione serissima che non può essere ignorata dai vertici delle banche: in assenza di una correzione normativa, dobbiamo trovare una soluzione interna al settore”, aggiunge Sileoni. (segue) (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 11-OTT-23 17:09

BANCHE: SILEONI (FABI), ‘SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO NON POSSONO DIRE DI NO’ (2)
= (Adnkronos) – “Quanto alle risposte fornite oggi dall’Abi sulla nostra piattaforma, il mio giudizio al momento è totalmente negativo”, rileva SILEONI. In relazione alla risposta di Abi sulla parte economica, il segretario generale della Fabi ha osservato che “non è possibile quantificare il costo complessivo delle nostre richieste, è possibile quantificare solo quello che è monetizzabile. Ricordo, inoltre, che il contratto è scaduto a fine 2022 e che il 2023, in termini di riconoscimenti economici, non sarà regalato alle banche. Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi, lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscirà pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella società, nella politica e in ogni altro settore extra bancario. Non aspettatevi sconti di nessun genere”. (Eca/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 11-OTT-23 17:09

Banche, Fabi: su 435 euro di aumento e Tfr pieno non possono dire “no” Con modifica tassa extraprofitti è caduto l’ultimo debolissimo alibi Milano, 11 ott. (askanews) – “Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili. Le banche non hanno argomenti per dire ‘no’ rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria SILEONI, durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche. “Con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario, è caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni – ha proseguito -. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. Red/Rar 20231011T155418Z

Banche: nuovo round Abi-sindacati su contratto, posizioni sempre lontane (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 11 ott – La trattativa sul rinnovo del contratto dei bancari oggi ha confermato la distanza tra le posizioni delle banche, rappresentate dal Casl dell’Abi e i sindacati anche se il tema della richiesta di aumento delle retribuzioni è rimasto sullo sfondo. Il segretario generale Fabi, Lando SILEONI, commentando l’incontro punta i riflettori sulla richiesta del ripristino della base di calcolo piena per il Tfr dei bancari. La riduzione sul Tfr, ricorda, si riferiva al 2012, in una fase di emergenza per il settore. “Le banche non hanno argomenti per dire ‘no’ rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali” a erma riferendosi anche alla richiesta di aumento medio mensile di 435 euro che caratterizza la piattaforma presentata dalle sigle al tavolo con Abi. Ggz (RADIOCOR) 11-10-23 16:03:01 (0481) 5

CONTRATTO BANCARI, SILEONI (FABI): SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO NON POSSONO DIRE “NO” (1) (9Colonne) Roma, 11 ott – “Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccABIli. Le banche non hanno argomenti per dire “no” rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali. E con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario, è caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. Lo ha detto il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, durante l’incontro in ABI per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche. (segue – fre) 111957 OTT 23

CONTRATTO BANCARI, SILEONI (FABI): SU 435 EURO DI AUMENTO E TFR PIENO NON POSSONO DIRE “NO” (2) (9Colonne) Roma, 11 ott – “Grazie alla modifica sulla tassa, le banche hanno due opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto più conveniente. Insomma, il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta “in casa” per ra orzare le singole aziende o gruppi. I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo: questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024. Vuol dire, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio: un record per il settore bancario italiano. Inoltre, durante la trattativa col governo sugli extraprofitti, le banche hanno perso l’occasione per risolvere, sul piano normativo, il problema definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti. Al momento, a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70.000 lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga. È una questione serissima che non può essere ignorata dai vertici delle banche: in assenza di una correzione normativa, dobbiamo trovare una soluzione interna al settore» ha aggiunto Sileoni. «Quanto alle risposte fornite oggi dall’ABI sulla nostra piattaforma, il mio giudizio al momento è totalmente negativo» ha aggiunto Sileoni. In relazione alla risposta di ABI sulla parte economica, il segretario generale della FABI ha osservato che «non è possibile quantificare il costo complessivo delle nostre richieste, è possibile quantificare solo quello che è monetizzABIle. Ricordo, inoltre, che il contratto è scaduto a fine 2022 e che il 2023, in termini di riconoscimenti economici, non sarà regalato alle banche. Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi, lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscirà pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella società, nella politica e in ogni altro settore extra bancario. Non aspettatevi sconti di nessun genere». (fre) 111958 OTT 23

Banche: FABI, non possono dire ‘no’ su aumento 435 euro e Tfr pieno Roma, 11 ott. (LaPresse) – “Il ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e la richiesta della parte economica, con un aumento medio mensile di 435 euro, sono due argomenti separati che hanno delle motivazioni politiche e tecniche completamente inattaccabili. Le banche non hanno argomenti per dire ‘no’ rispetto a quanto preteso da tutte le organizzazioni sindacali”. Lo ha a ermato il segretario generale della FABI Lando Maria Sileoni durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al termine del 2023, che interessa circa 280mila dipendenti delle banche. Il giudizio di Sileoni sulle risposte fornite dall’Abi “al momento è totalmente negativo”; e, se “il contratto nazionale” non viene chiuso “in tempi brevi”, annuncia “una forte mobilitazione” senza “sconti”. (segue). ECO NG01 tot/alm 111924 OTT 23

Banche: FABI, non possono dire ‘no’ su aumento 435 euro e Tfr pieno-2- Roma, 11 ott. (LaPresse) – “Con la modifica del governo alla tassa sugli extraprofitti del settore bancario – ha osservato Sileoni – è caduto l’ultimo, debolissimo alibi degli istituti di credito per contrastare le nostre rivendicazioni. Peralto, la riduzione sul Tfr si riferiva a un momento di emergenza del settore, il 2012, mentre le richieste economiche hanno una giustificazione solidissima sia nell’inflazione sia nella ricchezza delle banche prodotta anche da chi lavora in banca”. “Grazie alla modifica sulla tassa, le banche hanno due opzioni: o pagare la tassa (in tutto circa 2 miliardi per l’intero sistema) oppure versare un importo pari a 2,5 volte la tassa, per ciascun gruppo, aumentando il patrimonio, soluzione ovviamente molto più conveniente – ha detto ancora Sileoni – insomma, il denaro non esce delle casse delle banche, ma resta ‘in casa’ per ra orzare le singole aziende o gruppi. I tassi d’interesse resteranno alti ancora per molto tempo: questo vuol dire che oltre ai 25 miliardi di utili del 2022 e ad altrettanti nel 2023, ci saranno risultati molto importanti anche nel 2024. Vuol dire, approssimando, dai 75 ai 90 miliardi di utili in un triennio: un record per il settore bancario italiano”. (segue). ECO NG01 tot/alm 111924 OTT 23

Banche: FABI, non possono dire ‘no’ su aumento 435 euro e Tfr pieno-3- Roma, 11 ott. (LaPresse) – Inoltre, ha proseguito Sileoni, “durante la trattativa col governo sugli extraprofitti, le banche hanno perso l’occasione per risolvere, sul piano normativo, definitivamente il problema dei mutui concessi a tasso agevolato ai loro dipendenti. Al momento, a causa del combinato disposto dell’aumento del costo del denaro da parte della Bce e delle regole fiscali sui fringe benefit, circa 70mila lavoratrici e lavoratori sono penalizzati con conguagli Irpef che arrivano ad azzerare le loro buste paga. È una questione serissima che non può essere ignorata dai vertici delle banche: in assenza di una correzione normativa, dobbiamo trovare una soluzione interna al settore”. “Quanto alle risposte fornite oggi dall’Abi sulla nostra piattaforma – ha concluso Sileoni – il mio giudizio al momento è totalmente negativo. Non è possibile quantificare il costo complessivo delle nostre richieste, è possibile quantificare solo quello che è monetizzabile. Ricordo che il contratto è scaduto a fine 2022 e che il 2023, in termini di riconoscimenti economici, non sarà regalato alle banche. Se non chiudiamo il contratto nazionale in tempi brevi, lo dico chiaramente, vi aspetta una forte mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che uscirà pesantemente anche da questo tavolo, entrando a gamba tesa, ma con forti motivazioni politiche, nella società, nella politica e in ogni altro settore extra bancario. Non aspettatevi sconti di nessun genere”. ECO NG01 tot/alm 111924 OTT 23

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