SILEONI IN DIRETTA SU RADIO RAI UNO: «CON MENO DEBITO A BANCHE E FONDI ESTERI CALANO PRESSIONI SU GOVERNO»

Il segretario generale della Fabi intervistato a Sportello Italia per commentare la ricerca sulla quota di bot e btp in mano alle famiglie, sensibilmente cresciuta negli ultimi due anni

SILEONI IN DIRETTA SU RADIO RAI UNO: «CON MENO DEBITO A BANCHE E FONDI ESTERI CALANO PRESSIONI SU GOVERNO»

«Vendendo o minacciando di vendere i titoli di Stato le banche e i fondi esteri sono in grado di esercitare forti pressioni sui governi. Se cala la quota di debito pubblico in mano alla finanza e sale quella delle famiglie, si riducono conseguentemente le pressioni sui governi. Per esempio: se sale lo spread, cioè la differenza tra i rendimenti di Stato italiani e quelli tedeschi, i governi devono pagare più interessi e quindi possono avere più difficoltà a gestire i conti pubblici. Insomma, meno debito pubblico è nelle banche e nei fondi, meno, quest’ultime, possono dettare condizioni su qualunque argomento».

Lo ha detto, intervistato da Paola Nania nel corso della trasmissione Sportello Italia in onda su Radio Rai Uno, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la ricerca della Federazione autonoma bancari italiani, secondo la quale negli ultimi due anni la quota di bot e btp detenuti dalle famiglie è raddoppiata.

«L’aumento degli investimenti in titoli di Stato da parte dei piccoli risparmiatori è legato al fatto che i tassi su conti correnti (sotto l’1%) e depositi (2,5-3% in media), in Italia tra i più bassi in Europa, spingono le famiglie a scelte diverse. Questo accade soprattutto in questo periodo in cui l’inflazione altissima erode i risparmi e il potere d’acquisto del denaro lasciato in banca. I btp, invece, rendono attorno al 4%, secondo le varie scadenze e offerte. Questa situazione potrebbe essere riequilibrata se, faccio una proposta, in Italia si cominciasse a ragionare su forme d’investimento diverse, come in Francia e Spagna, dove le banche offrono tassi sui depositi vincolati all’inflazione e una parte di questa liquidità viene investita in attività produttive, cioè i prestiti alle imprese destinati a fare investimenti» ha spiegato Sileoni.

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